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LiberaMente a Sinistra: Critiche e proposte nel conclusivo Consiglio Comunale di Scarperia e San Piero

Con lo scadere del mandato amministrativo, LiberaMente a Sinistra, invia alcune considerazioni riguardo all’ultimo consiglio comunale di Scarperia e San Piero

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Liberamente a sinistra Liberamente a sinistra © NN
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Come gruppo LMS, abbiamo ricordato che è in atto una raccolta firme per portare la risonanza magnetica in ospedale, in modo da agevolare sia gli utenti, che possono trovare nel presidio ospedaliero una risposta diagnostica completa, che i lavoratori della sanità che a oggi devono accompagnare i pazienti critici, con un mezzo di soccorso fuori dal presidio con tutte le criticità immaginabili, invitando anche giunta e consiglieri, a sottoscrivere l’appello. Questo porterebbe anche a una valorizzazione dell’ospedale stesso.

In merito alle istanze presentateci da alcuni cittadini, a cui sono seguiti question time e domande di attualità, possiamo dire che:
- La deroga al rumore per l’autodromo, per il momento, è stata data temporaneamente fino al 26 Giugno.
- Riguardo ai cedri abbattuti nel giardino pubblico di Sant’Agata, e che apparentemente non mostravano segni di malattia, è stato dichiarato che viste le dimensioni che avevano raggiunto, sono stati considerati pericolosi sia per il vicino Centro Polivalente, che per le abitazioni.

- Sulla fonte di Poggiolo, sulla strada che va verso Marcoiano, poco prima di Bagnatoio, sotto la sorgente Palina, piccola fonte che è da molto tempo inagibile a causa di un incidente stradale che ha reso la balaustra sul ponte soprastante pericolante, ci è stato riferito che il tutto, per un adeguato ripristino, sarebbe stato preso in carico al più presto.

- Riguardo alle osservazioni sul POC, è stato confermato che potranno essere fatte entro il 10 Maggio, anche se per il momento una data certa per l’incontro da farsi a riguardo nell’abitato di Scarperia, non è stata indicata.
- Sull’ingresso in Farmapiana, società completamente pubblica, abbiamo fatto alcune osservazioni:

Come più volte dichiarato, anche se trattasi di società interamente pubblica, la forma societaria per volere del Consiglio Di Amministrazione (nel quale visto che partecipiamo solo per il 2,4%, non vi faremo parte) da interamente pubblica può passare a mista, pubblico privata, fin poi, se ritenuto necessario, anche a una quotazione in borsa. A oggi non si ravvisa in tal senso questo obbiettivo, ma comunque, viste le potenzialità, e visto che gli utili generati nella forma societaria non hanno obbligo di reinvestimenti, per la gestione dei servizi preferiamo di gran lunga la forma consortile, che se ce ne fosse la volontà politica, a livello di unione dei comuni potrebbe gestire molte cose. 

Non abbiamo per la questione della gestione delle farmacie, ben analizzato il discorso della possibilità di affidamento con bando regionale, e questo ci ha impedito di capirne a 360° le potenzialità, anche se i tempi per portarlo avanti, sarebbero stati comunque abbastanza lunghi. Anche l’impegno di partecipazione in Farmapiana fino al 2060, risultato per noi molto lungo, ci ha fatto scaturire dubbi sulla decisione presa. 

Riguardo al punto sulla gestione dei rifiuti, visto che ancora non riusciamo ad attuare una tariffazione veramente puntuale, ovvero, pesando l’indifferenziato prodotto, ma una tariffazione che agevola comunque la produzione di rifiuti (e non il riutilizzo di tutto quanto è riutilizzabile, prima di andare al riciclo; senza la produzione di differenziato non possiamo infatti avere sconti), abbiamo rimarcato come questa modalità di tariffazione, rilevi delle storture. Ha creato infatti difficoltà alle attività che non producevano verde, visto il peso specifico calcolato a bidone messo fuori (non il peso effettivo) più alto rispetto a quello degli imballaggi. I bidoni infatti vengono ritirati anche se non completamente pieni, e calcolati, sia per differenziato che per indifferenziato, con un peso specifico, un peso quindi non puntuale. Con questa modalità di tariffazione poi, nel Piano Economico Finanziario che determinerà il costo della gestione dei rifiuti, rischiamo di vederci addebitati per smaltimento e riciclo, anche il costo di rifiuti che oggettivamente non produciamo. 

Come gruppi di sinistra, in linea con la strategia “Rifiuti zero”, abbiamo più volte sollecitato la raccolta porta a porta, che comunque ha valorizzato i nostri territori togliendo i cassonetti dalle strade ed ha incrementato la percentuale di raccolta differenziata, ma la tariffazione deve andare nella direzione della pesatura oggettiva dell’indifferenziato prodotto, nell’ottica di chi più produce rifiuto, più paga.

Il tipo di tariffazione che abbiamo oggi invece, calcolato su base fissa sui mq degli immobili e sul numero dei componenti il nucleo familiare, e per la parte variabile sul rapporto tra differenziato e indifferenziato prodotto, non incentiva di fatto la minor produzione di rifiuti, ma per quanto riguarda il differenziato, incentiva l’opposto. Solo una politica di diminuzione della produzione dei rifiuti può diminuire il costo della gestione degli stessi e del consumo delle risorse, come oltretutto indica la strategia “rifiuti zero”, indica come strada anche quella della diminuzione dell’utilizzo di imballaggi. Per portare avanti a livello sistemico questa politica, le aziende che a oggi producono imballaggi, dovrebbero essere agevolate per essere riconvertite ad altre attività.

Un ultimo punto che ci preme trattare è quello sulla Mozione che abbiamo presentato in consiglio per farsi rappresentare in CDA della Multiutility con voto contrario alla quotazione in borsa, accompagnato dall’impegno a lavorare a un percorso di ripubblicizzazione dei servizi in essa confluiti.

Tale mozione presentata per rispondere alla volontà dei cittadini riguardo la ripubblicizzazione del servizio idrico manifestata con il referendum popolare del 2011, per evitare il rischio di speculazione dei servizi determinata dalla possibile quotazione in borsa, e per rispondere alla esigenza di inalienabilità dei beni demaniali locali, e quindi delle reti di distribuzione dell’acqua appartenenti a Consiag (confluita in Alia, che costituirà poi la Multiutility), è stata respinta. La linea politica rimarcata dal centro sinistra del nostro comune, è stata quella di sempre. Favorevoli alla quotazione in borsa come possibilità di finanziamento, senza considerare le possibili speculazioni che potrebbero portare ad alzare ulteriormente la tariffazione dei servizi, e di conseguenza contrari a delineare un percorso di ripubblicizzazione dei servizi stessi. Riguardo alle reti idriche poi, con la quotazione in borsa si pensa di creare all’interno della Multiutility una ulteriore società completamente pubblica, che gestisca solo queste. 

Il tutto sembra a noi alquanto farraginoso e pericoloso, e comunque volontà di una classe politica dedita alla liberalizzazione dei servizi, e che purtroppo ha abbandonato le forme consortili nella direzione di quelle societarie, che abbiamo visto sono meno tutelanti sia per la gestione dei servizi stessi, che per i consumatori!

Per il gruppo LiberaMente a Sinistra
Tatiana Bertini 

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