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Millerivoli & Acque mugellane. Le osservazioni al Piano Strutturale Intercomunale

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Scaduti da circa un mese i termini per le osservazioni al piano Strutturale Intercomunale, il Comitato MilleRivoli ci invia le sue osservazioni sui temi, da sempre, di loro interesse: acqua, biomassa, ditte insalubri. Dopo una breve premessa in cui si ricordava che ‘i lavori per la ferrovia hanno lasciato una tremenda ferita al livello idrico sul territorio’ e che, a loro avviso, ‘in 12 anni ancora non si è stati in grado, nonostante proclami e promesse, di attuare un progetto che facesse funzionare le pompe reimmettendo nel letto del torrente Carza almeno un piccolo quantitativo sufficiente al mantenimento della vita acquatica, della flora e della fauna’, si sollecita la partenza dei lavori prima di compiere nuovi ‘investimenti strategici’. Si tratta del progetto approvato ed attuato nel giugno 2016 da Publiacqua Spa dal Titolo ‘ravvivamento del Carza in prossimità di pozzi estrattivi acquedottistici di San Piero. A questo proposito il Comitto ha allegato il progetto fornito dal Comitato Carza Viva per il ripristino del minimo vitale nel torrente. Osservazione CARZA1 Osservazione CARZA2 Osservazione CARZA3 Osservazione CARZA4 Il Comitato ribadisce, inoltre ‘ che servono maggiori risorse per le analisi dell’acqua e metodi di depurazione che limitino il più possibile i residui della clorazione ’ e, continuano nel dire ‘che sarebbe apprezzabile se, l’azienda che ha la concessione per imbottigliare l’acqua del territorio(‘Acqua Panna’) e che ha acquisito anche la ‘Sorgente Palina’ potesse riaprire il detto stabilimento investendo solo nella linea in vetro utilizzando il meccanismo del vuoto a rendere, per la tutela dell’ambiente e permettesse ai cittadini e alle attività commerciali del Comune di Scarperia e San Piero in cui l’impianto è ubicato, di potersi rifornire ad un prezzo privilegiato’. OSSERVAZIONI: CLORAZIONE DELLE ACQUE Oggi i nostri fiumi, fossi, torrenti cosi come le falde sono inquinati da diverse sostanze. Come anche da voi sottolineato nella Vas dove riportate e analizzate i dati dei monitoraggi e dei Report Ambientali Arpat, la qualità della risorsa idrica mugellana è scadente1. Sversamenti, incuria, inquinamento, fanno si che l’acqua debba essere fortemente trattata prima di arrivare nelle case ed essere resa potabile. Ammesso, quindi, che filtri e depuratori elimino tutto ma proprio tutto (dai pesticidi ai metalli pesanti, ai batteri, alle salmonelle, a tutti i microrganismi pericolosi, ad ogni altro genere di impurità), ci beviamo comunque i residui di questo pesante trattamento. Alluminio, ipoclorito, biossido di cloro e altri derivati del cloro, infatti, vi rimangono dentro. In minime quantità, ed entro i limiti di legge, ovvero quei valori calcolati su individui adulti, di 70 kg, in buona salute. Il problema però è ciò che succede a tutti (sani e non, bambini e anziani) con l’accumulo, con l’uso quotidiano e abbondante. Esprimiamo quindi forte preoccupazione per la salute visto che, come da voi evidenziato: “Ad eccezione del trattamento con raggi ultravioletti, la disinfezione comporta sempre il contatto con sostanze chimiche che lasciano “tracce” ed alterazioni dell’acqua; i composti del cloro, comunemente impiegati per tale scopo, determinano la formazione di derivati organoalogenati, sostanze dotate di una tossicità più o meno elevata”2. Assodato che non si possa bere acqua contaminata o pericolosa gli effetti a lungo termine sulla salute diventano, purtroppo e per forza di cose, il problema secondario. Prima è indispensabile evitare il rischio imminente e altrettanto grave di consumare nel quotidiano un’acqua piena di agenti patogeni. La clorazione sembrerebbe, quindi, il male minore. Il male necessario. Forse era così anni fa. Quando ancora non c’erano alternative, quando ancora non si sapeva che questa sostanza (cloro) nell’acqua, oltre a conferirle quello sgradevolissimo sapore, è responsabile della formazione di sottoprodotti considerati tossici, mutageni e cancerogeni (G. Moretti). Esempio i trialometani (come il cloroformio) che consumati per anni possono causare tumori. Studi epidemiologici mostrano che esiste un rapporto tra il consumo di acqua disinfettata con cloro e l’insorgere di cancro a intestino, retto e prostata (Morris; Mc Gehinn; Kogevinas). Consumare per anni questo tipo di acqua, aumenta la probabilità di parti prematuri e di basso peso alla nascita (Tuthill). I cloriti hanno effetti nocivi sul sistema nervoso, possono causare difetti cardiaci ed anemia emolitica. L‘alluminio, usato per aggregare in masse più grandi (flocculazione) ed “intercettabili”, particelle altrimenti troppo piccole che passerebbero indisturbate dai filtri dei potabilizzatori, può provocare invece danni al cervello, demenza, Alzheimer. Dunque auspichiamo che anche nei nostri impianti si scelga di adottare l’ottima soluzione della radiazione ultravioletta. Usare i raggi uv, infatti, non altera le caratteristiche (cosiddette organolettiche) dell’acqua, non causa la formazione di trialometani e, rispetto agli altri metodi, origina una quantità nettamente limitata di sottoprodotti della disinfezione. Purtroppo il sistema va ancora, inevitabilmente, combinato col disinfettante chimico (in attesa di invenzioni migliori e più salubri) affinché nella rete di distribuzione non proliferano microrganismi. Tuttavia la percentuale di disinfettante introdotta è comunque limitata rispetto al meccanismo odierno in cui negli impianti si operano, come si diceva, pesanti potabilizzazioni mediante clorazione e processi di coagulazione con sostanze potenzialmente pericolose per la salute (i cui costi paghiamo profumatamente anche in bolletta). Anche le tecniche di microfiltrazione e quelle ad osmosi inversa (con filtri a grafene che fanno passare solo la molecola dell’acqua) non aggiungendo prodotti chimici, forniscono ottimi livelli di depurazione e un impagabile vantaggio per la nostra salute. Ma, come sempre, la soluzione migliore diventa applicare il sacrosanto principio di precauzione, fermare l’inquinamento incontrollato ai danni dei nostri corsi d’acqua, mantenere la purezza delle falde acquifere, preservandole e proteggendole da ogni genere di contaminazione. MilleRivoli, Cittadini Mugellani per la Difesa dell’Acqua e del Territorio FONTI: Giorgio Moretti, Valutazione dei rischi e dei benefici derivanti dal trattamento delle acque destinate al consumo umano. Laboratorio di Epidemiologia Ambientale. Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica, Università degli studi di Padova. Kogevinas, Meta-analysis of studies on individual consumption of chlorinated drinking water and bladder cancer. Villanueva CM, et al. J Epidemiol Community Health. 2003. Morris, Chlorination, chlorination by-products, and cancer: a meta-analysis. Morris RD, et al. Am J Public Health. 1992. Tuthill, R. W., R. A. Giusti, G. S. Moore, and E. J. Calabrese. 1982. Health effects among newborns after prenatal exposure to ClO2-disinfected drinking water. OSSERVAZIONI: Richiesta risorse per analisi dell’Acqua - Servono maggiori risorse alle Asl per le analisi dell’acqua che arriva nelle nostre case. - Le analisi dell’acqua devono tener conto di molteplici parametri non solo di quelle poche voci di routine previste dal decreto. - Le analisi dell’acqua devono essere indagini attente e mirate, a seconda delle diverse criticità e peculiarità di territori altrettanto diversi fra loro. Ad esempio a Scarperia, in zona Pianvallico, sarebbe logico effettuare test per i solventi clorurati. È infatti tristemente noto lo sversamento di tali sostanze che a partire dagli anni 60 sono penetrate nelle falde e giunte, nel tempo, all’abitato di San Piero. Non a caso vige ancora(dal novembre 2015) il divieto di uso di acqua di falda dalla “rotonda dei coltelli” di Scarperia fino alle abitazioni a monte degli impianti sportivi di San Piero. Sarebbe importante sapere a che punto è, se ancora esiste, il progetto di bonifica per delle suddette falde. Nel Comune di Vaglia, invece, a valle della cava di Paterno, è immaginabile aspettarsi analisi per metalli pesanti e cromo-VI, vista la presenza di rifiuti pericolosi nel suddetto sito che, ricordiamo, è una cava calcarea e purtroppo permeabile. - Servono analisi per i pesticidi. Queste purtroppo non sono contemplate dal gestore(Publiacqua) della Nuova Centrale di Potabilizzazione del Mugello. La struttura però si trova accanto al treno dell’alta velocità e a valle di campi coltivati. Si può ragionevolmente ipotizzare presenza di glifosato e di nitrati. I risultati dell’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale(ISPRA) ha evidenziato una presenza diffusa di pesticidi nelle acque. “Ci sono pesticidi nel 67,0% dei punti delle acque superficiali e nel 33,5% di quelle sotterranee. Sempre più evidente è la presenza di miscele, con un numero medio di circa 5 sostanze e un massimo di 55 sostanze in un singolo campione”3. Anche nel Levisone, come da voi sottolineato nella Vas4 sono state trovate tracce di Ampa, sottoprodotto del Glifosato. È del 27 settembre 2018 la mozione del Comune di Scarperia per il progressivo abbandono del pesticida in agricoltura, pesticida classificato già dal 2015 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro(IARC), come “probabile cancerogeno per l’uomo”. Auspichiamo la sensibilizzare delle aziende agricole del territorio alla graduale rinuncia all’uso di tali sostanze anche nell’interesse del distretto Biologico del Mugello che si sta sempre più rafforzando e affermando. - Sarebbe auspicabile vedere i risultati delle analisi resi noti su un apposito sito, trasparenti e accessibili a tutti, magari assieme a quelli del gestore(Publiacqua) che, in fin dei conti, è una società a maggioranza pubblica. MilleRivoli, Cittadini Mugellani per la Difesa dell’Acqua e del Territorio  







 

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