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MONS. IGNAZIO (Feliciano) PAOLI, l’arcivescovo di Bucarest che nacque a Santa Maria a Vezzano

Fu ordinato sacerdote nel 1849 e diventò bravo teologo e professore di storia.

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S. Maria a Vezzano S. Maria a Vezzano © Scheggi
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Non so quanti di voi conoscono la figura di Monsignor Ignazio Paoli, grande mugellano che secondo vari testi, internet compreso, nacque a Firenze. E ci risiamo. Meno male, dico io, che è passato poco tempo e che ancora il suo vero luogo di nascita è ricordato in una lapide nell’atrio dell’Oratorio del SS.Crocifisso a Borgo San Lorenzo. Se, però, vado a leggerla, sorprende che anche lì sia ricordato semplicemente come nato …“nella nostra ridente vallata” senza precisare il paese natio. Che vi devo dire, a parte che non vedo proprio perché la vallata debba ridere così di gusto, ormai sono abituato, prima e dopo Giotto, all’abitudine di tirare per la manica altrove i grandi personaggi storici.

A me non piace, perciò cercherò ora di dare a Cesare quel che è di Cesare. Così, mentre scrivevo con passione il mio ultimo libro “SANTA MARIA A VEZZANO … e dintorni”, ho scoperto, devo dire con sincera meraviglia, che Mons. Feliciano Paoli nacque proprio nel mio paesello di Vezzano il 25/7/1818 in una famiglia dalla profonda vocazione cristiana. Più in generale, tutta la storia della famiglia Paoli, molto devota e che ebbe diversi discendenti, è visceralmente legata a questa piccola frazione. Il battesimo di Don Calamini al ragazzo avvenne dunque nella chiesa di Santa Maria, qui visse i giochi di fanciullo tra vacche e galline, intrecciò le prime amicizie giovanili nella quiete della nostra campagna. Tutto questo fino al 1846 quando Feliciano divenne monaco nella Congregazione dei Monaci Passionisti prendendo il nome di Ignazio; dopo gli studi a Roma, fu ordinato sacerdote nel 1849 e diventò bravo teologo e professore di storia. Dopo aver preso parte al Concilio Vaticano I, si distinse per vocazione e impegno fino a diventare Provinciale in Inghilterra e Irlanda. Sotto la sua guida e grazie alle grandi doti organizzative fondò collegi, chiese e case per la Congregazione. Per queste indubbie capacità il 19 agosto 1870 fu nominato da papa Pio IX vescovo di Nicopoli (Bulgaria) e vicario apostolico in Valacchia (Romania) dove si adoperò con successo per lo sviluppo missionario. Grande predicatore, fu amato pure da molti ortodossi e lo stesso Principe di Valachia lo accolse con grande stima. Nel 1870 Mons. Paoli si recò in Bulgaria per visitare le parrocchie e le autorità turche che lo accolsero anch’esse con estrema deferenza; l’anno successivo aprì a Bucarest un sinodo diocesano, favorì lo studentato, istituì un seminario per i futuri sacerdoti e introdusse il calendario gregoriano. Tanto per gradire, incoronò pure il primo re di Romania, Carol I, nel marzo 1881.

Il “vescovo di noialtri”, come mi piace chiamarlo simpaticamente, aveva “sfondato”. La sua esperienza gli suggerì di utilizzare sacerdoti indigeni per l’evangelizzazione, missionari in grado di predicare la liturgia nella lingua del popolo. Nel 1873 fu in Belgio da dove organizzò una spedizione in Bulgaria di tre suore presso operai di diverse nazioni che lavoravano nella costruzione di ferrovie e ponti sul Danubio. Mons. Paoli voleva aprire lì una nuova Congregazione, ma il Consiglio si oppose e il proposito fu abbandonato. Nel 1883 papa Leone XIII firmò la lettera apostolica che elevò il Vicariato Apostolico di Valacchia ad arcivescovado con residenza a Bucarest. Così successe che Ignațiu Paoli diventò il primo e indimenticato arcivescovo cattolico della capitale. Il capolavoro del “nostro” Paoli resta la fondazione della Cattedrale di San Giuseppe a Bucarest per cui profuse un impegno straordinario. Con alcuni fondi acquistò due terreni nella baraccopoli di Stejarului, ma una volta pagati notaio e architetto i soldi erano già finiti. Il Paoli, da caparbio mugellano, non si arrese e bussò alle porte dei benefattori di tutto il mondo, e i fondi arrivarono davvero da personalità di spicco dei Principati rumeni, da amici, semplici cittadini e sponsor stranieri. L’opera, in stile romanico in ricordo della sua Patria, fu iniziata nel 1873 e i lavori terminarono dieci anni dopo. Così Ignazio Paoli da Vezzano dopo tanto impegno ebbe la soddisfazione di vederla finita e consacrarla. Morì a Vienna, dove era in cura a seguito di un ictus, il 27/2/1885 all’età di 66 anni.

Per ricordare il suo sincero amore per Santa Maria a Vezzano la famiglia che ancora risiedeva in loco, e in particolare il fratello, volle che nel trigesimo del suo funerale (un mese dopo) fosse celebrato un Requiem di suffragio nella chiesa del paese mugellano dove fu battezzato (articolo Messaggero del Mugello-15/3/1885). Alcune foto del religioso (che allego) evidenziano lo sguardo buono ma penetrante e una barba a dir poco strana. Mi piace infine ricordare che, dopo la consacrazione della cattedrale di Bucarest, Mons. Paoli chiese sostegni finanziari per fondare in Romania altre chiese cattoliche. Dunque, non stupisce la montagna di debiti che, alla sua morte, lasciò in eredità al successore. Ma che importa, sono quisquilie, pinzillacchere come avrebbe detto Totò; nella vita dello straordinario Paoli da Vezzano fu di sicuro sempre più importante la fede del vile denaro.

 

P.S. Il volume “SANTA MARIA A VEZZANO e dintorni” non è stato distribuito nelle librerie. Lo trovate solo su ebay oppure contattandomi via mail all’indirizzo [email protected]

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