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San Paolo del Brasile. La megalopoli e il racconto di una mugellana...

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San Paolo del Brasile. La megalopoli e il racconto di una mugellana... San Paolo del Brasile. La megalopoli e il racconto di una mugellana...
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Dalla nostra redattrice e collaboratrice Caterina Suggelli riceviamo questa nuova puntata del diario dello splendido viaggio effettuato in America Latina. Questa volta dedicata alla Megalopoli di San Paolo del Brasile. Buona lettura:

“Alguma coisa acontece no meu coração
Que só quando cruza a Ipiranga e a Avenida São João
É que quando eu cheguei por aqui
Eu nada entendi
Da dura poesia concreta de tuas esquinas
Da deselegância discreta de tuas meninas...”

(Caetano Veloso,  Sampa)

 

San Paolo, “Sampa” come affettuosamente la canta il musicista bahiano Caetano Veloso, è universo immenso, un capitolo infinito, tanto grande e variegata che non saprei da che parte iniziare a raccontarvela.

San Paolo è una delle megalopoli più grandi del mondo, insieme a Città del Messico, Tokio e Shangai. Le sue dimensioni sono inimmaginabili per chi come me ha imparato a prendere le misure in piccole città come Firenze o Bologna. Se a loro tempo città come Roma, Parigi o L’Avana mi si erano presentate come metropoli dai larghi orizzonti, Sampa al confronto non mi lascia intravedere confini. Già dall’aereo vedevo un susseguirsi interminabile di grattacieli e non riuscivo a indovinarne la fine...

 

 

Sarà che si tratta della capitale industriale e finanziaria del Brasile, sarà che è il più importante centro economico dell’America Latina, sarà che è la città più ricca del paese, sarà quel che sarà, ma questa immensa megalopoli sprizza vita da tutti i pori e ha attirato a sé quasi 20 milioni di persone, un terzo dell’intera popolazione italiana! Le sue strade si ubriacano di traffico e gente a qualsiasi ora del giorno e della notte e il silenzio qua proprio non immaginano cosa sia, sempre accompagnati dal brusio costante che li segue in sottofondo, quasi fosse il respiro affannato della città stessa.

 

... colori che 'colano' dalle case....

La frenetica crescita della capitale paolina, che stupisce per la sua moderna maestosità, è iniziata a partire dagli anni ’30 del secolo scorso ed è proseguita di pari passo con lo sviluppo della sua variegata popolazione, composta dalle più disparate etnie: quelle indigene, ormai quasi irriconoscibili, almeno qui in città; quelle di discendenza africana, molto numerose e influenti a livello culturale; quelle europee, tra le più popolose chiaramente, tra cui prevalgono le origini portoghesi, poiché nei secoli della Conquista, furono proprio loro a colonizzare queste terre. Ma a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, questa regione costiera, così come tutto il sud del Brasile, l’Argentina e l’Uruguay, furono meta delle grandi migrazioni italiane che, ancora oggi, rappresentano una forte componente di questo melting pot culturale, formata da oltre tre milioni di persone nella sola San Paolo; per questo non è difficile imbattersi in cognomi, ristoranti e imprese italiani.

 

....La cattedrale...

Nel corso del Novecento, poi, questa città fu meta di molte altre ondate migratorie provenienti da ogni dove: arrivarono giapponesi, cinesi, israeliani, francesi, spagnoli, arabi, libanesi, e continuano ad arrivare boliviani, colombiani, paraguayani… di tutti i gusti e le culture, insomma! Questo amalgama culturale ha fatto di San Paolo una metropoli cosmopolita e multiculturale, dove nessuno appare ‘fuori luogo’ per le sue strade e chiunque può, a suo modo, riconoscersi in essa e sentirsi qui a proprio agio, come a casa.

 

..panorama dal Viaduto do Chà....

L’apparente integrazione culturale e la rinomata ricchezza di San Paolo, che mostra senza veli tutto il suo sfarzo nel quartiere di Jardim, tra l’Avenida Paulista, rua Augusta e la modaiola rua Oscar Freire - le cui gallerie d’arte e i cui negozi di alta moda non hanno niente da invidiare alle capitali europee! -, purtroppo si scontrano con le enormi disuguaglianze e le grandi contraddizioni che contraddistinguono ancora oggi l’intero paese. Benché la periferia paolina non sia costellata delle tristemente note favelas che invece avvolgono i colli di Rio De Janeiro, molti quartieri periferici vivono in estrema miseria e l’indigenza fa capolino ad ogni angolo di strada, anche in centro, sotto i ponti, nei giardini, tra gli edifici diroccati, nelle serrande abbassate dei negozi, dove migliaia di  poveri, senzatetto e meninhos da rua cercano riparo in mancanza di un alloggio migliore, sotto gli occhi, talvolta sprezzanti, molto più spesso impotenti, dei passanti...

 Perché la vera ricchezza di Sampa, come ho avuto modo di apprezzare in questi pochi giorni di lavoro e di scoperta, è proprio la sua gente, che si tratti dei ricchi borghesi che gravitano attorno al polo finanziario che ti accolgono con tutta la gentilezza del caso o dei diseredati che vivono nei parchi e che spesso non chiedono altro che un sorriso e un po’ di comprensione, dei gentili inservienti di un piccolo hotel senza pretese pronti a regalarti tutta la loro amicizia o dell’amico di un amico di un amico che ti invita a casa per cena per il semplice gusto di condividere. Insomma, oltre i grattacieli di metallo e cemento che popolano questa città e che possono quasi mettere in soggezione, è stata la cordialità dei suoi abitanti, la loro disponibilità, la loro apertura e la loro rinomata allegria che mi hanno veramente catturato, è stato il loro andare oltre l’arida formalità dei rapporti interpersonali, la loro capacità di mettersi in gioco e condividere, il loro naturale modo di essere ‘fuori dagli schemi’, la loro voglia di esserci e partecipare che mi hanno definitivamente conquistato.

Perché a San Paolo un passante può essere qualcosa in più di un passante, un cliente può essere qualcosa in più di un cliente, un collega può essere qualcosa più di un collega, e ogni singolo individuo può essere qualcosa in più che semplicemente ‘gente’…

SAMBA SAMPA SAMBA

 E grattacieli e ingorghi e pioggia

A nascondere il tuo azzurro sorriso

Dei verdi giardini e delle strade la gioia

Scivolo giù nelle tue vene ardenti

Con i vividi colori che colano dai muri

Frutta negli occhi e nei capelli la sete

Titubante agli incroci delle tue cantanti parole

Ma i tuoi pensieri cangianti e ballerini

Il mio sguardo attento non teme

SAMBA SAMPA SAMBA

SAMBA PER ME

 Impressioni si insinuano sconosciute

Trapassate eredità dei miei geni

Ricordi chiari e mai vissuti

E così forti dietro lo specchio

Di te, San Paolo, in bianco e nero

Di ori, argenti e case sotto i ponti

Di mulatte danzanti troppo donne

E meninhos nati soli, troppo soli

SAMBA SAMPA SAMBA

SAMBA PER ME

 Talmente umana nel tuo cemento

Mi racconti di Mamma Africa, Coloni e Indios

Tra tamburi, caffè, luci e fiori

Di tutti i tuoi gioielli la notte ti riveste

A passi svelti fianco a fianco

Intrecci furore, allegria e dolore

Il carnevale venuto a commerciare

Le lotte e i canti della tua gente

 SAMBA SAMPA SAMBA

SAMBA PER ME

 Mi bagni il cuore all’improvviso

Suoni una corda che più non trema

Delle tue miserie vuoi fare macerie

Ancora non sei arrivata che già vai via

Progresso adesso, ordine e sesso

Più non guardi indietro, non t’importa

Nostalgia sei di una speranza

Che oggi dipinge il tuo futuro

 SAMBA SAMPA SAMBA

SAMBA PER ME

 

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