Israele Palestina © DP
Una memoria storica che interroga il presente. Riceviamo e pubblichiamo una riflessione inviata dal lettore Silvio, che ricostruisce brevemente le origini del conflitto israelo-palestinese, evidenziando come alcune decisioni storiche continuino a produrre effetti nel presente. Il lettore richiama l’attenzione sulla Risoluzione 181 dell’ONU, adottata nel 1947, e sulle sue implicazioni ancora oggi oggetto di dibattito internazionale.
Dalla nascita del sionismo alla proclamazione dello Stato di Israele
Il movimento sionista, che mirava alla creazione di una patria per il popolo ebraico, cominciò a svilupparsi già alla fine del XIX secolo. Con la caduta dell’Impero Ottomano, al termine della Prima Guerra Mondiale, la Palestina passò sotto mandato britannico per decisione della Società delle Nazioni. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, e in particolare in seguito all’Olocausto, la questione ebraica divenne ancora più pressante. La Gran Bretagna, non riuscendo più a gestire le crescenti tensioni tra comunità arabe ed ebraiche in Palestina, trasferì la questione alle Nazioni Unite.
Il Piano di Partizione del 1947
Nel 1947, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Risoluzione 181, che prevedeva la creazione di due stati indipendenti, uno arabo e uno ebraico, con Gerusalemme sotto amministrazione internazionale. La proposta fu accettata dall’Agenzia Ebraica ma rifiutata dalla leadership araba. Il 14 maggio 1948 fu proclamata la nascita dello Stato di Israele, evento immediatamente seguito da un attacco congiunto da parte di alcuni stati arabi confinanti. Questo segnò l’inizio di un conflitto che, in varie forme, perdura fino ai giorni nostri.
Il richiamo alla responsabilità delle istituzioni internazionali
Il lettore sottolinea come le decisioni prese da potenze esterne abbiano contribuito a radicare tensioni durature, e invita le istituzioni internazionali, in particolare l’ONU, a ricordare e onorare le proprie risoluzioni. Secondo la lettera, il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, sancito già nel 1947, non ha ancora trovato piena attuazione.
Accuse e richieste di giustizia
Infine, viene fatto un riferimento alle attuali vicende politiche e militari in Medio Oriente. Alcune voci internazionali chiedono che il primo ministro israeliano venga indagato per presunti crimini contro l’umanità, alla luce delle operazioni condotte nei territori palestinesi. Il lettore conclude sostenendo che la negazione del diritto allo Stato palestinese rappresenta un’ingiustizia storica tuttora in atto.


