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Le terze di Scarperia in campo contro le mafie. I loro lavori

L'impegno di docenti e alunni a favore della legalità

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Uno dei cartelloni dei ragazzi Uno dei cartelloni dei ragazzi © N. C.
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In questo bell'articolo la professoressa Laura Dentato riassume il senso dell'impegno della scuola e dei ragazzi:

Un lavoro importante quello portato avanti, quest'anno, dalle terze della scuola media Galileo Chini, un lavoro impegnativo che ha visto i ragazzi coinvolti su più fronti e i docenti lavorare in completa sinergia tra loro.

Tutte le classi hanno scelto la legalità come argomento principe della loro programmazione multidisciplinare e ciascuna, a suo modo, ha realizzato un lavoro a testimonianza di ciò. Sono stati visti film e documentari, alcuni attivisti di “Libera contro le mafie”, l'associazione di don Ciotti, sono stati ospitati, in classe, per spiegare ai ragazzi l'importanza di svincolarsi dalla mentalità mafiosa e dalla complicità colpevole che, anche a questa età, può essere riscontrata anche tra i nostri adolescenti. I ragazzi hanno imparato che la mafia non ha un territorio privilegiato sul quale agisce né ambiti particolari e non colpisce solo alcune determinate fasce sociali. La mafia è dappertutto e, quel che è peggio, fin troppo diffusa è la mentalità mafiosa, quell'omertà che ti rende complice anche se non hai le mani sporche di sangue e i tuoi vestiti sono puliti.

Ne sono sorti dibattiti, scaturite emozioni ma anche paure, impressioni negative ma, soprattutto, tanta speranza. La speranza che un mondo migliore è possibile, che con l'impegno di tutti le mafie possono essere sconfitte e, nel nostro piccolo, possiamo far sì che il sacrificio di uomini come Falcone e Borsellino non sia stato vano.

È per questo, per dichiarare palesemente ‘da che parte stiamo’, che abbiamo aderito, Co entusiasmo, alla giornata del 21 marzo, scelta da “Libera” per commemorare tutte le vittime innocenti della mafia, le vittime dirette e quelle collaterali. E così, dopo aver osservato un minuto di silenzio, i nostri ragazzi hanno pronunciato ad alta voce, uno alla volta, due nomi di giovani vittime della mafia, un maschio e una femmina, scelti tra più di mille presenti sul sito vivi.libera.it: abbiamo individuato i più giovani, a volte proprio bambini, caduti in un agguato mafioso senza aver nessuna colpa.

È stato un modo per sentirci vicini a tante famiglie straziate e per affermare la nostra volontà di un cambiamento positivo, affinché sia sempre più facile seguire la legalità ed evitare il compromesso.

Questo perché, per usare le parole di Paolo Borsellino: “La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

Articolo scritto dalla prof.ssa Laura Dentato

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