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Ha vinto il centrodestra. E ora? La riflessione di un nostro giovane collaboratore

Diamo spazio a un nostro giovane collaboratore e alla sua riflessione sulle ultime elezioni e le prospettive

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Una riflessione Una riflessione © Pixabay
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Lo schieramento vincente dovrà affrontare sfide epocali: dalla guerra in Ucraina alla crisi energetica, dai soldi del PNRR alla povertà in costante aumento.

Sapevamo già che la sinistra avrebbe perso queste elezioni politiche. Era inevitabile. La coalizione guidata dal litigioso e imborghesito Partito Democratico era troppo debole per riuscire a contrastare l’egemonia di una destra che, seppur con visioni differenti su importanti tematiche - dall’atlantismo alle sanzioni alla Russia - ha deciso anzitempo di coalizzarsi, portando a casa una vittoria netta. Fratelli d’Italia - partito nato dalle ceneri del defunto Movimento Sociale Italiano, di stampo fascista, guidato dalla quarantacinquenne Giorgia Meloni - ha ottenuto un risultato storico: il 26%. Una rimonta notevole e fino a poco tempo fa impensabile se paragonato al 4% del 2018. Sommati ai voti di Lega e Forza Italia, il centrodestra ha sfondato il 44%, mentre il centrosinistra si è fermato a un risicato 26%.

Il merito di questa vittoria, oltre al carisma dei leader, è da attribuire alla vicinanza alle periferie - che la destra ha promesso di riqualificare - senza dimenticare il ceto medio degli impresari, da sempre difeso dai partiti liberali e conservatori. Insomma, la destra italiana ha cercato di non scontentare nessuno, al contrario della sinistra, al quale viene rimproverato di non essere da tempo a fianco dei lavoratori. La decisione di Enrico Letta, segretario del PD, di non correre con il Movimento Cinque Stelle, e la rinuncia di Carlo Calenda, leader di Azione – Italia Viva, a coalizzarsi con il centrosinistra, hanno dato il colpo di grazia.

L’Italia è in mano al centrodestra in uno dei periodi più difficili dal dopoguerra. La guerra scatenata da Putin in Ucraina e la minaccia di un conflitto nucleare tiene il mondo con il fiato sospeso. Giorgia Meloni ha condannato le azioni di Putin in più occasioni, dichiarandosi atlantista e a favore dell’invio delle armi all’esercito ucraino e alle sanzioni alla Russia, nell’intento di indebolirla e di portarla al tavolo della pace. Parole inaspettate da una figura politica che ha sempre portato il vessillo del sovranismo, e che in campagna elettorale ha minacciato: “Se vinciamo noi, per l’Europa è finita la pacchia”. 

Insomma, non sarà facile per la Meloni, probabile Presidente del Consiglio - sarebbe la prima donna in Italia a ricoprire questa carica - indossare in contemporanea la maschera dell’europeista e dell’antieuropeista, senza con ciò fare innervosire l’elettorato e la Commissione Europea, già preoccupata per la sua vicinanza a Orban, il presidente ungherese attuatore di politiche illiberali e contro le minoranze. Non sarà facile neanche - e non solo per lei, ma per i ministri scelti dal centrodestra, i suoi leader e i suoi parlamentari, che hanno la maggioranza in entrambe le camere - affrontare la sfida energetica che attende l’Italia, con la Russia che minaccia di chiudere i rubinetti di gas e petrolio, da cui in gran parte dipendiamo. 

E poi c’è l’incognita futuro. L’ambiente è il grande assente nel programma del centrodestra. Come si muoverà? L’Italia non può continuare a non avere una indipendenza energetica. Punterà sulle energie rinnovabili? O spingerà, come ha dichiarato di fare, per il nucleare e le trivellazioni nel mar Adriatico, ricco di giacimenti di gas naturale?

Altri punti importanti sono i duecento miliardi del PNRR e la povertà che, dopo la pandemia di covid 19 - ancora in corso - è aumentata in maniera drastica. Soffermandoci sul primo punto: riuscirà il centrodestra a ottenere la fiducia dell’Europa? Molto del nostro futuro dipende da questo denaro, con cui si tenterà di modernizzare il paese e di renderlo maggiormente efficiente, ma può essere bloccato se non vengono raggiunti determinati obiettivi entro precise scadenze. La proposta del centrodestra di rivederlo può metterlo a rischio, perciò mi auguro che si muova con cautela. Per quanto riguarda la povertà, il numero di famiglie che non riesce ad arrivare alla fine del mese, specialmente al sud, sfiora i due milioni, una cifra drammatica. Il centrodestra ha proposto l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, misura di sostegno economico varata dal Movimento Cinque Stelle, che per molti è stata una boccata di ossigeno. Abolirlo significa far ripiombare nella povertà assoluta milioni di individui senza occupazione. 

Le politiche del centrodestra argineranno il problema povertà? Ma soprattutto, riusciranno a creare le condizioni affinché il numero di disoccupati scenda? 

Prima di congedarci, due righe sul centrosinistra. Oltre ai leader, che sono stati i grandi assenti di questa campagna elettorale, necessita di un ritorno alle origini, di una vera e propria inversione berlingueriana nell’intento, e speranza, di accrescere l’elettorato, sfociato tra le file del Movimento Cinque Stelle, Azione – Italia Viva, e in percentuale minore nei partiti di destra, senza contare i tanti che hanno deciso di non recarsi alle urne per la rabbia e la delusione. 

L’opposizione, per quanto amara sia, offre grandi opportunità: di riformarsi, di ritrovare la propria vocazione, di riabbracciare i propri valori storici con orgoglio e impegno. 
Paolo Maurizio Insolia

 

Mi chiamo Paolo Maurizio Insolia. Sono uno studente universitario di Lettere e sono un apprendista/giornalista di Ok News. I miei interessi spaziano dalla letteratura alla filosofia, passando per la storia e la psicologia. Insomma, il campo umanistico è la mia casa. Le mie passioni per il giornalismo e la scrittura nascono durante l’adolescenza, e con gli anni stanno diventando un lavoro. Nei miei editoriali cerco di analizzare a fondo le questioni, cercando sempre di ricollegarmi al pensiero di grandi coscienze quali Jung, Krishnamurti, Hillman e molti altri non solo appartenenti al campo psicologico, ma anche politico e sociologico.

 

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Commenti 1
  • nonnoBeppe

    Si è accaduto. Siamo in democrazia e chi prende più voti vince. E poi il sistema elettorale Rosatellum è molto discutibile. PD ha perso in tutti i luoghi. Mal gestiti, litigiosi. La periferia è lo specchio del PD nazionale. Tutti lontani dai veri problemi della gente. È il segretario ci ha messo del suo. Sono un elettore del PD

    rispondi a nonnoBeppe
    gio 13 ottobre 2022 10:52