
Dopo l'entrata in servizio della Vacs e l'inutilità del capolinea Unità ecco che il comune adesso vuole togliere i pali che caratterizzano la rete tramviaria fiorentina, quelli che lui stesso aveva voluto seguendo una progettazione datata 1996.
Una polemica che va avanti da anni nella litigiosa (ma amante del bello) Firenze.
Soprattutto dopo lo stupro di piazza della Stazione con la giungla di pali neri, ai quali poi con il tempo i fiorentini nonostante le ripetute promesse del Sindaco Nardella si sono, gioco forza abituati.
La nuova linea per Bagno a Ripoli i cui lavori sono appena partiti avranno un tratto di oltre tre chilometri interamente a batteria, senza pali dunque, anche perché da quando la linea tramviaria fiorentina è stata progettata sono passati la bellezza di 29 anni. Una preistoria fa progettualmente parlando.
Pali che invece, ahimè, sono sorti anche per la realizzazione della nuova Vacs, deturpando per sempre anche piazza San Marco e le eleganti via Cavour via La Marmora.
Lascia perplessi che adesso Palazzo Vecchio voglia rinnegare le sue stesse idee portate avanti negli anni anche con veemenza contro tutto e tutti e voglia adesso togliere i pali, o almeno una parte di essi, anche sui vecchi tracciati "approfittando" di un bando del governo, per accedere ai finanziamenti.
Lo ha scritto giovedì scorso il Corriere Fiorentino ma la notizia è stata confermata dallo stesso assessore alla mobilità e alle tramvie Andrea Giorgio, di fronte alle commissioni ambiente ed urbanistica. Il bando in questione doveva scadere venerdì 31 gennaio ma scadrà invece a fine maggio, "così potremo chiedere 29 milioni al governo" sottolinea Giorgio.
Denari necessari per dotare i 46 mezzi Sirio oggi in circolazione delle famose batterie che potrebbero consentire di togliere almeno un po' di orrendi pali, nelle zone cittadine di maggior pregio.
Solo in estate si potrà dunque sapere se i soldi che Palazzo Vecchio va a chiedere al Ministero necessari arriveranno oppure no.
Su tutte le furie dopo aver appreso la notizia le opposizioni fiorentine e toscane.
La decisione del comune è stata duramente criticata dal senatore fiorentino Paolo Marcheschi, che in un post social ha criticato aspramente la decisione.
"Sfacciati, spudorati, senza vergogna" ha scritto Marcheschi, che ha accusato l'amministrazione di fare "opere complicate e costosissime" e di svendere "Firenze, regalando montagne di soldi dei cittadini a stranieri che imbruttiscono la città e mortificano il tessuto fiorentino. Rendono invivibile il centro, ormai invaso, facendo scappare chi ci è nato, travolto da turisti e finti studenti. Ora ci vogliono imporre uno stile di vita tutto tramvia e bicicletta. Attaccano anche la proprietà privata (la nostra, naturalmente, la loro la preservano eccome!) che, si sa, per loro è un principio indigeribile. Potrebbe sembrare una forma di totale disprezzo della città; in realtà, purtroppo, si tratta solo di drammatica incapacità" ha proseguito. "Se lo facessero in malafede, non riuscirebbero infatti a farlo cosi male. Dall’alto di magistrali abilità, questi “ideologi” della devastazione, dopo aver tentato di realizzare un improbabile stadio con soldi pubblici, non si vergognano persino di chiedere innumerevoli soldi allo Stato per rimediare agli scempi fatti con pali e binari!.
Spero che il Governo, dopo una sonora risata, si renda disponibile a dare sì 24 milioni… Ma di pacchine" ha concluso Marcheschi.
Non dissimile il giudizio del consigliere regionale di Fratelli d'Italia Sandra Bianchini e del capogruppo FdI a Palazzo Vecchio Angela Sirello.
“C'è confusione tra gli esponenti del Partito democratico su come togliere i pali della tramvia in Piazza Stazione, alla Fortezza e a Porta a Prato.
Un groviglio di pali e fili che ricorda le città di inizio XX secolo e che noi abbiamo contestato fin dal momento in cui era chiaro che un'opera del genere avrebbe deturpato quelle zone del centro storico. Pochi giorni fa l'ex sindaco Nardella diceva che si sarebbe impegnato in Europa per trovare i fondi necessari a toglierli, oggi apprendiamo che l'amministrazione di Palazzo Vecchio vorrebbe chiedere 24 milioni di euro a Roma per rimediare a un clamoroso errore progettuale di cui non si era accorta. Ma Palazzo Vecchio ha capito solo ora che sono meglio delle navette a batteria anziché i Sirio? Noi lo diciamo da sempre!
La verità è che il Pd non sa come fare a togliere fili e pali, ricordiamo che aveva promesso ai fiorentini di farlo entro il 2023. E' passato più di un anno, i fili e i pali sono ancora lì e la sinistra sta cercando di capire chi deve pagare per i loro errori!
Il problema è che non sapremo mai quanti miliardi di euro hanno speso i contribuenti per il sistema tramviario fiorentino. Un mezzo che sicuramente velocizza i collegamenti tra alcuni quartieri della città e l'hinterland ma che non risolve nel modo più assoluto i problemi viari cittadini visto che ben tre fiorentini su quattro continuano a spostarsi con i mezzi privati. I cittadini devono capire che se il Pd continua ad investire nelle tramvie, Firenze e la Toscana non avranno poi risorse per realizzare altre opere. Se arriveranno 24 milioni per i Sirio a batteria poi non ci saranno per avere collegamenti viari decenti” lo dicono.
La cronistoria
Era il 2018 quando piazza della Stazione venne trasformata dall'amministrazione Nardella in un’albereta orrenda di pali, fili elettrici, semafori.
Una piazza arricchita anche da dei pini (abbattuti) che esaltava il capolavoro architettonico del Michelucci, progettato negli anni Trenta e mortificato da un groviglio di ferro da un progetto di tramvia obsoleta
Ricordo che ai tempi (ribadisco 2018) gli oppositori a quell'orrendo scempio guardavano alla Cina dove già il tram viaggia silenzioso ed elettrico grazie a speciali sensori senza rotaie (e quindi senza scassare strade e piazze per anni) ma semplicemente "disegnando" la direzione su linee verniciate tratteggiate sull’asfalto.
Troppo avanti per noi? Troppo per preservare la bellezza di Firenze? Un sogno irrealizzato?
Pare di sì dato che oggi (2025) si esalta la possibilità di avere (soli) tre chilometri di linea a batterie.
Il problema è uno solo.
Ovvero che la linea fiorentina è nata già vecchia dato che ricordiamo il primo progetto del 1996 è stato firmato con il project financing con Ratp per la realizzazione delle linee 2 e 3 e per la gestione dell’intera rete tramviaria nel 2005. Sono già passati altri venti anni!
Non solo, nel frattempo il progetto è stato modificato radicalmente almeno due volte dal 2000 e che ha ricevuto il via libera definitivo della commissione ministeriale solamente nel 2010 dopo l’ultima richiesta di stralcio del passaggio al Duomo e dopo aver ignorato il referendum consultivo del 2008 quando andò alle urne solo il 39,4% dei fiorentini che disse no alla tramvia, non perché contro al mezzo in se ma perché ritenevano necessaria un'altra soluzione considerando Firenze e le sue strade strette e non che la città venisse stravolgerla per far passare un treno.
Veniamo all'oggi e ripartiamo dalle promesse mancate.
La prima dell'ex sindaco oggi europarlamentare fu quella di garantire che a Natale 2023 sarebbe entrata in funzione la linea per San Marco.
Com'è andata a finire è storia recente fra due finte inaugurazioni (elettorali) della linea e l'appuntamento saltato anche per Natale 2024.
Nel frattempo lui è andato a Bruxelles il cerino in mano lo ha lasciato a Sara Funaro che in pompa magna ha "festeggiato" a gennaio 2025 l'avvio della linea, un anno oltre i tempi garantiti.
Nell'occasione di quella promessa mancata l'ex assessore Stefano Giorgetti (torniamo a Natale 2023) si sbilanciò anche garantendo che nel contempo sarebbero stati tolti anche gli orrendi pali di Santa Maria Novella.
Nell'occasione forse Giorgetti non ricordava che la stessa promessa (insieme a Nardella) l'aveva già fatta due anni prima (gennaio 2022) salvo poi rimangiarsi qualcosa il mese dopo quando dichiarò che “i pali saranno tolti ma non tutti. Vogliamo toglierli da piazza della stazione, entro il 2023”.
Lo ribadì il sindaco Nardella a dicembre 2019 che addirittura con entusiasmo affermo che "Le nuove linee tramviarie sicuramente saranno molto più sostenibili anche dal punto di vista estetico. Del resto i pali così come si possono mettere, si possono togliere quindi non c'è niente di irrimediabile, anzi con il progresso tecnologico noi saremo tra le prime città d'Italia senza pali".
"Si possono mettere e si possono togliere" con i soldi di chi carissimo Nardella?
Oggi lo abbiamo compreso.
Si chiede di mettere una toppa al Governo nazionale?
Parrebbe di sì dato che ad oggi (febbraio 2025) nessun palo è mai stato tolto nei tempi e nei modi promessi (anche perché con quali soldi?), ma anzi si sono aggiunti altri pali e altre catenarie anche nelle eleganti via Cavour, piazza San Marco, via La Marmora e piazza della Libertà.
L'uscita dell'assessore Giorgio che vuole toglierli da Santa Maria Novella, dopo la manifesta inutilità dell'ex capolinea di piazza dell'Unità con l'entrata in funzione della linea per San Marco ci lascia perplessi e non per motivi politici ma pratici.
Nel 2018 è stata stravolta per sempre una delle piazze più belle di Firenze con mesi e mesi di lavori e disagi che hanno interessato sottoservizi, asse viario e cielo della piazza per la messa in opera del capolinea di una progettualità d'inizio Novecento e oggi si toglie tutto perché diventato inutile?
Cosa non comprendiamo?
Paolo
una città amministrata da cialtroni