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Tav Firenze: eppur si muove

I primi passi dopo 25 anni della grande opera che cambierà le viscere di Firenze.

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I cantiere Tav I cantiere Tav © facebook
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Dopo il nostro primo approfondimento sul "grande buco nero" della Tv di Firenze (articolo qui) proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta della mastodontica opera che, ricordiamo a fronte di un investimento complessivo di circa 2,7 miliardi di euro farà guadagnare ai viaggiatori dell'alta velocità ferroviaria ben 7 minuti di percorrenza.

Un'opera ciclopica per le dimensioni  ed epica per le leggende che porta in se in un quarto di secolo di esistenza del cantiere nell'area di Campo di Marte.
Ricordiamo che era il 1998 e sindaco di Firenze era l'intellettuale Mario Primicerio quando l'opera prese il suo avvio preceduta da due (e fino a pochi giorni fa unici) incontri pubblici con i cittadini sotto i cui piedi sarebbe dovuta passare la "talpa".
Era l'anno della strage del Cermins, dell'alluvione di Sarno e della straordinaria vittoria al giro d'Italia di Marco Pantani. Ma era soprattutto l'anno in cui Larry Page e Sergey Brin, due brillanti studenti dell'università di Stanford fondano Google Inc. nel garage (affittato per 1.700 dollari al mese) di una villetta, al numero 232 di Santa Margherita Avenue in Menlo Park, nel cuore della Silicon Valley californiana. Un'invenzione che ha rivoluzionato le nostre vite.

Un quarto di secolo dopo, ovvero nello scorso maggio nel sottosuolo di Firenze dopo questo lungo letargo ha ricominciato a muoversi "la talpa" che oggi, uscita dall'area di cantiere di Campo di Marte è circa a metà del suo percorso.

354 sono gli edifici considerati a rischio e alcuni di loro sono già al terzo testimoniale di stato (perché le due ditte precedenti sono fallite) e Rfi nei giorni scorsi ha incontrato i cittadini sotto i cui piedi passeranno i treni per le informazioni e rassicurazioni del caso.

Grazie a Chiara Giovannini, cittadina attiva e amministratrice del gruppo social "Noi del Campo di Marte" che ha visitato l'area di cantiere abbiamo avuto ulteriori lumi sullo status quo del cantiere. 
Anche se Rfi ha specificato che per sua politica "non parla con la stampa" grazie a Chiara che giornalista per sua fortuna non è, riportiamo il suo report della visita premettendo che la visita è stata condotta da personale Rfi.

La Stazione Belfiore sarà sottoterra per la precisione intorno ai 24 metri sotto il livello stradale con una copertura che invece arriverà a 18 metri sopra il livello stradale. Ad oggi lo scavo è a circa la metà, sui 12 metri. 
I binari saranno nel piano più basso, mentre i piani ammezzati saranno utilizzati ad uso commerciale.
Al piano stradale ci sarà l'intermodalità, ovvero un binario che permetterà di raggiungere la Stazione di Santa Maria Novella e le scalette che porteranno alla fermata Redi della tramvia.
La Stazione Belfiore sarà lunga grosso modo da poco dopo l'inizio del cantiere lato via Circondaria e finisce prima del palazzo Mazzoni.

Arriviamo alle spiegazioni sulla talpa. 
La talpa è stata inaugurata a maggio, ma dopo la cerimonia la fresa ha scavato circa 10 metri e poi si è fermata.
Il motivo secondo la narrazione di Rfi risiede nel fatto che l'area in cui essa si trovava non permetteva di poter montare tutti i moduli che la compongono. Cosa che è potuta avvenire solo una volta che ha percorso i primi 10 metri per permettere così di poter essere completamente montata.

Terminato questo passaggio importante la talpa è stata rimessa in funzione a novembre. Da sottolineare che essa non solo scava soltanto ma contemporaneamente riveste la galleria.
Allo stato attuale, anche se molti fiorentini lo hanno già potuto verificare, ha superato il Ponte del Pino e continuerà il suo percorso che la porterà a sbucare alla stazione Belfiore.

Quando sarà giunta lì si fermerà in attesa che arrivi l'altra fresa che, sempre dalla stazione del Campo di Marte, partirà per fare la galleria gemella a 20 metri di distanza dall'altra.
Quando arriverà alla stazione Belfiore anche la seconda fresa entrambe verranno portate poi a scavare dalla stazione Belfiore verso l'area di Castello, dove si connetteranno alla linee alta velocità già presente.
Per quanto concerne il Ponte del Pino ho appreso che la spalla sinistra del ponte è stata rinforzata e il ponte dovrebbe essere rifatto, come annunciato anche dall'assessore Giorgetti nell'ultimo consiglio comunale, a luglio agosto del 2025.
Tutti i cittadini tramite la mail si possono mettere in lista per visitare il cantiere e per fare domande sui lavori della TAV.

Ovviamente dal report di Chiara niente sappiamo del passante già colabrodo di Castello, di cosa sia avvenuto realmente al Ponte del Pino lo scorso 12 dicembre con il gyser di fango che ha invaso la strada, ne del perché in via Cittadella si sta già procedendo a "iniezioni" di cemento armato per consolidare le fondamenta delle case.
Tanti fiorentini guardano con preoccupazione a quanto già successo a Bologna, dove Rfi ha ammesso "ci sono stati alcuni imprevisti di natura geologica che sono stati riscontrati durante l’esecuzione dei lavori”. Ma è certo, e basta chiederlo, 
che la qualità della vita della popolazione che vive nelle vicinanze dei cantieri è stata sconvolta da polveri, inquinamento acustico anche nelle ore notturne, traffico congestionato, allagamenti, interminabili danni alle fognature, miasmi, proliferazione di ratti, vistose crepe negli edifici e conseguenti evacuazioni.

Crediamo solo che il diktat di non parlare con i giornalisti favorisca solo la proliferazione di fake news e leggende metropolitane, a noi rimangono tante domande senza risposta che Rfi non vuole soddisfare.

Speriamo almeno lo voglia fare il comune di Firenze per quelle opere collaterali su cui dopo il report di Chiara che ringraziamo ci rimangono in testa tanti punti interrogativi.
Due argomenti su tutto: parcheggione via Campo d'Arrigo e sotto attraversamento stradale largo Gennarelli - via Mannelli.

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