Campanile della Pieve. Segreti, storia e foto a Borgo © n.c.
Domenica scorsa abbiamo letto con particolare piacere nella rubrica “Parliamone di Domenica”, l’intervento dell’attento e simpatico lettore che si firma semplicemente “borghigiano”, inerente alla storia incredibile della magnifica torre campanaria della Pieve di San Lorenzo risalente a tanti di quei secoli orsono da perderne il conto. E poi si lascia andare ad altre particolarità come Via Torta ( alias via Giovanni della Casa), qualche piazze sbilenca o moderne rotonde, per terminare ad alcune anamnèsi del carattere dei borghigiani ed altri esempi, il tutto ripetiamo, secondo il nostro modesto pensiero, molto simpatico. Ma in questo nostro scritto, così per una curiosità, anche per i lettori che in tantissimi hanno letto il commento nella rubrica “Parliamone di Domenica”, vogliamo ricordare l’esperienza che lo scrivente e l’amico carissimo Giuseppe Panchetti (coautore del libro sulla storia Pieve di San Lorenzo nel 1999), abbiamo avuto in questi ultimi tempi parlando proprio del campanile in oggetto. Il dott. Andrea Arrighetti, Ph.D. and Adjunct Professor Building Archaeology Laboratory Historical Sciences and Cultural Heritage Department (University of Siena), chiese al Pievano don Maurizio Tagliaferri di visionare, studiare, verificare, l’interno della torre campanaria per inserire queste ricerche su un libro, che poi venne presentato un mese fa a Villa Pecori Giraldi intitolato “ L’archeosismologia in architettura”, cioè lo studio delle ferite che i terremoti nel corso dei secoli hanno fatto in strutture antiche come appunto il campanile borghigiano e la loro staticità. Don Maurizio Tagliaferri chiese allo scrivente e all’amico Giuseppe Panchetti, di assistere ed essere presenti ogni qualvolta che Arrighetti, con altro studioso, ormai divenuto un caro amico, giungeva a Borgo per il suo studio e queste diverse volte. All’interno di questa struttura abbiamo passato tante ore con Giuseppe; primo piano, secondo, terzo piano e cella campanaria, osservando questi studiosi nel loro lavoro di studi, davanti alle antiche mattonature che compongono il corpo architettonico della torre, visionare cioè quelle che sono state le ferite che il campanile ha subito in diversi terremoti nel corso dei secoli. Fu una esperienza molto bella, incredibilmente conoscitiva, perché parlando con questi esperti venimmo a conoscenza di certe cose che nessuno avrebbe mai immaginato. Giuseppe Panchetti, il più delle volte si incantava davanti a certi fendenti o nello scoprire qualche antichissimo passaggio o camminamenti chiusi da secoli, insomma in parole povere ci siamo domandati come abbia potuto restare in piedi per tutti questi secoli dopo i terremoti del 1263, 1390, 1423, quello spaventoso del 1542 che fece crollare mezzo Mugello, poi il terremoto del 1611, del 1755, 1835, del 1895 e quello, altrettanto violento, del 1919; vennero giù come castelli di carta, tantissime strutture, come si legge in tanti libri e carte manoscritte antiche, ma il campanile di Borgo che nasce incredibilmente sopra l’arco trionfale dell’abside (anche Arrighetti allargava le braccia nel comprendere come abbia fatto a nascere di lì!), è ancora là dicevamo ha scandire il tempo della vita, con la speranza, nonostante le stranezze dei borghigiani - come scrive simpaticamente il borghigiano - e alla loro irrazionalità, seguiti ancora tanti altri secoli a raccontare, con i suoi immutabili bronzi, tante altre storie. Un muro perimetrale con le ferite di qualche terremoto Altro particolare del muro interno Giuseppe Panchetti osserva con attenzione scalette e camminamenti da chissà quanti secoli sono chiusi Una bifora con sullo sfondo un lembo di panorama del paese. Prospetti e studi di Andrea Arrighetti sul campanile romanico lombardo della Pieve di Borgo San Lorenzo (clicca per ingrandire). Una panoramica del campanile (Foto di Adriano Buccoliero e Aldo Giovannini)



alfredo
le storie con Giovannini si vivono nei minimi particolari. E chi sapeva di tante cose. E come la Signora Teresa sopra, grazie
teresa
MAGNIFICO, BELLISSIMO. GRAZIE