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Un manifesto sbagliato: il 25 Aprile di +Europa e Anpi

L'opinione di Enrico Martelloni, giornalista di "pensalibero.it" che spiega perché, secondo lui, il manifesto della manifestazione di ieri a Roma è sbagliato

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Il manifesto Il manifesto © +Europa
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Al 24 luglio del 1943, quando il Gran Consiglio prima dell’arresto di Mussolini, i Partigiani in Italia erano pochissimi. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, fino a quella data, l’Italia era ancora in guerra a fianco della Germania. Le prime formazioni partigiane si formarono via via che il fronte si avvicinava con azioni di piccoli gruppi. Quanti erano? Pochi? Tanti?. Alla fine furono venduti anche certificati da partigiano ai più che non lo erano mai stati.

Salvarono l’onore dell’Italia, fino ad un certo punto, e non servi’ per farci sedere al tavolo dei vincitori. Spesso compirono azioni maldestramente strategicamente inutili. Non tutti erano per la libertà, molti di questi erano per l’Unione Sovietica. La guerra partigiana di vari gruppi politici era contro altri italiani che sostenevano il fascismo al fianco dei tedeschi. Poi, diciamolo chiaro, non fu un armistizio, ma una resa incondizionata dell’Italia, e un tradimento per i tedeschi. 

Fu chiamato, quello di Cassibile, armistizio solo da parte italiana, firmata dal generale Castellano per la resa con Eisenhower, che poi parti’ per lo sbarco in Normandia dove ancora oggi i francesi lo celebrano e pubblicamente riconoscono. Noi, al contrario, abbiamo lasciato incustoditi quei ragazzi che vennero a morire per la nostra dichiarazione di guerra al Mondo. L’esercito italiano si dileguò e lasciò solo i tedeschi ad affrontare lo sbarco. Fu il caos.

Il manifesto del 25 Aprile pubblicato per la manifestazione di +Europa e ANPI è fuori luogo, falso. Mostra partigiane italiane con fucile e popolo ucraino di oggi con le rispettive bandiere. Due cose completamente differenti. I partigiani in male arnese in una Italia patriarcale non avrebbero mai potuto cacciare la Wehrmacht tradita a Cassiblie. Le donne poi, fotografate col fucile, erano ancora di meno. Erano pochi i partigiani maschi figuriamoci le donne. 

Oggi l’Ucraina è uno Stato libero, democratico ed è il paese aggredito dove tutta la popolazione combatte per la libertà e con un esercito repubblicano in prima linea. In Italia non fu così e come detto non tutti i partigiani italiani erano per la democrazia e per la libertà. Ricorrere alla falsa retorica, crea solo confusione e serve a tutt’altro motivo che quello di difendere la libertà. 

Lasciamo queste cose bizantine a chi le ha sempre fatte da secoli prosperando nella menzogna come fa Mosca. La guerra in Ucraina è cominciata otto anni fa e chi scrive assaggiò di persona quei primi eventi riportati fin dal 2014. Per il Mondo civile è in gioco la  democrazia e questa partita è in Ucraina dove tutto il popolo, che conosce bene i suo nemici e le sue storiche crudeltà, combatte con energia e capacità. 

Ora è tempo per le cose vere, non per giustificare un fallimento ideologico affiancando due eventi molto distanti. L’Italia ebbe la libertà nel ’45 e il piano Marshall che la ricostruì. L’Ucraina dovette aspettare il 24 agosto del 1991 per assaporare la democrazia e la libertà con grandi sacrifici. Mosca al contrario da sempre ha ancora bisogno di uno zar e versare fiumi di sangue per sopravvivere.

L’Ucraina è cresciuta velocemente dalla rivolta in Maidan, la sua democrazia sta facendo passi da gigante e non tornerà indietro. Mosca se ne dovrà fare una ragione così come questo manifesto è inutile plagio a chi per davvero sta riconquistando dignità.

Enrico Martelloni

 

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