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A Firenze una pietra d’inciampo in omaggio a un cittadino di Pontassieve, vittima nazifascista

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Archimede Piani, pietra di inciampo Archimede Piani, pietra di inciampo © Ok!Valdisieve
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A Firenze, nella settimana che precede il Giorno della Memoria, saranno posizionate 25 nuove “Pietre d’inciampo” per ricordare altrettanti cittadini vittime della deportazione nazista e fascista.

Il 18 gennaio, l’apposizione di una di queste – in Via Mannelli 25 – ricorda il luogo dove fu catturato Archimede Piani, cittadino di Pontassieve, originario della frazione di Acone, morto poi nel campo di concentramento austriaco di Gusen. Insieme alle Istituzioni fiorentine, anche il Sindaco di Pontassieve Monica Marini e il Vice Sindaco Carlo Boni, hanno partecipato alla cerimonia per ricordare, come hanno dichiarato, “il nostro concittadino Archimede e, con lui, i milioni di persone che dalla folle violenza fascista e nazista si son visti strappare ai loro affetti e alle loro vite.

"Il ricordo è necessario perché queste orribili pagine non si ripetano e le Istituzioni hanno il dovere di mettere in campo tutte le iniziative volte a tutelare e promuovere la Memoria e l’Antifascismo come fondamenti della Democrazia.”, spiega l'amministrazione.

La storia

Archimede Piani, cittadino di Acone, il 27 aprile 1944, dopo meno di due mesi di prigionia, fu prelevato e deportato sul treno che dal binario 6 della Stazione di Santa Maria Novella condusse l’8 marzo a Mathausen moltissimi deportati politici della provincia fiorentina. Nel campo di Gusen perse la vita e lì, nel Memoriale del Campo, una targa apposta dal Comune di Pontassieve e dalla famiglia Piani, ricorda la sua tragica morte.

“Oggi – concludono Marini e Boni - la pietra di inciampo di via Mannelli, da dove partì quell’atroce viaggio di non ritorno, realizzata dall'artista tedesco Gunter Demnig, si aggiunge alla targa del Memoriale di Gusen, per ricordare il nostro concittadino che ha pagato con la propria vita la follia della deportazione nazifascista: testimonianze che ci aiutano a non dimenticare, a trasmettere alle nuove generazioni la memoria di quello che accadde e a tener alta la guardia per evitare che tutto questo possa ripetersi”.

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