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Un runner mugellano alla Maratona di Berlino. Intervista a Enrico Paoli

L'ex vicesindaco di Borgo San Lorenzo racconta la sua maratona e la sua passione per la corsa

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Enrico Paoli Enrico Paoli © Enrico Paoli
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L’ex vicesindaco di Borgo San Lorenzo, Enrico Paoli non ha dubbi: ‘lo sport è una cosa importante nella vita’. Da tre anni il suo sport è la corsa. Un allenamento intenso, costante accompagnato da una sana dieta lo ha portato a migliorarsi nel tempo.

Ad oggi, il suo curriculum sportivo registra la partecipazione a tre maratone: Firenze, Roma, e quella che si è tenuta il 29 settembre, a Berlino con partenza e arrivo dalla Porta di Brandeburgo. Questa ultima gara è inserita nel World marathons major, una competizione che riunisce le corse di lunga distanza più importanti al mondo. Oltre a questa infatti, sono inserite le competizioni nelle città di Tokyo, Boston, Chicago, New York, Londra.

Di rientro dalla 46esima maratona di Berlino, lo abbiamo incontrato per un caffè:

Ciao Enrico, innanzitutto complimenti per aver partecipato alla maratona di Berlino!. Raccontaci un po’ come sono andati i 42,195 km nella città europea?

È andata molto bene, eravamo tantissimi… più di 50mila persone. Un evento di dimensioni immense, una marea di gente. La manifestazione è stata organizzata in maniera impeccabile. Tutto era nel posto giusto, ci siamo sentiti coccolati, non scontato per un evento di quella portata. In più, mi sono divertito molto: nonostante la pioggia, il tifo dei presenti ci ha incitato molto..

Per partecipare a questa competizione che cosa hai fatto?

L’organizzazione è stata curata da Burn2run. Si tratta di un tour operator sportivo specializzato nell’outgoing che da anni si rivolge a tutti i runners, innamorati del podismo, della corsa e della maratona in particolare. Tra i promotori c’è pure un ex professore di educazione fisica molto conosciuto, sia in Mugello che in tutta Italia, Massini Fulvio.

Che cosa ha significato per te partecipare a questa maratona?

È stata una bella sfida, come sempre del resto, accresciuta dall’emozione di correre in una città europea come Berlino. Una sfida con me stesso perché preparare una maratona significa fare tanto allenamento, tanti sacrifici e tanta disciplina. E ora posso dire di avercela fatta.

Chi ti ha accompagnato?

Sono andato con la mia famiglia, che spesso mi accompagna nelle gare più impegnative. Così abbiamo colto l’occasione per ri-visitare Berlino.

In quanto tempo hai chiuso la maratona?

Sono riuscito a chiuderla in 3h e 55 minuti, battendo il mio tempo personale di 10 minuti.

Sei contento dei tuoi risultati?

Beh, moltissimo

Qual è il tuo scopo?

Non ho un obiettivo. Lo faccio per me. Corro per tenermi in forma, sicuramente considero la corsa e i miei allenamenti anche una valvola di sfogo. Le competizioni, le gare, come le maratone, sono occasioni in cui ognuno si misura con se stesso. Quando penso alla maratona mi torna sempre in mente il mito greco: Fidippide che per annunciare la vittoria degli ateniesi sui persiani, corre la distanza tra Maratona (luogo della battaglia e Atene e all’arrivo ci lascia le penne..

Tu fortunatamente hai un finale diverso…

Si certo (sorride), ci penso perché la maratona di fatto è una competizione estrema… Risulta sempre dura portarla in fondo. Sottoponi fisico e mente ad uno sforzo enorme. Occorre misurarsi con se stesso, con le proprie capacità, con le proprie debolezze e andare oltre. Per quanto mi riguarda dal 35 km in poi il fisico comincia a mollarmi e vai avanti grazie al cuore e alla testa, alla tua determinazione.

Per finirla ‘devi grattare il fondo’, attingere fino all’ultimo grammo di energia che ti resta in corpo… non so se ho reso l’idea, altrimenti ogni 10 m ti verrebbe voglia di smettere.

Si hai perfettamente reso l’idea, non so perché ma mi hai fatto pensare a Forest Gump con questa affermazione…

Ecco, un personaggio che trova l’equilibrio nella corsa continua… e ovviamente pure un po’ matto.

Come ti sei allenato per questa maratona?

Il mio allenamento questa estate è consistito in 4-5- uscite a settimana, seguito dal mitico Piero Sisti. Parto presto la mattina, verso le 06:30, e mi alleno per circa un’ora, prima di andare a lavorare. Poi nel fine settimana faccio i ‘ lunghi’, due, tre ore e oltre.

Stai attento anche a cosa mangi?

Sì, da quando ho iniziato ad allenarmi seriamente mi sono reso conto quanto sia importante mangiare in maniera equilibrata. Durante la preparazione della gara la mia alimentazione è cambiata molto. Ho tolto piatti succulenti di sughi, evito i fritti, bevo e mangio pochissimi latticini mentre la mia dieta è ricca di carboidrati che mi danno l’energia giusta per gli allenamenti.

Cosa diresti a chi vuole fare maratona?

Fare sport fa sempre bene. Chiaramente la maratona è un gesto atletico assoluto, anche nelle emozioni che ti dà, quindi buttatevi e… con disciplina e costanza migliorerete pian piano come ho fatto anch'io! È un misurarsi con se stesso, capisci dove si può spingere il tuo corpo e la tua mente. Aggiungerei che, tutti gli sforzi delle fasi preparatorie, almeno nella mia modesta esperienza, vengono sempre ripagati al taglio del traguardo dove, con qualche impreco, mi dico sempre: ce l’ho fatta anche questa volta!

Cosa pensi quando corri?

Penso ad un sacco di cose. Sicuramente l’aspetto psicologico è molto importante in chi corre, per questo è fondamentale mantenere uno spirito positivo. Io cerco di correre sempre con il sorriso. Cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno e dire ‘Dai forza mancano solo pochi km, adesso solo qualche metro alla fine’. A Berlino mi sono presi crampi alle gambe a partire dal 36 km. L’ultimo crampo, fortissimo, l’ho avuto a 200 m dal traguardo. Mi son dovuto fermare… lì mi sono sentito come il viandante nel deserto che sta per raggiungere l'oasi ma non sa se riesce ad arrivarci per dissetarti. Terribile...

Ti rendevi conto che eri in una città europea, che eri a Berlino?

Sì, nonostante il tempo brutto, l’emozione della concentrazione sulla competizione, ho realizzato più volte che stavo correndo in una delle città più belle del mondo, una città che ho già visitato e che sento molto ‘mia’.

L’ho realizzato più volte alzando la testa, girandomi e vedendo palazzi e scorci di Berlino, perché tutta la competizione era comunque organizzata all’interno dei confini della città. Ovviamente tutto è relativo Lisa…. In queste occasioni sei impegnato a ‘non morire’ più che alla ricerca del ‘Bello’!

Cosa hai detto quando hai tagliato il traguardo?

Ho urlato come un matto, più volte e poi ho pianto, sfogando tutto! Mi sono anche detto basta questa è l’ultima, non ne rifarò più.

Dici sul serio?

No… macché. Lo diciamo sempre, credo, è un modo per allontanare il dolore e la fatica che un minuto dopo che hai tagliato il traguardo ti piombano addosso, spietati e inesorabili. Ora però ho bisogno di riposarmi. Mi concedo 15 giorni di stop cercando di guarire dalla fascite tendina che ho sotto il piede, peggiorata dopo Berlino.

Sai già dirci anche dove?

No…no nessun anticipo perché ancora non ho programmi. Per il momento mi godo il mio sano momento di relax.

Non chiamatelo ‘maratoneta’ perché la parola risulta troppo altisonante per la sua persona, ma la corsa nei suoi occhi azzurri, accende qualcosa di profondo che mette in moto e mantiene l’equilibrio tra cuore, corpo e anima.

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