Vasco Pratolini © facebook
I romanzi di Vasco Pratolini è un po' come entrare nelle ventre di questa città, carpirne gli odori, conoscere le passioni, le miserie, le vicende storiche e umane. Pochi autori hanno saputo raccontare Firenze con la stessa asciutta precisione e allo stesso tempo restituire anche un affresco puntuale dell'intero Paese.
Gli eroi di Pratolini, anzi gli anti-eroi, come ci si aspetta da uno dei padri del Neorealismo, sono rappresentanti delle classi popolari e le loro vicende sono quelle in cui ogni lettore si può ritrovare, indipendentemente dai contesti storici in cui sono state pensate.
Nato in pieno centro storico, via de' Magazzini, da una famiglia operaia, fu presto costretto, per varie vicissitudini, a svolgere molti lavori per contribuire economicamente al bilancio familiare interrompendo gli studi che avrebbe ripreso solo anni dopo, autonomamente e con profitto.
Negli anni '30 conobbe Ottone Rosai, Eugenio Montale e Aldo Palazzeschi, che furono importanti per indirizzare gli interessi di Protolini verso l'arte e la letteratura.
Alla fine di quel decennio iniziò le prime collaborazioni letterarie. Dei primi anni '40 le prime stesure di opere e romanzi che anni dopo lo avrebbero reso famoso, nonché le collaborazioni con i registi Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni in veste di sceneggiatore. Nell'estate del '43, trasferitosi a Roma, partecipò alla lotta di Resistenza.
Tra '46 e '47 pubblica il romanzo autobiografico "Cronaca familiare" e "Cronache di poveri amanti" in cui racconta il ventennio fascista di sfondo alle vicende di via del
Corno, opere che aveva iniziato anni prima. Del 1944 la pubblicazione de "Il quartiere" in cui tratteggia il passaggio tra l'adolescenza e la giovinezza dei ragazzi di Santa Croce.
Tra le altre opere ricordiamo "Metello" (1955), che narra le vicissitudini di un muratore fiorentino agli albori del socialismo e del movimento operaio e "Le ragazze di San Frediano" (1952) che immortala la figura patetica e sbruffona di Aldo Sernesi, detto Bob, che dalle 'sue' ragazze riceverà una punizione esemplare.
Vasco Pratolini è sepolto a Firenze nel Cimitero monumentale delle Porte Sante e a lui è intitolato il viale che costeggia l'area di piazza Tasso.


