La rabbia risulta una emozione frequente nel bambino ed è bene da parte dell'adulto conoscerla presto per mantenere un rapporto sereno con la famiglia e affinché il piccolo possa instaurare relazioni soddisfacenti con i coetanei. Fondamentale da parte del genitore è saper cosa fare quando il proprio figlio si arrabbia.
“Forse non si può affermare che ai bambini litigare piaccia. Provare rabbia, dover imparare a gestire la frustrazione, sperimentare opposizione, delusione e limite, scoprire come interagire in modo efficace per appagare la propria volontà e i propri bisogni è indubbiamente un lavoro faticoso. Ma si tratta di una di quelle fatiche necessarie alla costituzione di personalità sane e serene.”
D. Novara, Pedagogista: "Litigare fa bene" Ed. Bur Rizzoli 2013
Cos'è la Rabbia?
È un’emozione naturale, utile per la sopravvivenza e l'evoluzione della specie. Come tale, non va negata ma gestita. Tutte le emozioni ci fanno vivere, ci mettono in relazione con gli altri e sono esperienze comuni, condivise da tutti noi, adulti e bambini, e possono riguardare sensazioni piacevoli o spiacevoli. L'emozione è qualcosa che va a modificare il nostro comportamento e va a influenzare l'interazione con l'ambiente.
Le emozioni fondamentali sono la gioia, la paura, la rabbia e la tristezza; si tratta di emozioni innate e universali e seguono un loro specifico sviluppo.
Vediamo quale:
- 0-2 mesi: si può parlare di reazioni emotive innate prive di effettivo valore comunicativo.
- 3-9 mesi: il valore delle emozioni assume un aspetto comunicativo. La comparsa del sorriso appena il volto di una persona si avvicina al bambino si evolve poi in altre emozioni quali la sorpresa, la collera, la paura.
- 9-24 mesi: la consapevolezza di sé e dell'ambiente circostante porta il bambino a sviluppare le cosiddette emozioni sociali quali timidezza, vergogna e colpa.
- Dopo i 24 mesi il bambino impara sempre più a regolare le sue emozioni grazie alle regole da rispettare impartite dall'adulto.
I bambini prima dei 7 anni faticano a regolare le emozioni in modo autonomo e non comprendono che una persona può provare emozioni contrastanti. Pertanto, hanno bisogno di un aiuto concreto da parte dell'adulto che lo guida nella autoregolazione delle emozioni e che gli sappia indicare valide alternative nella loro esternazione.
La rabbia viene spesso interpretata come un modo per tenere a distanza l'altro confondendola con la violenza, ma la rabbia, la collera del bambino è l’espressione di un bisogno.
La rabbia è la prima tappa del processo di rinuncia che il bambino deve vivere per giungere all'accettazione delle frustrazioni.
La frustrazione, se moderata, è costruttiva e può essere utile al futuro sviluppo, a condizione però che la rabbia del bambino venga sempre capita, accolta e rispettata dall'adulto.
Il bambino non ha ancora sviluppato un vero e proprio autocontrollo delle sue azioni, quindi, i suoi gesti sono disordinati e per questo ha bisogno di sentirsi rassicurato. Ha bisogno di tutto l'amore e il sostegno dell'adulto presente, che gli dà tenerezza trasmettendogli un messaggio positivo. È fondamentale che l’adulto riesca a far esprimere al bambino la collera percepita senza giudizio o disapprovazione.
I bambini quando si ARRABBIANO sono preda delle loro frustrazioni e non è mai conveniente usare frasi del tipo "Non piangere, smettila subito". Così, infatti, non si aiuta il bambino a gestire la sua emozione, anzi la possiamo solo peggiorare. In questi momenti il bambino ha bisogno di parole che lo motivino a esprimere adeguatamente quanto prova, così la sua rabbia sparirà piano piano; anche un semplice abbraccio che comunica vicinanza emotiva può funzionare. Spesso i genitori difronte alla rabbia provata dal bambino a causa di un conflitto tra coetanei si trovano spiazzati e non sanno come possono intervenire: ecco l'importanza di saper educare a un metodo educativo fatto di organizzazione, conoscenze necessarie per saper aiutare il proprio figlio.
E’ necessario che il genitore scopra come è importante che i bambini provino l'esperienza del conflitto senza che l'adulto intervenga e si sostituisca a loro, perché questo è proprio ciò che insegna al bambino come affrontare le proprie emozioni.
Le scelte educative vanno condivise da entrambi i genitori per ottenere un buon metodo educativo.
Ed ecco che;
- Il genitore deve cercare di essere un osservatore esterno che non cerca il colpevole,
- non deve fornire una soluzione al litigio, ma favorire il dialogo dopo il litigio per arrivare al raggiungimento di un accordo tra le due parti in contrasto.
Alcuni consigli efficaci per i genitori per affrontare la rabbia del bambino in modo auto controllato:
- Fondamentale mantenere la calma e far capire al bambino che voi sapete gestire la situazione.
- Non è facile da parte del genitore controllare la sua ansia ma è necessario perché il bambino continuerà a lamentarsi e gridare ancora di più se voi trasmettete ansia.
- Date un nome all’emozione provata.
- Evitate di sgridare.
- Cercate un dialogo con toni pacati e fate molta attenzione alla comunicazione non verbale (espressioni del viso, gesti, timbro ecc.).
- Per saper rispondere alla collera provata dal bambino è importante cercare di entrare in empatia con lui. Per agevolare la comunicazione empatica può essere molto utile fare un disegno insieme.
L'idea di avere un punto, un luogo preciso dove il bambino può con ritualità riporre la rabbia lo aiuta a controllare la sua collera: utili a questo scopo possono essere la Scatola della Rabbia o il Cestino della Rabbia.
I bambini non sanno cosa vuol dire calmarsi o rilassarsi perché non hanno ancora modelli di comportamento adeguati. Sta all'adulto far capire con gesti o commenti i vari tipi di comportamenti adeguati e utili per ritrovare la calma.
Con il passare del tempo il bambino capirà i segnali del suo corpo e cercherà di auto -regolare la sua emozione facendo capire all'adulto quando ha bisogno di mettere in atto determinate strategie, usando degli "strumenti" che adesso vediamo nello specifico di cosa si tratta:
Leggere insieme al bambino sul tema della rabbia alcuni albi illustrati come quelli dell’autrice d’Allancè " Che Rabbia”. Ed. Babalibri 2012, e realizzare poi come allenamento emotivo, una "Scatola della Rabbia”, dove riporre tutte le volte la emozione provata all' interno della scatola.
Esempio: dopo la lettura, al bambino viene proposto di fare un disegno oppure viene dato del materiale naturale come della carta colorata (Rosso, è il colore della Rabbia) che lui l può toccare, strappare e poi gettarla e chiuderla nella scatola.
- L'adulto può costruire un "cestino della calma" contenete tante carte le quali rappresentano graficamente ciascuna delle attività che inducono il bambino a calmarsi, esempio: manipola della pasta di sale, schiaccia una pallina di gomma piuma, gioca con le costruzioni e le ordina per colore, ascolta una musica rilassante come il suono delle onde del mare, - muoviti come vuoi, - stirati come un gatto.
Per usare questo strumento è fondamentale creare un buon rapporto empatico con il bambino prima, per poi giungere ai passi successivi come: nominare il comportamento che ha avuto per spiegare l'azione. Invitare il bambino a rilassarsi con l'aiuto dell’adulto, fare un respiro profondo, o manipolare della pasta di sale preparandola insieme a lui.
- all'interno della casa si può creare uno spazio, fatto di cuscini molto grandi dove rotolare, toccare, stringere, abbracciare giochi in stoffa, proprio per offrire al bambino un po' di tempo, dando così modo alle sue emozioni di esprimersi per raggiungere un nuovo equilibrio.
Per informazioni sulle nostre attività: [email protected]
Bibliografia:
- Isabelle Filliozat " le Emozioni dei Bambini" Ed. Pickwick, 1999.
- Silvia Iaccarino - Che Rabbia!!! -www.silviaiaccarino.it.
- Daniele Novara "Litigare fa Bene" Ed. Bur Rizzoli, 2013.