
Sono due i cardinali elettori che prossimamente entreranno nella Cappella Sistina per il prossimo Conclave. Quello che eleggerà il successore di Papa Francesco al soglio pontificio in rappresentanza della Toscana anche se nessuno dei due è toscano di nascita.
In comune hanno anche essere personalità strettamente legate anche a Roma e alla Curia:
Il primo nome è quello del folignate Giuseppe Betori, classe 1947, arcivescovo emerito di Firenze di cui è stato Arcivescovo dal 2008 al 2024 e in precedenza aveva ricoperto per sette anni l’importante incarico di segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana sotto la presidenza di Camillo Ruini.
Betori è al suo secondo Conclave, fu tra i grandi elettori che parteciparono, 12 anni fa, all’elezione di Jorge Bergoglio.
Fatto cardinale da Benedetto XVI il 18 febbraio del 2012, Betori ha retto l’archidiocesi metropolita di Firenze succedendo a un altro cardinale umbro, il tuderte Ennio Antonelli, 88 anni, che fu a capo della chiesa fiorentina dal 2001 al 2008 ma che non sarà in Conclave per aver superato gli 80 anni. Il porporato umbro ha partecipato a due conclavi, quello per l’elezione di Papa Ratzinger e quello che ha scelto Papa Francesco.
Sulla figura di Papa Francesco e l’importanza del suo pontificato, Betori che sappiamo nel Conclave del 2013 non essere stato all'inizio uno dei suoi preferiti, ha affidato una lunga nota che è uscita sulle colonne di Toscana Oggi, il settimanale delle diocesi toscane.
Ecco alcuni stralci della sua intervista: «Il mio pensiero nel ricordarlo non può che partire dal primo momento del mio incontro con lui, in quel Conclave che lo elesse successore di Benedetto XVI. La figura di questo pastore emerse nel suo valore durante gli incontri in cui l’intero collegio si raccoglie prima dell’inizio del Conclave vero e proprio, un momento importante, che precede quello delle votazioni, dove ci si confronta sul futuro della Chiesa.
Fu subito a tutti chiaro lo spessore della persona, la consapevolezza che egli aveva del cambiamento epocale, la lucidità della sua visione ecclesiale, lo slancio missionario che animava l’allora arcivescovo di Buenos Aires. Per i cardinali quanto poi Papa Francesco ha indicato e promosso nel suo pontificato non è stata una novità, in quanto tutto era già contenuto nell’intervento che egli fece in quegli incontri».
«La grandezza della Chiesa - scrive ancora Betori - e la perenne novità dello Spirito Santo permettono di non avere mai un Papa copia del suo predecessore, ma sempre una figura originale. Nella sua originalità, in particolare, Papa Francesco si è posto in modo complementare a Benedetto XVI.
Jorge Mario Bergoglio scelse di chiamarsi Francesco, in onore del Poverello di Assisi, un nome impegnativo nella storia della Chiesa, che non poteva non toccare il mio cuore di umbro, e lo ha avvicinato subito anche alla Toscana e a Firenze, dove San Francesco è stato una presenza vivificante dal punto di vista spirituale e sociale. In questi anni-ricorda Betori- sono stati tanti gli incontri ufficiali e quelli personali fraterni con il Papa che non ha mai mancato di dimostrare attenzione per la città di Firenze e per la Chiesa fiorentina, da cui negli anni del mio episcopato ha tratto ben cinque vescovi. Obbedienza, comunione, gratitudine per la benevolenza nei miei confronti sono i sentimenti che in questo momento accompagnano la mia preghiera nel ricordo del Santo Padre».
Azzardiamo, data l'età le possibilità che Betori possa uscire dal Conclave Papa sono quasi pari a zero.
Il secondo rappresentante della Toscana satà Augusto Paolo Lojudice, cardinale arcivescovo di Siena, Colle val d’Elsa, Montalcino, Montepulciano, Chiusi e Pienza.
Lojudice, romano, classe 1964, da sempre vicino al pontefice argentino anche se giovane è stato vescovo ausiliare di Roma, è stato nominato vescovo da Bergoglio nel 2015, è arrivato a Siena nel 2019, è stato creato cardinale sempre da Bergoglio nel 2020 ed è presidente dei vescovi toscani, succedendo allo stesso Betori.
Anche per lui paiono scarse le probabilità di essere eletto Papa data la giovane età, ma a precisa domanda non si è tirato indietro ed ha risposto: "Siamo tutti papabili e nessuno si tira indietro. Non credo sia giusto fare quiz. In conclave ci sarà l'abbandono fiducioso alla grazia di Dio, nel conoscersi e poi indicare quale sarà il successore di Papa Francesco. Ci lasceremo guidare dallo Spirito Santo, sarà lui il protagonista assoluto”.
Da sottolineare infine, che pur non entrando in Conclave un ruolo importante lo avranno anche i porporati toscani non elettori che hanno superato gli 80 anni di età.
Sono tutte personalità forti che partecipando agli incontri che precedono il Conclave possono orientare le scelte degli elettori.
Sono toscani non elettori il cardinale fiorentino Gualtiero Bassetti, ex segretario della Conferenza Episcopale Italiana, ed è toscano anche Lorenzo Baldisseri, nato a Barga e infine Angelo Comastri, nato a Sorano, arciprete emerito della basilica di San Pietro.
Il Conclave in breve
Anche sei Cardinali sono 252, gli elettori con diritto di voto sono 135 (anche se in bilico c'è la posizione del cardinale spagnolo Carlos Osoro Sierra, che compirà 80 anni il prossimo 16 maggio). Il numero degli elettori, mai così tanti ed è questo un record, in realtà è già sceso a 133 a causa del forfait per motivi di salute dello spagnolo Antonio Canizares e dell’arcivescovo emerito di Sarajevo Vinko Pulji.
Per avere il nuovo Pontefice serviranno i 2/3 dei voti, il quorum è quindi di 90 (92 con Becciu).
Il conclave avrà inizio tra il 15esimo e il 20esimo giorno dalla morte del Papa.
La prima data utile è quindi quella del 5 maggio, ma qualora i cardinali elettori dovessero essere tutti a Roma e d'accordo tra loro l'avvio del Conclave potrebbe essere anticipato.
L'ultima data utile è comunque il 10 maggio.
Per quanto riguarda la divisione dei porporati 108 sono stati creati da Papa Francesco, 22 da Papa Benedetto XVI e 5 da San Giovanni Paolo II.
Dei 135 cardinali chiamati al voto 59 saranno i cardinali provenienti dall'Europa (19 dall'Italia), 37 dalle Americhe (16 dall'America del Nord, quattro da quella centrale, 17 dall'America del Sud), 20 i cardinali dall'Asia, 16 dall'Africa, tre dall'Oceania.
Il nodo Becciu
Il nodo più spinoso da sciogliere, che rischia addirittura in ipotesi di inficiare la votazione del futuro Pontefice, è la posizione del cardinale Angelo Becciu, che papa Francesco ha privato delle prerogative legate al cardinalato.
Attualmente non figura fra l'elenco degli elettori, ma nonostante la perdita di privilegi, Becciu non è mai stato formalmente rimosso dal Collegio dei Cardinali, e mantiene il diritto di partecipare alle discussioni pre-conclave e, lo ha già dichiarato vuole partecipare all'elezione del nuovo Papa.
Brevemente ricordiamo che nel 2020 Papa Francesco lo aveva costretto a rinunciare ai “diritti e privilegi” del cardinalato dopo cheera stato coinvolto in un grave scandalo finanziario che ha scosso la Curia romana. In sostanza, conservava il titolo cardinalizio, ma cessava da ogni incarico nella Curia romana e perdeva il diritto di entrare in un futuro Conclave.
Nel 2023, il cardinale è stato condannato in primo grado dal tribunale penale vaticano per appropriazione indebita e frode, diventando così il primo porporato a essere riconosciuto colpevole da un tribunale della Santa Sede.
Nel prossimo autunno è atteso l'appello. In attesa dell’esito, gli è consentito di continuare a vivere in un appartamento in Vaticano.
Adesso il porporato sardo, invitato alle Congregazioni generali pre-Conclave al pari di tutti gli altri cardinali, manifesta l'intenzione di partecipare anche al voto per il nuovo Papa.
"Richiamandomi all'ultimo Concistoro - ha dichiarato all'Unione Sarda - il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto".
Sulla pretesa di Becciu dovrà decidere la congregazione generale dei cardinali, una sorta di voto che dovrà esserci anche sui membri che hanno da poco superato gli ottanta anni, limite d'età.
Con la sua partecipazione, il numero dei votanti al Conclave salirebbe da 135 a 136 ma il nodo da sciogliere non è indifferente, anche se da quanto serpeggia dalle mure vaticane pare che dopo le prime riunioni ci sia un sì alla partecipane del porporato sardo in Conclave.