x
OK!Valdisieve

10 Luglio 2025. Marradi ricorda Celestino Bianchi nel giorno del suo genetliaco

Nel 2011, nel contesto delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, Bianchi fu inserito tra le figure scelte nel volume governativo...

  • 190
Celestino Bianchi Celestino Bianchi © Rodolfo Ridolfi
Font +:
Stampa Commenta

Il 10 luglio ricorre l'anniversario della nascita di Celestino Bianchi, figura di rilievo del Risorgimento italiano, nato a Marradi nel 1817. Bianchi rappresenta una delle menti più brillanti della sua epoca, capace di fondere i fermenti culturali della Romagna con la lucidità e la misura tipiche della tradizione toscana. Storico, giornalista, politico e direttore del quotidiano La Nazione dal 1871 al 1885, Bianchi ha segnato profondamente la storia civile e intellettuale dell’Italia unita.

Nel corso degli anni, Marradi ha più volte reso omaggio al suo illustre concittadino. Tra gli eventi commemorativi, si ricorda la manifestazione del 25 luglio 1909 al Teatro degli Animosi, durante la quale fu esposto un busto dello scultore Sodini, in un contesto solenne e partecipato. La lapide commemorativa originaria, distrutta nel 1944 durante il secondo conflitto mondiale, fu ripristinata nel 1988 grazie all'iniziativa dell’allora sindaco, che si avvalse di una proposta firmata da Giovanni Campana.

Negli anni recenti, ulteriori iniziative hanno celebrato il contributo di Bianchi, come la sua inclusione nel volume Servitori dello Stato, realizzato nel 2011 per il 150° dell’Unità d’Italia, e un convegno nel 2017 per il bicentenario della nascita, con il patrocinio del Comune di Marradi. L’evento vide la partecipazione di autorevoli personalità del mondo accademico e giornalistico, tra cui Gabriele Canè ed Eugenio Giani.

Il confronto tra Celestino Bianchi e un altro grande marradese, Angelo Fabroni, evidenzia come entrambi seppero coniugare innovazione e tradizione. Fabroni si distinse per una visione critica e selettiva dell’illuminismo e del cattolicesimo moderno, mentre Bianchi rappresentò un esempio di liberalismo cristiano, schierandosi con la causa piemontese e cavouriana, in opposizione sia al Granducato che al mazzinianesimo.

Durante la sua direzione de La Nazione, Bianchi contribuì in modo significativo alla crescita del giornale, portandolo da tremila a diecimila copie di tiratura, un risultato straordinario in un contesto ancora segnato dall’analfabetismo. Fu promotore di rubriche innovative, dalla moda femminile allo sport, dall’economia alla questione del lavoro minorile, e introdusse il dibattito sull’estensione del voto alle donne. Tra i suoi collaboratori vi furono figure di spicco come Edmondo De Amicis, Carlo Collodi e Yorick.

Celestino Bianchi resta, ancora oggi, un esempio di impegno intellettuale, civile e giornalistico, un testimone attivo dell’Italia in cammino verso l’unità e la modernità.

Lascia un commento
stai rispondendo a