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La Festa della Liberazione a Borgo San Lorenzo e il ricordo di Don Lorenzo Gasperi che salvò Borgo dalle mine dei tedeschi

Una cerimonia in tono minore. Alcune foto di A. Buccoliero

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Cerimonia in Piazza Martiri della Libertà Cerimonia in Piazza Martiri della Libertà © Aldo Giovannini
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Borgo San Lorenzo, anche se un po in tono minore, ha ricordato e commemorato il 78° anniversario della liberazione dal nazifascismo (1945) con una serie di manifestazioni ed eventi che hanno caratterizzato tutta la giornata di martedi 25 aprile 2023. La cronaca, che ormai stiliamo da 60 anni, ci ricorda che  le autorità civili, militari, associazioni combattentiste e d’arma ed associazioni di volontariato,  hanno iniziato la giornata con la celebrazione della Santa Messa in memoria di tutti i caduti delle guerre, officiata nella Pieve di San Lorenzo. Al termine si è formato un corteo (peccato che quest’anno non c’era la banda musicale), si è portato a deporre una corona d’alloro nei monumenti cittadini; in piazza Dante ai Caduti della prima guerra mondiale, in piazza del Poggio alle Vittime Civili, in piazza Martiri della Libertà al monumento alla Resistenza, nella rotonda del Santuario del SS.Crocifisso al monumento agli alpini ed infine nella cappella-ossario del cimitero della Misericordia.

Quindi le prolusioni ufficiali davanti al palazzo municipale e il convivio al Foro Boario. In questo contesto però, vogliamo ricordare, grazie anche alla sollecitudine di alcuni amici ex  allievi salesiani, dato che non viene mai ricordato, la grande figura dell’eroico sacerdote che fu il salesiano don Lorenzo Gasperi, valente insegnante all’Istituto dal 1937 al 1947. Era il 2 settembre del 1944, quando i soldati tedeschi nel tentativo di fermare l’avanzata degli alleati provenienti dalla Faentina, minarono con molte cariche di tritolo il ponte sulla Sieve, via Brocchi, via del Canto, una parte di piazza del Mercato e Porta Fiorentina all’ingresso di Malacoda. Don Lorenzo Gasperi nativo di Trento e conoscitore della lingua tedesca, prese la decisione di conferire con il comando tedesco acquartierato nella villa Il Palagiaccio a Senni. Accompagnato dal pievano don Ugo Corsini, don Lorenzo fece presente al Comandante, il Maggiore Gustav Stheiner di origini austriache, con estrema determinazione e senza timore alcuno, dell’inutilità di far saltare quella parte storica di Borgo San Lorenzo, dove vivevano molte famiglie.

 

La discussione fu molto aspra (vedi la testimonianza del dott. Aldo Angelini pubblicata sul libro storico sui Salesiani a Borgo San Lorenzo, che diverrà direttore della Rai nel dopoguerra), don Lorenzo a sprezzo del pericolo  della sua stessa vita, poiché poteva essere fermato ed arrestato, ma alla fine, come un miracolo, l’ufficiale (si dice che aveva studiato da giovane in un istituto salesiano), diede ordine di disinnescare il tritolo pronto per esplodere, con tutte le nefaste conseguenze, che ne sarebbero seguite. Dopo aver subito il terribile terremoto del 30 dicembre 1943 nella parte nord est, e se fosse saltato in aria la parte sud est, la nostra cittadina avrebbe perso secoli di storia architettonica. Chissà se questa storia qualcuno presente alla cerimonia di oggi ne era a conoscenza. Speriamo che il prossimo 11 settembre 2023, festa della liberazione di Borgo San Lorenzo, qualcuno lo possa ricordare e menzionare.

Noi ci saremo.

 

 

 

 

 

         

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