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L'origine di "Bella Ciao" è Ucraina. La scoperta di Fausto Giovannardi di Borgo San Lorenzo

Durante un viaggio a Parigi acquisto un CD con una copia incisa nel 1919

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il CD originale di Bella Ciao il CD originale di Bella Ciao © Fausto Giovannardi
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"Una mattina mi son svegliato, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, quella mattina mi son svegliato e ho trovato l'invasor. Alle quattro della mattina, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao ciao… alle quattro della mattina, ho trovato l'invasor.. ".
Parafraso le parole della canzone che ha nella musica origini ucraine, adatta oggi ai liberatori che colpiscono in terra occupata l'invasore. Il meglio della gioventù ucraina sta dando se stessa per difendere la libertà, combatte e muore come gli eroi di Azovstal, ad esempio.

Così, la musica della canzone di Yves Montand torna alle sue origini ucraine. Si, perché "Bella ciao" ha origine odessina delle campagne ucraine, tra la popolazione ebraica e contadina che un emigrato riportò e registrò negli USA tra il 1919 e il 1921.
Cambiando, come ora ho fatto le parole di questa canzone resa popolare dal "toscano" Montand nei primi  anni sessanta del secolo scorso, quando ormai era stata dimenticata e poco cantata dai partigiani italiani che avevano più simpatia per "katiuscia", ritorna pertinente alla sua origine la melodia yiddish della terra del Dniepr. 

La canzone che conosciamo come “Bella Ciao” è in realtà l’incisione del 1919 di Mishka Ziganoff, ebreo, ucraino di Odessa della canzone “Koilen”. La musica è una commistione del folklore delle campagne ucraine e yiddish, di cui esistono almeno altre due registrazioni provenienti dagli Stati Uniti: una del 1921 di Abraham Moskowitz e una del 1922 di Morris Goldstein.

Fausto Giovannardi, ingegnere a Borgo San Lorenzo e turista per caso a Parigi, ha scoperto un tassello importante: già nel 1919 il ritornello della canzone era suonato e inciso a New York. “Come poi sia arrivato in Italia – dice l’ingegnere – non è dato sapere. Forse l’ha portato un emigrante italiano tornato dagli Stati Uniti. Con quel cd in mano, copia dell’incisione del 1919, mi sono dato da fare e ho trovato un aiuto prezioso da parte di tanti docenti inglesi e americani. Martin Schwartz dell’università della California a Berkeley mi ha spiegato che la melodia di Koilen ha un distinto suono russo (in realtà, ucraino) ed è forse originata da una canzone folk yiddish. Rod Hamilton, della The British Library di Londra sostiene che Mishka Ziganoff era un ebreo originario dell’est Europa, e la canzone Koilen è una versione della  yiddish “Dus Zekele Koilen”. Cornelius Van Sliedregt, musicista dell’olandese KLZMR band, ne conferma l’origine. “La Maxwell Street Klezmer Band di Harvard Terrace, negli Stati Uniti, ha in repertorio “Koylin” e trovare lo spartito diventa semplice. E’ proprio la Koilen di Mishka Tsiganoff. Ma resta un dubbio. Come può uno che si chiama Tsiganoff essere ebreo? Bene in Ucraina uno su cinque è ebreo. Lo dimostra il governo attuale di Kyiv. Ernie Gruner, australiano afferma: Mishka Tsiganoff era un “Cristian gypsy accordionist”, un fisarmonicista zingaro cristiano, nato a Odessa, che aprì un ristorante a New York: parlava correttamente l’yiddish e lavorava come musicista klezmer”. Del resto, la storia di Bella ciao è sempre stata travagliata. La canzone diventa inno “ufficiale” della Resistenza solo vent’anni dopo la fine della guerra.

La canzone originale di Koilen del 1919

Sorprende? Sì, immagino. "Bella ciao", come già scritto anni fa, ha queste origini. E dalle quattro della mattina del ventiquattro febbraio scorso, è tornata sulle labbra di quei ragazzi che sono oggi a combattere l'invasore. Mancava all'Europa la tragedia per diventare unita, per riconoscere sé stessa. Si deve ripetere il dramma macabro e scespiriano della follia di un Riccardo III che avvilisce, aggredendo, l'Ucraina come avvenne per mezzo di un altro pazzo, la domenica del ventidue giugno del 1941 proprio alle quattro della mattina bombardando la bella Kyiv, colpendo il suo alleato sovietico.

Così, oggi, i giovani ucraini al fronte, dai anni diciotto in su, combattono i russi. Avevano dodici o tredici anni quando l'invasore oltrepassò il confine a Ilovaisk nel 2014 e poi a Debaltsevo nel 2015, due delle peggiori stragi militari compiute dall'esercito moscovita che poi ha occupato il Donbass e la Crimea. Avevano diciotto anni quei ragazzi caduti in quei giorni, laggiù. Ricordo il pianto di alcune madri, come altre madri piangono per i loro figli caduti oggi in combattimento. La tragedia non finisce qui, ma coinvolge soprattutto i civili vigliaccamente uccisi. Un solco profondo tra civiltà e inciviltà è stato segnato tra due popoli differenti ma uniti da quasi quattrocento anni di oppressione che l’Ucraina ha vissuto attraverso immani drammi.

Bella Ciao cantata in Ucraino

L'Europa conosce una nuova tragedia; non gli sono bastate due guerre mondiali. Pare che solo attraverso la guerra possa emanciparsi ed unirsi in una sola Europa dei popoli che già ai tempi del "Risveglio" ucraino del del XIX secolo era stata predetta da Mazzini e che uomini come Dragomanov, Kostomarov, Savic, fino a Franko e Lesya Ukrainka, avevano evocato chiamando l'Europa a sostenere l'Ucraina. I tempi non erano maturi, la pace  sarebbe passata e passa attraverso l'unità e la libertà dell'Ucraina intera i cui confini erano più vasti di quelli del 2013. Essi toccavano il fiume Don ben oltre il Donbass, oltrepassavano a sud est  il Kuban fino all'amica Georgia. Oggi l'Europa ha bisogno dell'Ucraina libera per riconoscere nell'Europa dei popoli il suo futuro senza dover cantare "Bella ciao" per essere libera da un odioso occupante e ricordare che non è una canzone comunista, ma una canzone di libertà che ha ritrovato la sua origine. (Enrico Martelloni)

Bella Ciao - La versione italiana

 

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