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Sagginale. Voci e ricostruzioni a due settimane dagli allagamenti

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Sagginale. Voci e ricostruzioni a due settimane dagli allagamenti Sagginale. Voci e ricostruzioni a due settimane dagli allagamenti © n.c.
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A due settimane dall'alluvione che ha coinvolto la piccola frazione di Borgo San Lorenzo sono ancora vive le perplessità dei Sagginalesi sulla gestione da parte delle autorità della diga di Bilancino. Perché la manovra di 'svaso', volta ad abbassare il livello dell'acqua nella diga, è stata attuata tra le 8 e le 14 del 10 febbraio visto che la Protezione Civile aveva previsto correttamente il rischio di esondazione della Sieve per le 22?
 
Il sindaco di Borgo, Giovanni Bettarini, in una lettera indirizzata al Prefetto, alla Provincia di Firenze e a Publiacqua ha sollevato la questione chiedendo chiarimenti: «Perché solo nella giornata del 10 febbraio si è provveduto ai rilasci controllati dell'invaso di Bilancino? Visto che dalle 20 la capienza dell'invaso era giunta a termine, è ipotizzabile il fatto che vi siano stati errori nella previsione e gestione dei rilasci stessi? Da chi e in che modo vengono valutati i tempi e le modalità di gestione dell'invaso di Bilancino in circostanze di questo tipo? Una diversa gestione della vicenda avrebbe potuto evitare l'esondazione del fiume Sieve?"
 
La risposta ufficiale della Provincia di Firenze è arrivata qualche giorno dopo con una comunicazione emanata dall'Assessore all'Ambiente Renzo Crescioli, nella quale si specifica la valenza positiva della manovra, attuata “al fine di migliorare la capacità di laminazione tipica dell’invaso”, e quindi assolta dalla responsabilità di quanto avvenuto alle abitazioni sagginalesi, “edifici che si erano già alluvionati durante le piene del 1992 [.. ] e che insistono su aree perimetrate a pericolosità elevata del Piano assetti idrogeolocico".
 
Secondo gli Uffici della Direzione Difesa del Suolo i responsabili sono quindi “gli apporti straordinari degli affluenti della Sieve (Anguidola, Rimotoso, Carza, Fistona, Faltona, Levisone, Bagnone), posti a valle della diga e dunque immissioni non regolabili dalla stessa".
 
Torniamo per un momento a quella sera del 10 febbraio con Margherita, residente in una delle case allagate: «Già alle 20:30 le fognature erano sature e non potevano più accogliere l'acqua piovana che continuava a scendere copiosa. La piccola strada davanti casa, parallela alla statale e più bassa di circa mezzo metro rispetto ad essa, si è riempita d'acqua fino all'altezza della principale. Poco dopo la Sieve ha esondato allagando i campi e giungendo fino all'interno del paese. Le abitazioni al piano terra, garage, taverne, 
seminterrati e cantine, il campo sportivo e gli spogliatoi, il circolo ricreativo, sono rimasti inagibili fino al mattino seguente quando la pioggia ha iniziato a diminuire, le fognature a far scorrere l'acqua e la Sieve a fluire nel suo letto. La Protezione Civile, la Polizia municipale, volontari e operai comunali, insieme al Sindaco Bettarini e i Carabinieri sono stati presenti per tutta la durata dell'evento».
 
Prosegue la testimone «la gente sospetta che la manovra di invaso abbia provocato più danni che benefici e si chiede cosa sarebbe avvenuto se essa non fosse stata effettuata proprio nel giorno di massima allerta».
 
Qualunque sia la causa dell'esondazione, i sagginalesi fanno bene, come dice l'antico detto, a “tenere la carrucola sotto al letto”.
 
Nella foto: la Sieve esondata a Sagginale (foto Marco Santini)

 

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