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Gli adolescenti e il rapporto con i caregiver

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Adolescenti e Caregiver Adolescenti e Caregiver © Markus Spiske
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L'adolescenza è un periodo particolarmente complesso: oltre alla maturazione sessuale e alla comparsa dei caratteri sessuali secondari (cambio della voce, crescita della peluria nei maschi, inizio del menarca e crescita del seno nelle femmine), è presente una trasformazione del mondo interiore caratterizzata da vari conflitti e insicurezze: accanto al cambiamento dello schema corporeo, che è molto rapido, vi è, infatti, quello psichico che è molto più lento. In questo passaggio da un corpo infantile a uno adulto possono sorgere delle difficoltà dovute alla mancata accettazione di questa trasformazione, fino all'insorgenza di vere e proprie patologie come l'anoressia mentale o la dismorfofobia, solo per citarne alcune, in particolare nelle ragazze.

Spesso, ricostruendone la storia, troviamo in questi individui problemi di autostima dovuti a un accudimento carente nella prima infanzia. Infatti, sappiamo ormai da tempo quanto la relazione con il care-giver, nel primo anno di vita, sia importante nello sviluppo di un Io adeguato nel bambino e sappiamo quanto le madri, talvolta, si trovino in difficoltà alla nascita di un figlio, un evento che ha le caratteristiche della straordinarietà nella vita di una donna, quando cambia il rapporto con il proprio partner, con i familiari, la percezione di sé stesse e, in generale, il rapporto con il mondo come è stato vissuto fino a quel momento.

Per tutto il primo anno di vita e oltre, il bambino è completamente dipendente dalla madre (gli esseri umani hanno il periodo più lungo di non autosufficienza rispetto all'intera classe dei mammiferi), per cui la qualità della relazione è molto importante; sappiamo del fenomeno del “baby-blues”, che è una sorta di malinconia lieve che si risolve nel giro di qualche settimana e che è comune a molte donne, mentre talvolta si può presentare una “depressione post-partum” che, invece, ha un'altra durata e un'altra intensità, un disturbo dell'umore che insorge entro sei-nove mesi dal parto e può durare da alcuni mesi a oltre un anno. Altra situazione, ancora più grave, è quella della “psicosi puerperale” che si manifesta entro una settimana/un mese dal parto, in cui possono essere presenti deliri e allucinazioni o disturbi di tipo affettivo propri della depressione.

Alla base di questi disturbi, più o meno gravi, spesso ci sono problematiche come la scarsa autostima, la paura dell'abbandono legata a difficoltà di separazione, disturbi d'ansia o depressioni precedenti al parto; ricostruendo la storia cdi queste donne, spesso ci troviamo di fronte a situazioni complicate, conflitti familiari importanti, traumi, abusi fisici o psicologici, mancato accudimento nell'infanzia, problematiche attuali o pregresse che ricadono inevitabilmente sul neonato che si trova a crescere in un clima non propriamente sano.

L'adolescente, che non è più un bambino, ma non è ancora un adulto ed è alla ricerca della propria identità, intesa come insieme di valori, convinzioni, affetti, desideri e molto altro, può trovarsi, allora, di fronte a dinamiche di rapporto con i pari che sono state presenti nell'infanzia e che ripropongono delusioni, difficoltà di separazione, ferite mai rimarginate; tutto questo in una fase della vita in cui i rapporti con i coetanei sono fondamentali perché vanno a sostituire progressivamente le relazioni familiari. Inoltre, a questa età riemerge prepotente la sessualità che, dopo una fase di “latenza” legata all'infanzia, si manifesta nella ricerca del rapporto con l'altro sesso, rapporto che può presentare delle difficoltà se l'attaccamento al care-giver è stato problematico.

In conclusione, è importante seguire le donne che si preparano al parto, non solo da un punto di vista fisico, con i corsi pre-parto che normalmente si svolgono nei Consultori o presso gli Ospedali, ma anche da un punto di vista psichico, per sostenerle nel miglior modo possibile in questo compito così bello, ma anche così gravoso e pieno di responsabilità. E’, dunque, necessario, in questo senso, anche un percorso post-partum che coinvolga anche i padri e, se possibile, anche altri familiari per far sì che crescano bambini sereni che si trasformeranno poi in adolescenti curiosi in grado di realizzare la propria identità, pur con tutte le difficoltà fisiologiche legate alla complessità di questo periodo della vita, ma senza la sofferenza di quelle patologie che ne impediscono uno sviluppo sano e sereno.

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