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Referendum flop: in Toscana si salvano solo Firenze e pochi Comuni. Centrodestra all’attacco, CGIL e PD riflettono sul futuro

La sinistra accusa l’astensionismo e invoca un nuovo patto sociale, il centrodestra parla di disfatta del "campo largo". Battaglia: “Il quorum va riformato”

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Il mancato raggiungimento del quorum nei cinque referendum dell’8 e 9 giugno 2025 ha aperto una profonda riflessione nel panorama politico toscano e nazionale. Se da un lato il centrosinistra e la CGIL parlano di una “ferita democratica” e di un’occasione comunque utile per riaccendere il dibattito sui diritti, dall’altro il centrodestra esulta per quello che definisce il “fallimento del campo largo”. E intanto torna a farsi sentire anche la questione tecnica del quorum stesso, messo in discussione da voci critiche come quella del sociologo e critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese.

PD Toscana: “Partecipazione bassa è una sconfitta per tutti”

La consigliera regionale Valentina Mercanti, presidente dell’assemblea del Partito Democratico toscano, definisce il mancato quorum come “una ferita per tutti”, sottolineando che “quando la partecipazione è bassa si pone un problema democratico”. Mercanti rivendica il buon risultato della Toscana, dove l’affluenza è stata più alta della media nazionale e i “Sì” hanno prevalso nettamente. Ma mette in guardia dal rifugiarsi nella retorica dell’“isola felice”, richiamando il centrosinistra alla responsabilità verso lavoratori esclusi dalle tutele, in particolare partite Iva, giovani e donne: “Serve un nuovo patto sociale. Il lavoro non può continuare a essere l’anello debole dell’Italia”.

Centrodestra metropolitano: “Disfatta del campo largo, solo due Comuni sopra il quorum”

Durissimo il commento del gruppo consiliare “Per il Cambiamento” nella Città Metropolitana di Firenze: “La sinistra perde oltre un terzo del proprio elettorato, raggiungendo il quorum solo a Sesto Fiorentino e Pontassieve. Il presunto campo largo è in realtà un cartello elettorale senza coerenza”. I consiglieri Alessandro Scipioni, Gianni Vinattieri, Claudio Gemelli e Vittorio Picchianti parlano di cittadini “più lucidi dei promotori” che hanno disertato l’appuntamento, giudicando i quesiti “strumentali e ideologici”. E lanciano un messaggio diretto sulla cittadinanza: “Neppure la base progressista vuole regalare la cittadinanza: deve essere il frutto di un serio percorso di adesione ai valori civili della comunità”.

CGIL Toscana e Firenze: “Grande attivazione sociale, il cammino non si ferma”

Nonostante l’amarezza, i vertici della CGIL rivendicano una forte mobilitazione sui territori. Rossano Rossi, segretario generale toscano, parla di “un segnale politico forte” e di una campagna referendaria “silenziosa nei media, ma viva nei territori”. Per Bernardo Marasco, segretario CGIL Firenze, “il dato del capoluogo conferma la forza di un tessuto sociale attivo e consapevole”. Entrambi sottolineano che il mancato quorum non interromperà la battaglia per rimettere al centro “lavoro, diritti e cittadinanza”.

Giani difende l’impegno della Toscana, FdI: “Il flop mostra che la regione è contendibile”

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, attraverso una nota, ha evidenziato con orgoglio il livello di partecipazione nella regione, che confermerebbe “la maturità democratica dei toscani”. Di diverso avviso Diego Petrucci, consigliere regionale e vicecoordinatore di Fratelli d’Italia: “Il campo larghissimo ha mobilitato tutto e tutti, ma non è arrivato neppure al 40%. I toscani non credono più a questa sinistra. È il momento di sciogliere la riserva sul nostro candidato, Tomasi”.

Battaglia La Terra Borgese: “Il referendum col quorum è uno strumento superato”

A margine del dibattito, il critico d’arte e sociologo Paolo Battaglia La Terra Borgese rilancia il tema della riforma dello strumento referendario: “Così com’è, il quorum tradisce la volontà popolare. Se deve esserci, che sia almeno proporzionato ai votanti dell’ultima tornata elettorale. Oggi si rischia che chi non vota dica ‘no’ due volte”. Un “voto magico”, secondo Battaglia, che andrebbe “ricoverato al Museo delle Leggi Antiche”.

Il flop dei referendum del 2025 si chiude così con molte recriminazioni e riflessioni. Ma al di là dei risultati, una cosa è certa: la crisi della partecipazione democratica è ormai una delle sfide più urgenti e trasversali per il futuro del Paese.
 

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