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Rapporto sulla presenza di Gaia nelle foreste casentinesi e nell'alto Mugello - Incompatibilità tra eolico e l'aquila reale

"Osservazione al progetto di un nuovo impianto eolico denominato Monte Giogo di Villore"

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L'acquila reale L'acquila reale © ALTURA
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Il presente rapporto aggiorna alcune risultanze riportate nel documento "Osservazione al progetto di un nuovo impianto eolico denominato Monte Giogo di Villore" presentato da Altura odv l' I I luglio 2020 alla Regione Toscana, con lo scopo di confermare l'incompatibilità fra la presenza dell'impianto eolico in questione e l'ecologia dell'Aquila reale (Aquila chrysaetos). L'aquila reale Gaia è un'aquila recuperata in prossimità della Gola di Frasassi (Fabriano) nel 2017 in seguito a un ferimento da azione di bracconaggio e successivamente rilasciata in natura avendola dotata di un trasmettitore satellitare con lo scopo di monitorare i suoi spostamenti.

La popolazione di aquile reali presenti nell'Appennino centro-settentrionale è da alcuni anni in aumento costante a seguito, nella maggior parte dei casi, della ricolonizzazione di siti riproduttivi nei quali, nel secolo scorso, era avvenuta l'estinzione di molte coppie, principalmente a causa della persecuzione diretta da parte dell'uomo. Attualmente, nonostante questo trend positivo, l'entità numerica delle coppie appenniniche non raggiunge ancora il valore (FRV) tale da garantirne la sopravvivenza futura. Riguardo quest'aspetto della dinamica di popolazione si sottolinea l'importanza della presenza di individui erratici o floater, come Gaia, che costituiscono una popolazione sovrapposta alla popolazione riproduttiva, indispensabile per la ricolonizzazione di antichi o nuovi territori e/o per i rimpiazzi degli individui riproduttori deceduti.

In questi cinque anni Gaia ha frequentato assiduamente l' Appennino settentrionale nelle zone delle foreste casentinesi e dell 'alto Mugello a riprova dell'alta idoneità ambientale di questi territori per l'ecologia dell'aquila reale. Un elemento fortemente attrattivo per la specie è infatti l'orografia movimentata di questi territori la cui morfologia è costituita da valli e canaloni boscosi con versanti acclivi e crinali con presenza di praterie secondarie e arbusteti dove le aquile sono solite cacciare le loro prede, per lo più mammiferi di piccole e medie dimensioni.

Nell'allegato A sono infatti riportati gli innumerevoli segnali satellitari (fix) inviati da Gaia negli ultimi mesi (periodo: 10 agosto 10 novembre 2022) e provenienti principalmente dall'alto Mugello, con alcuni di questi proprio a Monte Giogo di Villore, e dalle foreste casentinesi.

Dalla mappa dei fix inviati da Gaia si evince, dunque, quanto era stato anticipato nel documento di osservazione al progetto eolico, inizialmente citato, e cioè la forte vocazione del territorio in questione alla presenza di grandi rapaci e tra questi l'aquila reale. Inoltre si sottolinea che nel limitrofo Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, i cui confini occidentali distano appena 5 km da Monte Giogo di Villore, l'aquila reale è nidificante con più coppie e ritenuta "stabile" nel documento della regione Emilia-Romagna relativo alla Rete Natura 2000 che annovera, ai confini prossimi all'alto Mugello, un sito ZSC/ZPS IT4080002 (Acquacheta) a conferma della valenza naturalistica di questi luoghi verso l'avifauna.

Si evidenzia infine come l'articolo 4 della direttiva Uccelli (2009/147/CE) per le specie annoverate nell'Allegato I, nel quale è presente l'aquila reale, reciti: "Per le specie elencate nell 'allegato I sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda I 'habitat, per garantire la sopravvivenza e la riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzione.

A tal fine si tiene conto: b) delle specie che possono essere danneggiate da alcune modifiche del loro habitat

In quest'ottica la presenza di torri eoliche alte 170 m, come quelle previste sul crinale di Monte Giogo di Villore, costituirebbe una grave e profonda modifica dell'habitat di presenza dell'aquila reale nell'alto Mugello, generando così un forte rischio per la sopravvivenza della specie stessa, così come confermato dalla letteratura scientifica dedicata.

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