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Pontassieve, 77 anni dall'eccidio di Pievecchia. 14 uomini furono trucidati dai nazisti

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Memoria Memoria © Pixabay
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77 anni. 77 anni da quel terribile 8 giugno del 1944, un data che ha segnato profondamente il territorio di Pontassieve. Impossibile dimenticare quello che avvenne nel piccolo borgo di Pievecchia, quando i tedeschi che occupavano la città rastrellarono e fucilarono a colpi di mitra 14 persone, tra cui due ragazzi di 17 anni, davanti alle loro famiglie e agli altri abitanti.  

Per celebrare la memoria delle vittime, domani, martedì 8 giugno 2021, dalle ore 9:00, si svolgerà una commemorazione durante la quale si alterneranno gli interventi delle autorità e a cui seguirà la deposizione delle corone. Le musiche che accompagneranno la cerimonia saranno eseguite dalle “chiarine” del Comune di Firenze.

La Pievecchia è un luogo che rappresenta un patrimonio storico-culturale importante per la comunità: proprio per quell’eccidio, infatti, al Gonfalone del Comune di Pontassieve è stata assegnata la Medaglia di Bronzo al Merito Civile conferita con decreto del 23 dicembre 2005 dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. L’onorificenza al Gonfalone rappresenta il riconoscimento alla comunità di Pontassieve, da sempre impegnata in progetti e iniziative legate al tema della Resistenza e del recupero della Memoria storica.

Ricordare l’eccidio di Pievecchia, dove l’8 giugno 1944, 14 nostri concittadini furono trucidati dai nazisti, è un atto doveroso che la nostra Amministrazione compie sempre con grande orgoglio e rispetto” dicono la Sindaca Monica Marini e il Vicesindaco con delega alla Memoria Carlo Boni, “anche se ancora una volta in forma ridotta, a causa delle misure anti contagio. 

La Pievecchia è uno dei simboli di Pontassieve e testimonia i valori a cui la nostra comunità si ispira e su cui si fonda. Ci ricorda, così come le tante stragi che si sono consumate tra il ’44 e il ’45 nei nostri territori, che la nostra comunità affonda le proprie radici nel sacrificio delle persone che per la libertà e per la democrazia hanno dato la vita, opponendosi alla barbarie nazifascista. Per questo, l’esercizio della Memoria deve sempre essere portato avanti con impegno da ogni cittadino e, prima di tutto, dalle Istituzioni, per gettare le basi per una società che abbia in sé gli anticorpi per rigettare ogni violenza e ogni discriminazione”.

Ancora oggi, sul muro che circonda la Villa che domina il borgo, nel punto in cui i 14 uomini furono trucidati, sono ancora visibili alcuni dei fori dei proiettili, accanto ai quali sono state apposte le lapidi con i loro nomi, per tenerne viva la Memoria.

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