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Lettere in redazione. Costi dell’acqua e gestione pubblica, la riflessione di un Pierluigi Recati

Dove i sindaci dei comuni coinvolti dovrebbero reagire alla rapina della Publiacqua, chiedendo, come si è visto,...

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Acqua Acqua © NN
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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera firmata da Pierluigi Recati, che interviene con toni critici sul tema della gestione del servizio idrico nel Mugello da parte di Publiacqua. Recati esprime preoccupazioni riguardo ai costi sostenuti dai cittadini, tracciando un confronto con altre realtà territoriali e denunciando una situazione che, a suo avviso, affonda le radici in un sistema di gestione politico-amministrativa consolidato e inefficiente. A seguire la lettera diffusa:

Il recente intervento del Sindaco Claudio Scarpelli sui costi dell’acqua nel Mugello fatti da Publiacqua dimostrano come il Mugello sia considerato il parco buoi da sfruttare senza paura dagli organismi amministrativi della Toscana.
Dove i sindaci dei comuni coinvolti dovrebbero reagire alla rapina della Publiacqua, chiedendo, come si è visto, un raffronto con le gestioni della Romagna dove i prezzi sono inferiori del 50%.
Il Mugello non può e non deve sottostare alle decisioni di Sara Funaro, che pur essendo presidente dell’Area Metropolitana, non è in grado di agire nell’interesse dei mugellani.

Nella gestione dei consorzi o enti addetti al servizio dei mugellani, come quello dell’acqua o della raccolta della nettezza urbana, siamo di fronte a organizzazioni di partito che traggono convenienza da gestioni che non agiscono nel legittimo interesse dei cittadini.
Sì, in Toscana, sotto il beneplacito dei partiti di sinistra che sono stati al comando da 80 anni, si è creato un sistema di connivenza fra politica e organizzazioni amministrative del territorio che hanno vissuto sulle spalle degli abitanti del territorio da loro amministrato.

Non solo per quanto riguarda le tariffe dell’acqua, che risultano esagerate, in special modo rispetto a quelle della Romagna, ma comunque a tutte le organizzazioni ad uso di manutenzioni del territorio: vedi i consorzi di bonifica, quelli per la raccolta della nettezza urbana, come pure tutte le organizzazioni nate per compendiare l’assistenza sanitaria.

È un problema duro da affrontare, perché sarebbe semplice se, quando andiamo a votare, potessimo fare quelle scelte che metterebbero fuori causa le parti politiche che hanno determinato questa situazione di inefficienza e ladrocinio.
Ma purtroppo i partiti che sono al potere, con questa ragnatela di organizzazioni che hanno creato in funzione di duplicare il funzionamento delle aziende pubbliche o semi pubbliche, si sono assicurati per appartenenza una base di votanti a loro fedeli, che in ogni modo e in ogni maniera seguita a dare loro il voto.

E quindi, da parte degli esponenti politici sani che non sono compromessi con il sistema di connivenza creatasi nel nostro territorio, non ci resta, come fa Claudio Scarpelli, ex sindaco di Firenzuola, portare a conoscenza della popolazione tali situazioni di inefficienza e ladrocinio.

Sì, i comuni del Mugello sono male amministrati, incapaci di svolgere una politica assennata nell’interesse dei propri amministrati e non idonei a chiedere di effettuare quelle scelte di ristrutturazione del territorio in funzione di andare a creare una nuova vita più semplice e migliore di quella attuale, determinata dalle scelte degli attuali amministratori.

Recati Pierluigi

A seguire pubblichiamo anche la lettera aperta di Pierluigi Recati indirizzata a Sara Funaro, Sindaco di Firenze e presidente dell’Area Metropolitana Fiorentina. Recati interviene nel dibattito sulla gestione della proprietà di Publiacqua e sull’integrazione con il servizio di raccolta rifiuti gestito da A.L.I.A., esprimendo perplessità e critiche sulla direzione politica intrapresa. A seguire la lettera diffusa:

Lettera aperta a Sara Funaro, Sindaco di Firenze e presidente dell’Area Metropolitana Fiorentina.

A seguito della richiesta dei 12 sindaci del Mugello di rivedere le decisioni prese in ambito spartizione della proprietà di Publiacqua, a cui Sara ha risposto picche dicendo che le decisioni sono già state prese e che la proprietà della Publiacqua sarà divisa con l’ente di gestione della raccolta della nettezza urbana A.L.I.A., io mi son rammentato di suo nonno Piero Bargellini, che era un democristiano doc, che non si sarebbe mai intruppato col Partito Comunista come invece ha fatto sua nipote Sara Funaro.

Certo, la gestione dell’acqua insieme alla raccolta dei rifiuti solidi urbani di A.L.I.A. è un bell’affare su cui conviene mettere le mani, e i partiti che governano Firenze non se lo lasciano scappare. A tal proposito è interessante l’articolo scritto su Il Galletto da Claudio Scarpelli, dove si fa un confronto con le tariffe in vigore nei comuni di Marradi, Palazzuolo, Castel del Rio e la Romagna tutta, e dove risulta che le tariffe della Publiacqua sono più alte del 50–60%.

Ecco perché io ho scritto un articolo pubblicato su Il Filo e su OK Mugello che vi allego.

Sarebbe l’ora che i fiorentini si rendessero conto che dal Mugello arrivarono i Medici, e che dai Medici nacque il Rinascimento, dando la possibilità ai personaggi illustri di quel periodo di creare a Firenze la culla della civiltà.

È per questo che valorizzando il Mugello si valorizza Firenze, e se sapremo fare quelle scelte che sarebbero opportune per gli anni 2030, faremmo sì che a Firenze rinasca il nuovo Risorgimento Fiorentino.
La smettano di chiederci se nel Mugello ci sono i lupi. Sì, nel Mugello ci sono i lupi, che sono animali intelligenti che sanno apprezzare le caratteristiche del territorio.

Poi, in fondo, cosa ha bisogno Firenze? Di liberarsi dalle filosofie post-comuniste, dove non vien permesso operare all’intelligenza umana e agire libera dai vincoli partitici che la mortificano e ne riducono la capacità di dar vita alle opere che il nostro territorio e Firenze potrebbero esprimere.

A seguito delle modifiche delle strutture esistenti, già obsolete, e delle nuove costruzioni viarie di Firenze, si permetterebbe all’intelligenza degli abitanti di Firenze e del suo territorio di tornare ad esprimersi con quell’intelligenza che, nel 1400, portò uomini a produrre le opere d’arte più prestigiose del mondo.

Recati Pierluigi

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