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Stadio, Nardella: "Sto con Rocco. Società libera di fare altre scelte, vado avanti con il Franchi"

Il sindaco ha sottolineato: "Non ho invidia per altri Comuni"

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Dario Nardella Dario Nardella © Facebook Dario Nardella
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"Sto con Rocco. Da un anno quando assieme a Commisso sono andato al Franchi a salutare i tifosi sostengo la nuova proprietà nelle sue scelte. Da sindaco di Firenze vorrei che la Fiorentina rimanesse in città ma la società è libera di fare altre scelte, non ho invidia per altri Comuni che vogliono proporsi per costruire il nuovo stadio. Io vado avanti con la riqualificazione del Franchi e della zona di Campo di Marte, un punto presente nel programmo elettorale del mio secondo mandato".

Così il sindaco di Firenze Dario Nardella ha chiarito la posizione di Palazzo Vecchio in merito all'ipotesi che la Fiorentina abbia intenzione di costruire uno stadio nel Comune di Campi Bisenzio.

Il primo cittadino assieme all'assessore allo sport Cosimo Guccione e alla vicesindaca Cristina Giachi ha esposto uno striscione con scritto #iostoconrocco a conclusione della campagna elettorale di questa mattina.

"Il dibattito sullo stadio - ha detto Nardella - risale a 51 anni quando si iniziò a parlare della necessità di ristrutturare lo stadio Franchi. Quando sono stato deputato mi sono impegnato per l'approvazione della legge che semplifica la ristrutturazione degli stadi. Da sindaco in poco tempo ho fatto approvare una variante urbanistica dell'area Mercafir perché la precedente proprietà era intenzionata a costruire lì una cittadella viola. Adesso l'ipotesi Mercafir è tramontata seppure quella variante rimarrà fondamentale per realizzare un ampliamento del mercato generale".

"Finora so che la proprietà vuole rimanere a Firenze e farò di tutto perché lo faccia - ha sottolineato -. Noi andiamo avanti con la ristrutturazione del Franchi e della cittadella dello sport di Campo di Marte: è un obiettivo del mio programma di mandato. La zona è un pezzo di storia del calcio e dello sport italiano. Per questo andrò avanti a oltranza con Sovrintendenza, ministro dei beni culturali, il Governo e il Parlamento. Non si può lasiare al suo destino un'area come Campo di Marte".

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