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Attacco con drone kamikaze sul fronte del Donbass: l'auto con Niccolò Celesti colpita in pieno

Il fotoreporter Niccolò Celesti illeso dopo l’attacco di un drone kamikaze russo: ferita una donna

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Auto colpita dal drone Auto colpita dal drone © Niccolo Celesti
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Pokrovsk, Donbass – Una giornata di reportage sul fronte di guerra ha rischiato di trasformarsi in tragedia per il fotoreporter Niccolò Celesti, da due anni impegnato nelle zone di conflitto sia per missioni umanitarie che per documentare la guerra con la rubrica "Missione Ucraina Firenze Donbass", pubblicata sul nostro giornale.

Mercoledì 29 gennaio, Niccolò Celesti era in giro per realizzare un servizio giornalistico quando la sua auto ha subito una foratura in una zona ad alto rischio. Fortunatamente, poco dopo è sopraggiunta un'auto con a bordo i poliziotti incaricati di evacuare i civili dalle aree del fronte. La zona era infestata da droni russi e i poliziotti, ritenendo troppo pericoloso attendere riparazioni, lo hanno fatto salire sul loro mezzo per rientrare a Dobropillja.

Pochi minuti dopo la partenza, su una strada particolarmente esposta e situata a circa 10 chilometri dal fronte, un drone kamikaze russo si è schiantato direttamente contro l’auto su cui viaggiavano Celesti e gli agenti. Il mezzo, carico di attrezzature tra cui zaini, un generatore e un’antenna Starlink, ha assorbito in parte l’impatto, contribuendo a limitare i danni. Nonostante la violenza dell'esplosione, Niccolò Celesti è rimasto illeso, mentre una donna è rimasta ferita ed è stata soccorsa e trasferita in ospedale.

L’attacco si è verificato su un tratto di strada già noto per episodi simili: il 30 dicembre, un drone russo aveva abbattuto il cartello di ingresso alla città, che gli ucraini avevano ripristinato il giorno successivo. L’episodio sottolinea ancora una volta i rischi estremi affrontati quotidianamente da poliziotti, giornalisti e operatori umanitari, spesso costretti a spostarsi con mezzi privi di blindature e sistemi di protezione anti-drone.

La testimonianza di Niccolò Celesti porta nuovamente all’attenzione la brutalità del conflitto e la precarietà delle condizioni in cui si trovano a operare coloro che, con coraggio, continuano a documentare la guerra direttamente dalla prima linea.

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