Città di Firenze, Piano di Protezione Civile, Rischio idraulico, 9.10.'24 © Associazione IDRA
L’associazione fiorentina Idra, da anni impegnata nel monitoraggio civico dei lavori dell’Alta Velocità ferroviaria a Firenze, torna a sollevare forti critiche nei confronti della gestione del progetto TAV nel capoluogo toscano. Secondo quanto riportato in un recente comunicato, l’Osservatorio ambientale del Nodo AV di Firenze – istituito dal Ministero per garantire vigilanza ambientale e trasparenza – risulterebbe inattivo da ben sette mesi, precisamente dal 1° gennaio 2025, a causa della scadenza del relativo accordo procedimentale risalente al 1998.
Idra denuncia un silenzio istituzionale prolungato: a seguito di una segnalazione inviata a maggio in merito alla gestione delle terre di scavo, non sarebbe giunta alcuna risposta. Ulteriori tentativi di contatto avrebbero confermato la chiusura dell’Osservatorio, come ammesso anche da fonti ministeriali, che hanno attribuito il ritardo alla mancata definizione del nuovo assetto dell’organismo. Solo nei giorni scorsi, a seguito delle pressioni dell’associazione, è comparsa sul sito dell’Osservatorio una nota che ne certifica l’inattività.
Il comunicato dell’associazione elenca una lunga serie di criticità legate al progetto, che comprendono: l’assenza di un piano di emergenza obbligatorio, l’utilizzo improprio delle terre di scavo, l’avvio dei lavori senza un accordo chiaro sugli usi futuri della stazione AV, il rischio idraulico nell’area interessata dagli scavi, la mancata trasparenza nella comunicazione con la cittadinanza, oltre a episodi più recenti come l’abbattimento improvviso di un filare di platani in zona Romito.
Idra sollecita ora l’attenzione del Ministero e chiede un’indagine approfondita da parte della stampa locale, auspicando un maggiore coinvolgimento dell’opinione pubblica su un’opera di forte impatto urbanistico, ambientale e sociale. L’associazione mette a disposizione documentazione, riferimenti e materiali sul proprio sito per chiunque voglia approfondire. In un momento in cui i lavori proseguono senza la supervisione di un organo di controllo operativo, la denuncia di Idra riaccende i riflettori sul bisogno di vigilanza, trasparenza e rispetto delle procedure nella realizzazione delle grandi opere pubbliche.


