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Sanità malata di affarismo. Gli atti violenti sono solo la punta dell'iceberg

La progressiva privatizzazione del sistema sanitario è la causa maggiore dell'esasperazione

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cartello anti aggressione cartello anti aggressione © nc
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Si fanno tanti programmi, si lanciano nuovi progetti, si realizzano nuovi siti e servizi web. Molti sono gli annunci ma quello che è certo è che la sanità dimostra sempre più di essere allo sbando e ostaggio della politica. A seguito dell'ultimo caso della devastazione della sede della Misericordia di Borgo San Lorenzo, effettuata da una persona in evidente necessità, come dobbiamo interpretare tutto ciò? Solo un atto violento (non giustificabile) da derubricare a cronaca? Oppure un ennesimo evidente caso di "mala sanità"?

Era il 5 di aprile quando pubblicai un mio commento su Facebook in cui evidenziavo l'assoluta inadeguatezza e inutilità del cartello affisso presso gli ambulatori dell'Ospedale di Borgo San Lorenzo, in cui si avvisa che: "offendere o aggredire verbalmente e fisicamente è reato". Come può un cartello raffreddare gli animi esasperati di tanti cittadini se non con l'eliminazione delle liste di attesa, la possibilità di avere più medici nei centri periferici, il non dover affrontare lunghe attese che talvolta si trasformano in odissee nei pronto soccorso con trasferimenti da un ospedale all'altro perché i reparti vengono chiusi per meri calcoli economici e tanti altri piccoli problemi che non potranno essere risolti solo con gli annunci.

Non si deve giustificare la violenza e la devastazione che si è verificata alla sede della Misericordia, ma è un ulteriore segno che la misura è colma. Chiaramente non auspico rivolte violente o sommosse, ma oltre alle promesse, alla strumentalizzazione politica della sanità (utile per fare carriera), al continuo impoverimento delle prestazioni fornite alla persona e l'instradamento subdolo verso la sanità privata, prima o poi qualcosa dovrà succedere per invertire la rotta a favore della popolazione e ritornare a una vera sanità pubblica Lo si potrà ottenere non eliminando i servizi, ma la corruzione e l'affarismo che gira intorno.

Saverio Zeni

 

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