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ll Cardinale Ernest Simoni al Cimitero della Misericordia di Borgo S. Lorenzo per la celebrazione della Santa Messa e benedire i defunti

Prima di lasciare il cimitero è stato mostrato al Presule Albanese il sepolcro dove è sepolto il Cardinale Domenico Bartolucci

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Il Cardinale Simoni Il Cardinale Simoni © NN
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Nel giorno dedicato alla commemorazione dei fedeli defunti, il Cardinale Ernest Simoni, tra i molteplici impegni del suo instancabile apostolato, si è recato al Cimitero della Misericordia di Borgo San Lorenzo per la celebrazione della Santa Messa e benedire i sepolcri. Il Porporato è stato accolto con grande affetto dal Parroco, il Pievano Don Luciano Marchetti, dai sacerdoti dell'unità pastorale, dal Provveditore della Misericordia Piero Margheri, dal personale della Polizia Municipale dell'Unione del Mugello e dal popolo borghigiano, presenti centinaia di persone, recatesi al Camposanto per ricordare i propri cari i cui corpi riposano nel sonno eterno.

Sua Eminenza, che da pochi giorni ha compiuto 95 anni, entrando nel cimitero ha rammentato ai presenti un episodio tornatogli alla mente varcando il cancello di ingresso.

Il Presule ha ricordato un importante momento vissuto nel 1991, dopo la sua scarcerazione, dopo aver scontato 28 anni tra prigionia e lavori forzati nelle miniere e nelle fogne nell'Albania governata per decenni dal regime ateo comunista, quando con i pochi sacerdoti sopravvissuti alla persecuzione in odio alla fede perpetuata dal dittatore Henver Hoxha, i religiosi fortemente provati dalle vessazioni e dalle sofferenze atroci, riuscirono a radunare migliaia di fedeli albanesi dopo decenni di oppressione e si recarono nel grande cimitero della città di Scutari, dove fu celebrata nuovamente l'Eucaristia in libertà nella commozione tra le lacrime di tutti.

Commovente vedere l'anziano sacerdote, rivestito nel 2016 della Porpora Cardinalizia da Papa Francesco - che lo ha definito "Martire Vivente" - alla sua veneranda età, con la grande forza d'animo e di spirito, camminare tra le lapidi del cimitero, benedicendo i resti mortali dei defunti, salutando e benedicendo tanti borghigiani che si avvicinavano al Cardinale con affetto per ricevere una parola di conforto e una benedizione sulla fronte. 

Prima di lasciare il cimitero è stato mostrato al Presule Albanese il sepolcro dove è sepolto il Cardinale Domenico Bartolucci nato a Borgo San Lorenzo del quale quest’anno è stato ricordato con cerimonie ed eventi il decimo anniversario della dipartita. Bartalucci a lungo Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina dal 1956 al 1997, anch’esso creato cardinale in età avanzata come padre Ernest, entrambi accomunati dalla dispensa accordata dal Pontefice sollevandoli dal ricevere l’ordinazione episcopale nell’essere elevati alla dignità cardinalizia.

"Ringrazio il Signore per essere quest'oggi nuovamente nella terra del Mugello da me visitata più volte da quando sono giunto nell'Arcidiocesi di Firenze - ha affermato il Cardinale - onorando l'invito a me rivolto nel celebrare la Santa Messa in suffragio delle anime dei defunti; qui ho potuto incontrare tanti fedeli e i fratelli e le sorelle della Misericordia borghigiana, i quali, fedeli all'antico sodalizio di carità ispirato dagli insegnamenti Evangelici, ogni giorno nel quotidiano si prodigano nell'aiutare il prossimo più bisognoso: il Signore gliene renda merito!  Spronati dalla fervente Fede, ci siamo recati in questi giorni in visita ai cimiteri, dove riposano i resti della natura umana, ma noi ben sappiamo che la vita con il Signore non è tolta ma bensì trasformata. Difatti, terminato questo pellegrinaggio terreno, giunti davanti al tribunale del Signore, dopo aver vissuto nella vita alla Sua sequela, secondo gli insegnamenti del Vangelo e i suoi dettami, confidiamo di poter godere del premio eterno nella Gerusalemme celeste. Come ci ricorda San Paolo: “quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.” Gesù, con le sofferenze patite sul Monte Calvario sulla Santa Croce, con la sua morte e con la sua Resurrezione, ha redento tutti noi, assicurandoci la vita eterna in attesa della Resurrezione dei nostri corpi mortali".

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