Esplosione di Ponte a Vicchio. Dettagli e testimonianze © n.c.
L' esplosione Poteva essere una strage. La palazzina di Ponte a Vicchio, dove sabato sera si è verificata l'esplosione per la fuga di gas, era stata ristrutturata e consolidata di recente (solo alcuni anni fa). Se una cosa del genere si fosse verificata prima dei lavori le conseguenze sarebbero state ben peggiori. Intanto i due feriti, ancora ricoverati, stanno meglio e le sei famiglie che a abitavano (cinque straniere e una italiana) si sono trasferite da parenti e amici. Sul fianco della casa (quello 'sventrato' dall'esplosione) è stata montata un'impalcatura di sostegno per evitare danni ulteriori e l'immobile resta inagibile (l'appartamento dove è avvenuto lo scoppio anche sotto sequestro). Ma i giovani stranieri che vi abitano (alcuni dei quali con bambini piccoli) sperano di poter tornare presto nelle loro case. E raccontano: "Ci hanno detto che presto inizieranno i lavori; speriamo di poter rientrare in casa al più presto". Intanto emergono anche altri interessanti particolari. Come la testimonianza del sindaco; che intorno alle 23:30 di sabato (mentre era in casa) ha sentito distintamente l'esplosione e poi le sirene dei soccorsi. E che poi la mattina seguente è stato chiamato dal maresciallo ed ha ricevuto la notizia. Nella deflagrazione, seguita da un principio d’incendio, sono rimasti feriti due uomini macedoni di 37 e 50 anni, ricoverati a Borgo e Careggi. "Non ero in casa al momento dell'esplosione - spiega il giovane macedone che abita nell'appartamento dello scoppio. C'erano un mio cugino ed un conoscente, che sono le due persone ricoverate a Borgo e Careggi. E che per fortuna ora stanno meglio.


