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Tommaso Capasso. Una riflessione amara sull'impianto eolico

Non si può, non si deve costruire l’impianto industriale eolico sul crinale di Villore-Corella. È una sciagura, una jattura, una rovina.

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Il crinale del Giogo di Villore Il crinale del Giogo di Villore © nc
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Una lunga riflesione di Tommaso Capasso sull'impanto industriale che sarà costruito sui nostri crinali. Occorre che si debba essere consapevoli della rovina che tale grande opera produrra. I benefici di sostenibilità, di produzione di energia rinnovabile, sono solo la foglia di fico di quello che dimostra veramente essere, ovvero una mera speculazione finanziaria.

Tommaso in questa riflessione, che abbiamo definito amara, espone le sue considerazioni da "uomo libero", nonostante debba subire attacchi sul piano personale per aver esposto la sua opinione. Quindi noi diamo di nuovo spazio ad un cittadino che ha il coraggio di esporre le sue considerazioni.

Tommaso Capasso: Nessun Dorma

È il segno più evidente di disprezzo verso la storia, la cultura, la natura. Verso l’anima umana e l’anima del mondo: l’anima della Terra. Distruggere per niente. Distruggere per i soldi, per l’interesse di pochi, con l’avallo di proni sodali politici. A farne le spese è un bene comune, bene di tutti. Che così viene a essere messo nella disponobilità esclusiva di un gruppo privato. Che ne fa quello che vuole.

Come nel Far West. Come i terreni comuni (le enclosures) che dal XIII secolo in poi furono espropriati ai legittimi titolari a vantaggio della borghesia mercantile, in Inghilterra e altrove. La storia si ripete. Un atto di imperio. Un’imposizione.

Con il progetto eolico è come se si ingabbiasse tutto il crinale in un gigantesco loculo.

Il concetto è molto semplice: socializzazione degli oneri e privatizzazione dei profitti. Il progetto industriale eolico sul crinale Villore-Corella questo fa: socializza gli oneri e privatizza i profitti. Quali sono gli oneri che vengono socializzati, per così dire accollati, alle comunità e agli abitanti del luogo? Prima di tutto uno radicale e definitivo: la perdita irrimediabile di uno dei luoghi più belli del Mugello, ricco di tutto, da un punto di vista naturalistico, paesaggistico, storico e simbolico: tanto da poterlo definire paesaggio culturale e patrimonio identitario. “Paesaggio culturale” perché mette insieme natura, cultura e storia; “patrimonio identitario” perché è un luogo che è come una casa, una patria, per tutte le generazioni di mugellani che si sono succedute nei secoli e per chi, venendo da fuori, ha potuto riconoscersi in esso.

Altro onere che si scarica sulla comunità è il grave rischio idrogeologico conseguente al progetto nel suo insieme: dal sito scelto per le pale al massacro di tutta la viabilità che conduce da valle fino a Corella, e oltre fino al crinale. Sono previsti spostamenti di migliaia di metri cubi di terra e roccia, inquinati da oli minerali, e tagli del costone fino ad altezze notevoli in tutte le curve. E ciò, si badi bene, in un strada soggetta a frane frequenti.

Mi chiedo: non ci sono forse i presupposti per una serie infinita di piccoli e grandi disastri?

Per non parlare della devastazione dei boschi e della fauna. Compresa la fauna ittica.

Qualcuno si è interessato seriamente a capire le conseguenze per la rete idrografica del luogo, nei termini di eventuale perdita di fonti e inquinamento dei torrenti come il Corella, il Margolla, il Solstretto e di tutta la miriade di altri piccoli corsi d’acqua che solcano i versanti di quei monti soprattutto d’inverno? Tutti oneri che ricadono sulle popolazioni locali.

E a nulla valgono le cosiddette compensazioni che la ditta proponente ha tirato fuori, con il beneplacito di molte amministrazioni locali. Perché in realtà tali compensazioni, qualunque siano, dalla veramente paradossale, sfacciata, offensiva “valorizzazione” della sentieristica di crinale, ad altre di cui non si conoscono i termini precisi, si presentano, tutte, oltre il limite della decenza e della morale: ci prendono il posto più bello che abbiamo e ci offrono in cambio presunti vantaggi. È come se si pagasse qualcuno per una mutilazione volontaria, come se ci pagassero in cambio dei nostri organi vitali.

Loro invece, la società, con l’avallo della sfera politica, si riserva i profitti. Il lucro. Tutto il resto sulla pelle dei cittadini. A cui viene levata una risorsa relazionale, spirituale, economica, in cambio di disagi materiali e impoverimanto umano.

Dunque tutto il profitto da una parte tutto il danno dall’altra, e per giunta un danno profondo e irreversibile. Come si fa a non capire un discorso così semplice? Si perde il luogo più bello e ricco del Mugello, crocevia di biodiversità e di storia. Una depredazione indiscriminata, non motivata da nessuna reale utilità per la collettività, e nemmeno per l’ambiente in generale, a cui vengono sottratti migliaia di alberi fondamentali per l’assorbimento di CO2, in cambio di cementificazione e inquinamento. 

“Cupidigia è radice di rovina” insegnano i testi sacri orientali. 

Dunque la domanda: ‘cosa ne guadagnano le comunità locali’ è posta male.

In realtà bisogna dire: ‘cosa perdono le comunità locali’.

Prima di tutto andranno incontro a disagi a non finire, dalla viabilità alla qualità dell’aria; ai danni alle campagne, alla rete idrogeologica, alle rinascenti attività agricole e a quelle agrituristiche, che sono la naturale vocazione di quei luoghi. Basti dire che gli aerogeneratori dovrebbero essere installati proprio lungo il sentiero CAI 00 e di quello europeo E1. E siamo sicuri che non ci saranno conseguenze alla rete idrica, dal momento che non si sa cosa si va ad alterare sotto il primo tratto di terra e roccia, non essendo mai (MAI!) state fatte le sacrosante indagini geologiche? E questo è veramente una questione incredibile: le indagini geologiche dovevano essere OBBLIGATORIAMENTE fatte, come di prassi, ma non sono state eseguite, eppure il progetto ha continuato il suo iter fino all’approvazione! 

E siamo sicuri che non ci saranno frane in futuro?, dal momento che lungo la strada che s’inerpica verso Corella, e che sarà interessata dal movimento di centinaia di tonnellate di terra e roccia, nel recente passato sono occorse ben tre frane, la cui documentazione è stata tenuta ben chiusa nei cassetti dell’Ente Locale preposto. Per non parlare della documentazione fotografica esibita dalla ditta costruttrice, dove i muri di contenimento delle frane sono stati “artisticamente” dissimulati, cioè presi di striscio, di lato e simili di modo che quasi non si vedono.

Per far posto alle pale e alla viabilità di avvicinamento verranno tagliate intere faggete e marroneti. Tagliare alberi e far posto al cemento, per di più in vetta ai crinali. Evviva il risparmio di CO2! Miracoli della tecnica (finanziaria)! In realtà il taglio, massivo, è già cominciato, anche se non ancora per conto diretto della ditta costruttrice, ma già così lo sterrato che da Villore porta in località Porcellecchi, non lontano dal bivacco Pian di Laghi, è  impercorribile anche ai mezzi a trazione integrale, compresi i mezzi dei vigili del fuoco.

In sintesi: crinali della dorsale appenninica completamente stravolti, se è vero che questo primo progetto è solo il cavallo di Troia per accedere  al resto dei crinali, e continuare l’opera devastatrice in futuro. Come d’altra parte testimoniato in audizione pubblica dai responsabili della stessa ditta costruttrice, quando affermarono che bisogna rassegnarsi a vedere 8000 (ottomila!) chilometri di crinali interessati da progetti eolici! Intanto c’è da dire che, a causa dell’aumento del costo delle materie prime, la spesa dell’impianto è lievitata dai previsti circa 30 milioni di euro ai circa 50 di ora. Eppure è sempre conveniente farlo! C’è qualcosa che ci sfugge.

Come ci sfuggono, a noi comuni cittadini, tante altre cose. Tra cui: in origine l’impianto doveva constare di otto aerogeneratori, poi, su richiesta della Regione, (bontà loro), sono passati a sette, eppure la produzione di energia dichiarata è rimasta la stessa: 29,6 MW prima, 29,6 MW ora!  Altro miracolo della tecnica (finanziaria)! 

E il vento? C’è la possibilità che le pale si debbano fermare nelle 3 ore successive al tramonto e nelle 3 ore antecedenti l’alba, nei mesi estivi, nel caso che lo stermino di volatili risulti, a seguito di indagini in loco, superiore a una certa soglia (come è scritto nel documento della Direzione Ambiente ed Energia, Settore Tutela della Natura e del Mare).  Questo cosa conta ai fini della produzione di energia dichiarata? Non si sa, non è stato detto! A quanto si ridurrebbero le 20.000 utenze che l’impianto dovrebbe servire? Mistero! 

Riguardo poi all’energia dichiarata, i 29,6 MW sopra citati, è stato rilevato, e pubblicato e mai smentito da nessuno, che per produrli realmente occorrerebbero il doppio delle ore di cui è fatto un anno solare.

 È stato creduto ciecamente ai dati forniti dalla Ditta, senza nessuna ulteriore indagine da parte degli enti preposti (Regione, Comuni e loro uffici competenti), quasi si trattasse di dogmi religiosi… “INVECE DI METTERE SEMPRE IN DISCUSSIONE, DI DUBITARE E VERIFICARE…”, (Karl Raimund Popper, filosofo, 1963).

Il paradosso di tutta la questione è che più aumentano questi impianti più aumentano i prelievi operati sulle bollette di luce e gas alla voce “oneri di sistema”.   A questo proposito sarebbe interessante approfondire l’argomento relativo a tutte le altre forme di finanziamento pubblico concesso alle imprese operanti nel settore energie rinnovabili. 

Il crinale di Villore-Corella è incastonato tra un parco nazionale: le Foreste Casentinesi, e due aree cosiddette SIR, Siti di Importanza Regionale  per valore naturalistico e paesaggistico: il sito Colla di Casaglia-Giogo e Muraglione-Acquacheta. Si vuole anche ricordare che  nel Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana del 2007, aggiornato al 2014, è scritto che “sono aree di notevole interesse pubblico”:

  1. le cose immobili che hanno cospicuo carattere di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica
  2. le bellezze panoramiche e così pure i punti di vista e belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si gode lo spettacolo di queste bellezze.

Con queste premesse, la Regione Toscana, approvando il progetto, è andata contro se stessa. Ma chi è che controlla, chi  osa mettere il bastone tra le ruote al potere politico-tecnico-finanziario? L’emergenza è diventata regola, via i controlli, si derogano le leggi, aumentano i profitti di pochi. La Pubblica Amministrazione mette lo Stato nelle mani delle imprese, la concentrazione della ricchezza è scambiata per crescita.  L’unica speranza è una consapevolezza e un’azione dal basso, da movimenti di cittadini che hanno a cuore il territorio e la salvaguardia vera dell’ambiente.

Per questo motivo si invita tutti e tutte alla MARCIA PER LA LIBERAZIONE DEL CRINALE APPENNINICO MUGELLANO Dicomano-Vicchio del 23 aprile 2023, organizzata dal Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani.

“Non potranno mentire in eterno. Dovranno pur rispondere, prima o poi, alla ragione con la ragione, alle idee con le idee, al sentimanto col sentimento. E allora […] il loro castello di ricatti, di violenze, di menzogne crollerà” (Pier Paolo Pasolini, 1960).

Tommaso Capasso

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Commenti 2
  • Girolamo Dell'Olio

    Bellissimo pezzo! Me lo fate conoscere? E magari, gli mandate il volantino della cosa che faccio domani e doman l'altro anche per i crinali a Firenze, sotto la Regione senza Ragione? http://www.idraonlus.it/2023/04/03/lo-sa-presidente-commissario-eugenio-giani-che-la-gente-noi-molla-mai/ Grazie, Girolamo (dell'Idra)

    rispondi a Girolamo Dell'Olio
    lun 3 aprile 2023 05:24
  • Gioconda cicirello

    Solidarietà a Lei caro Tommaso. Esistono ahimè individui sempre pronti in nome del soldo e del potere a calpestare etica e beni comuni.

    rispondi a Gioconda cicirello
    lun 3 aprile 2023 10:46