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Gli alberi adesso finiscono in sosta vietata. La farsa di Lungarno Ferrucci continua

Mentre si cerca di porre rimedio (con i soldi di chi?) all'incatramatura degli alberi spuntano le strisce blu. Forse ora anche loro dovranno pagare il...

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Ora anche le strisce blu Ora anche le strisce blu © facebook
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Quando una vicenda nasce male, spesso prosegue peggio. E quella dell’albericidio lento e sadico di Lungarno Ferrucci si sta trasformando in qualcosa di più: una farsa tragicomica.
Potrebbe quasi sembrare una barzelletta, se non fosse che di divertente non c’è proprio nulla.
Potremmo definirla una commedia dell’assurdo, se non coinvolgesse la gestione – a dir poco discutibile – di una città come Firenze.

Incapacità, totale mancanza di programmazione e controlli, gestione raffazzonata prima, durante e dopo, con l’immancabile scaricabarile istituzionale a seguire.
Le risposte a chi chiedeva spiegazioni? Assenti.
Chiedere al consigliere Massimo Sabatini, che anche lunedì in consiglio comunale ha interrogato sul tema (invano) la vice sindaca e assessora all’ambiente.

E mentre si tenta un penoso rabbercio all’errore – e a proposito: chi paga? Perché questo dettaglio non è affatto chiaro – arriva puntuale la beffa che si aggiunge al danno.

Mentre si cerca di “scatramare” lo spazio vitale degli alberi con una soluzione che pare tutt’altro che definitiva (pare che il catrame, se non è contenuto da una cornice di cemento, si sgretoli in poco tempo), qualcuno ha ben pensato di disegnare le strisce blu proprio lì.
Proprio accanto agli alberi...
Come se anche loro dovessero parcheggiare e pagare la sosta. Chissà se sono considerati residenti...

Sì, è tutto vero. Ahinoi.
Alla cialtroneria, a quanto pare, non c’è mai fine.
Non bastava il pasticcio dell’asfaltatura e della tardiva, approssimativa correzione.
Ora anche la comparsa delle strisce blu, che confondono ulteriormente e trasformano i lavori in una sorta di installazione dadaista a cielo aperto.

A questo punto viene da chiedersi:
Ma siamo su “Scherzi a parte”?
No, è solo Lungarno Ferrucci, estate 2025, dove l’arte dell’albericidio ha raggiunto livelli grotteschi.

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