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CGIA su riforma gioco online: come il nuovo bando potrebbe rivoluzionare il settore

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Il settore del gioco online starebbe a quanto pare per subire una serie di numerosi cambiamenti; cambiamenti, peraltro, presagiti dalla lettura del nuovo bando per le concessioni online, cui i gestori dei casinò virtuali dovranno partecipare se desiderano rinnovare la propria licenza ad operare. 

Tale bando, come denunciato diverse volte dai titolari di tale attività, appare infatti poco chiaro e non tutti hanno apprezzato il non riuscire a comprendere i requisiti per partecipare e poter rinnovare la propria attività. Per ulteriori dettagli, clicca qui per un approfondimento sui casinò. La gara, il cui costo è confermato a 7 milioni di euro, dovrà essere annunciata e indetta entro il 31 dicembre del 2024.

Tagli al numero di concessioni

Il numero di concessioni autorizzate a restare operative in Italia, peraltro, dovrebbe subire un brusco taglio stando a uno degli ultimi rapporti dell’Associazione Artigiani e piccole Imprese CGIA di Mestre: l’associazione, infatti, ha riportato che i costi per partecipare all’ultimo bando non potranno probabilmente essere sostenuti da tutte le concessioni, che in Italia attualmente sono in numero di 81. 

Se le prime 30 concessioni per volume di spesa, le quali rappresentano circa il 90% del mercato del gioco online legale italiano, non avranno infatti molte difficoltà a sostenere il costo di partecipazione al bando, lo stesso non può infatti dirsi per le restanti. L’85% della spesa e l’80% della raccolta provengono, peraltro, da 18 di queste concessioni e generano un volume di oltre 50 milioni di euro annui. 

Vista la previsione stimata leggendo il bando, si pensa che i fondi stanziati da quest’ultimo possano coprire autorizzazioni per tenere in piedi un numero di concessioni pari a 50; di conseguenza, una buona fetta delle attività del settore (quasi un terzo di esse) potrebbe non essere più autorizzata ad operare oppure potrebbe dover smettere tout-court in quanto non potrebbe permettersi la partecipazione per la concessione di una nuova licenza. 

Il bando prevede una limitazione al numero massimo di licenze ottenibili da ogni esercente e alle applicazioni che essi possono immettere e gestire sul mercato, puntando a una riduzione dell'offerta ormai satura sul mercato (mercato che, come abbiamo detto, è per il 90% portato avanti da poco più di un terzo delle aziende, rendendo la restante parte poco influente e forse dispendiosa da mantenere in attività). 

Le campagne informative 

Un altro segmento del bando che vale la pena di analizzare è quello relativo alla percentuale dei propri introiti che gli enti dovranno investire in campagne informative sul gioco responsabile. Si prevede infatti che coloro che prenderanno parte al bando debbano devolvere almeno lo 0,2% dei propri profitti in tali iniziative. 

Sarà data ai partecipanti la possibilità di effettuare tali campagne di sensibilizzazione apponendo il proprio logo sui mezzi utilizzati a tale scopo. Per tutelare i giocatori, sul bando si profila la possibilità di inserire nei siti di gioco strumenti di autolimitazione (ad esempio un limite ai soldi spendibili o al tempo trascorso sulle piattaforme online). 

Il destino delle skin 

Altro punto toccato dal bando è quello delle cosiddette skin, siti e PVR gestiti da terzi cui gli operatori potrebbero fare affidamento per le loro attività. Viene previsto infatti che gli operatori debbano gestire direttamente i siti e i loro domini, se desiderano continuare a operare nel settore delle scommesse online

I punti di vendita e ricarica

I PVR, punti di vendita e ricarica, sono tra gli elementi che più verrebbero a essere penalizzati dal nuovo bando per le concessioni relative al gioco online legale in Italia. I PVR, la cui funzione è offrire un luogo fisico in cui iniziare a giocare tramite un'attività aperta al pubblico (come potrebbe essere una sala scommesse, ma anche un tabacchino o un'edicola). Sono almeno 30.000 i punti che dovranno essere regolarizzati in seguito alle scadenze del bando. 

Nei PVR non sarebbe possibile prelevare i soldi sui conti impiegati per le scommesse o riscuotere le proprie vincite: tutto ciò che si potrà fare in una di queste attività sarà ricaricare denaro su tali conti, per un valore massimo di 100 euro se si sceglie di effettuare la ricarica in contanti (sopra tale cifra infatti bisognerà utilizzare uno strumento digitale ai fini della tracciabilità e della sicurezza delle transazioni). Per restare operativi, i PVR dovranno iscriversi a un nuovo, apposito albo e adottare la misura della firma digitale per portare a termine le loro procedure online. 

Preoccupazioni

Una riforma così imponente, se la si analizza assieme ai dati forniti dalla CGIA di Mestre sul destino di buona parte delle imprese impegnate nel settore, preoccupa dal punto di vista occupazionale. 

Ci si chiede infatti se non vi sia rischio di una possibile crisi a fronte della perdita di numerosi impieghi. Prima che l'ADM apra ufficialmente i giochi e le iscrizioni al bando, dunque, gli operatori chiedono chiarezza e risposte sul tema e sull'impatto che la riforma avrebbe effettivamente sulle loro vite lavorative. 

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