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Ciclista investito: "Rifletti e fatti avanti", l’appello accorato dopo l’incidente a Stefano Zeni

Tanti gli amici che si stringono attorno a Stefano e invitano la giovane automobilista a non voltarsi dall’altra parte

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Stefano Zeni Stefano Zeni © immagine di repertorio
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Certe immagini restano scolpite nella memoria. Come quella di Stefano Zeni, a terra, ferito, ieri poco dopo mezzogiorno in località dell'Olmo alle quattro strade, sulle colline di Fiesole. Stava pedalando, come fa spesso, con la sua bici verde-blu, vestito di nero e con il casco bianco, quando un'auto nera è spuntata all'incrocio, lo ha investito e poi... è sparita.

Alla guida, raccontano i testimoni, una ragazza giovane. Una reazione forse dettata dallo shock, dalla paura, dal panico. Ma il dolore di Stefano, che è rimasto lì, a terra, da solo, non può essere ignorato. La notizia si è sparsa in poche ore. E con essa, una richiesta, semplice ma piena di umanità: "Fatti avanti". È questo il messaggio che amici, conoscenti e semplici cittadini stanno lanciando, soprattutto attraverso Facebook, dove il post che racconta l’accaduto ha superato le mille condivisioni in un solo giorno.

Un amico di Stefano ha scritto:
"La cosa è ancora più spiacevole perché subito dopo l'impatto, la conducente si è immediatamente allontanata omettendo di soccorrere il malcapitato Stefano che ha riportato varie lesioni. Invito tutti a condividere in modo da trovare eventuali testimoni che possano aiutarlo."

E poi le parole di Stefano stesso, pubblicate poche ore fa:
"So che hai visto il post, ne sono certo. Spero che tu possa capire il disagio che mi stai creando e il casino che potevi combinare se fossi arrivata due secondi prima. Sei giovane, ti ho sentito gridare mentre scappavi. Rifletti e che ti serva da lezione per la vita. Siamo stati tutti ragazzini."

Un appello carico di emozione e comprensione. Perché la fuga è stata un errore, ma la possibilità di rimediare esiste ancora. Farsi avanti adesso sarebbe un gesto di coraggio e maturità. Non per paura delle conseguenze, ma per rispetto di sé stessi, di chi si è fatto male e di tutta la comunità che, oggi più che mai, crede nel valore della responsabilità e del perdono.

Stefano, con la forza di chi non si arrende, promette di ripartire, dopo una notte di riposo, "alla grande". E anche noi, con lui, speriamo che questo episodio possa trovare una chiusura diversa: quella di una mano tesa, di uno sguardo che non si abbassa, di una lezione che diventa crescita. 

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