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Giani si auto-ricandida alla Regione Toscana. Mentre la sinistra si incarta, lui spariglia

Non l’hanno presa bene al Nazareno. Ma Eugenio Giani, governatore uscente, è convinto di avere i numeri giusti per ricandidarsi.

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Eugenio Giani Eugenio Giani © facebook
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Ormai la partita per le regionali, anche se non ufficialmente aperta, è già iniziata.
A sinistra si prova a tenere a bada l’“affaraccio” pratese – ricordiamo che l’ormai ex sindaca Bugetti, ufficialmente decaduta, è indagata per corruzione per fatti risalenti al periodo in cui era consigliera regionale, proprio con Giani presidente - nel frattempo, nelle segrete stanze, il segretario regionale Emiliano Fossi e il parlamentare Marco Furfaro, delegati dalla segretaria Elly Schlein, cercano di tessere la tela del famoso “campo largo” con Sinistra e Movimento 5 Stelle. Peccato che gli alleati nicchino – forse memori del tonfo sardo.
E mentre si tergiversa, Eugenio Giani gioca d’anticipo: zittisce voci, smentisce pettegolezzi e annuncia ai microfoni che il candidato giusto è lui. E sarà ancora lui.

Una certezza granitica, alimentata dal brillante risultato del sondaggio de Il Sole 24 Ore e dagli endorsement ricevuti da tanti sindaci di quella Toscana che Giani ha attraversato palmo a palmo, stringendo mani, promettendo cose e distribuendo sorrisi da Abbadia San Salvatore a Zeri (in rigoroso ordine alfabetico).

Ma l’auto-candidatura, da sola, non basta a incoronarlo di nuovo. Sul tavolo ci sono gli equilibri politici e le correnti del partito.
Il caso Campania, dove De Luca punta al terzo mandato e il PD ragiona su una candidatura condivisa con i 5 Stelle (magari con Roberto Fico), complica tutto. E rischia di penalizzare anche il governatore toscano.

A poco serve aver visitato tutti i 273 comuni della regione o conoscere ogni aneddoto storico, ogni pieve, ogni sagra. I vertici del partito sembrano preferire altri, magari Emiliano Fossi uomo di area Schlein.
Neppure il 58,5% di gradimento – con un balzo in avanti del 6,5% rispetto al 2024 – che fa di Giani il quarto presidente di regione più amato d’Italia e il primo tra i governatori di centrosinistra, sembra bastare.

Forse, al Nazareno, hanno capito che fare il governatore non è solo tagliare nastri, fare selfie, raccontare pillole di storia o tuffarsi nell’Arno a Capodanno e Ferragosto?
Governare significa prendere decisioni, risolvere problemi, affrontare crisi.
Magari, ogni tanto, stare anche chini sulla scrivania nel palazzo del Pegaso.

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Commenti 1
  • Maria G

    Se ha i numeri giusti li potrebbe anche giocare all'atto oppure superenalotto Dipende da quanti ne ha

    rispondi a Maria G
    sab 12 luglio 07:17