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Occhio alla 'Truffa del catalogo': "E' capitata anche in Mugello"

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Occhio alla 'Truffa del catalogo': E' capitata anche in Mugello Occhio alla 'Truffa del catalogo': E' capitata anche in Mugello © n.c.
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Secondo quanto ci segnala un lettore che lavora in una banca del Mugello (che ci ha chiesto di non divulgare le sue generalità) sarebbe stata messa in atto anche in Mugello (negli ultimi tempi) la cosiddetta ' Truffa del catalogo ', che prese campo la scorsa estate (clicca qui per un articolo del Corriere della Sera, edizione di Bologna). Come funziona la truffa e cosa si può fare? Sarà utile qui riportare parte dell'articolo del Corriere della Sera:

I venditori si presentano alla porta delle vittime consegnando un catalogo di prodotti per la casa: piccoli elettrodomestici, accessori, stoviglie e oggetti vari. «Le lascio il catalogo così potrà consultarlo e decidere se acquistare qualcosa» è l’esca con la quale si attirano le persone inconsapevoli della truffa. Immediatamente viene però anche presentato un foglio da firmare, spacciato per un modello per la privacy o come «certificato» per la consegna del catalogo. «Ma in realtà si tratta di contratti veri e propri, con i quali si impegnano i clienti a fare una serie di acquisti in un determinato periodo di tempo — spiega Gentilini —. Le somme variano molto, si va da piccole cifre fino a numeri ben più alti, ci sono capitati anche casi da 10.000 euro». Il meccanismo dei truffatori è raffinato e prevede successivamente un periodo di silenzio: lo scopo è far passare i 14 giorni di tempo entro i quali è possibile esercitare il diritto di recesso dal contratto. «Infatti capita che un mese dopo dalla firma arrivi alla vittima una telefonata, oppure c’è una seconda visita a casa del venditore, attraverso le quali viene intimato di procedere all’acquisto per rispettare l’accordo sottoscritto, ed è così che molti scoprono di aver firmato quel contratto», sottolinea Gentilini. COSA FARE - In alcuni casi si riesce a intervenire entro i 14 giorni perché le vittime anziane parlano con i figli della visita ricevuta a casa e c’è un intervento immediato per bloccare tutto. Altri invece si rivolgono alle associazioni dei consumatori. «Passati i 14 giorni la faccenda si complica, soprattutto se nel frattempo è stata versata una quota di denaro come caparra con la promessa di uscire dal circuito con un unico acquisto — osserva Patrizia Barletta di Adiconsum —. Spesso nei contratti pluriennali sono perfino inseriti dei finanziamenti accessori». Per Adiconsum l’allarme è diventato tale da dover intervenire qualche settimana fa con una nota ufficiale, mettendo in guardia da questo tipo di trappole commerciali. «Abbiamo già segnalato queste pratiche all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, consigliamo di prestare la massima attenzione ai documenti per i quali è richiesta la firma, specie quando sono su carta copiativa — scrive Adiconsum —. Suggeriamo di non effettuare acquisti e, soprattutto, non consegnare alcuna somma di denaro. Finora siamo riusciti ad annullare molti di quei contratti». Consigli ai quali si unisce anche Gentilini: «Ricordo inoltre che può capitare di sbagliare e di essere un po’ distratti, non c’è nessun bisogno di vergognarsi, l’importante è agire in fretta perché sui contratti possiamo intervenire. Purtroppo però è complicato denunciare penalmente i responsabili, i cambi di società rendono molto difficile rintracciare i veri responsabili e in più una firma su quei fogli è stata comunque messa».  

 

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Commenti 1
  • Piero

    Rimedio sicuro: tenere sempre la catena all'uscio e aprire quel tanto che basta a far sporgere le canne del sovrapposto!

    rispondi a Piero
    gio 22 marzo 2018 03:11