OK!Valdisieve

Firenze per tre giorni capitale dell'hotellerie

La città ospita il congresso nazionale dei portieri d'albergo.

  • 172
l'intervento della vice sindaca Bettini l'intervento della vice sindaca Bettini © Ok!News24
Font +:
Stampa Commenta

Si svolge a Firenze dal 17 al 20 novembre il XLII congresso nazionale dei portieri d’albergo riuniti nell’unione italiana portieri d’albergo. (Uipa).
Un appuntamento fondamentale nell’epoca del restarting del turismo e dell’economia dell’accoglienza che ricordiamo essere voce basilare del Sistema Italia.

Il settore dell’hotellerie e dell’accoglienza è quello che porta più vive sulla pelle le ferite della pandemia. Due anni difficili dove non solo è mancato il congresso (quello fiorentino è il primo post covid) ma è mancato il lavoro per tutti coloro che operano negli alberghi.
Anni difficili di paure, dubbi, di speranze che speriamo essere ormai alle spalle.

Ma cosa c’è adesso all’orizzonte? Da quali macerie rinasce come un’araba felice il comparto dell’accoglienza?

A queste e ad altre domande cercheranno di rispondere in questi intensi tre giorni di congresso fiorentino i “chiavi d’oro” che da ogni parte d’Italia sono arrivati a Firenze.

Figure fondamentali dell’accoglienza alberghiera, spesso prestate al mito con i molti aneddotti che sono in grado di raccontare.
Sono loro che da sempre hanno il polso dell’evoluzione dei flussi turistici, dei cambi di costume, delle variazioni delle provenienze dei visitatori e sono loro che di fatto posso determinare le buone polis di qualsiasi destinazione.

Ridurre la loro professionalità a “quelli che ti sanno accogliere con un sorriso” è forse ridurre la loro professionalità a un luogo comune pur nella consapevolezza che il valore di quel sorriso può lasciare un’impronta indelebile nel cuore dell’ospite.

Sono riuniti in associazione da cinquant’anni esatti e da oltre diciassette ogni anno s’incontrano per confrontarsi sull’evoluzione della professione che pur mantenendo un’aurea di romanticismo ha saputo bellamente adeguarsi al variare dei tempi e delle stagioni.

Oggi a portare il saluto istituzionale ai congressisti c’era la vicesindaca e assessore al turismo e cultura Alessia Bettini, due deleghe affidateli non a caso, come ha voluto sottolineare nel suo intervento, nella consapevolezza che è nel trovare una giusta quadra fra turismo e cultura che si può andare oltre al turismo di massa mordi e fuggi.

Bettini peraltro che da protagonista della “svolta gentile” di Firenze oggi città della gentilezza riconosce nella figura del professionista con le chiavi d’oro al bavero il testimone primo di come la gentilezza sia, il gioco di parole non è casuale, determinante nel ricordo della destinazione visitata prim’ancora delle bellezze artistiche e naturalistiche.

In platea insieme ai congressisti molti studenti degli ultimi anni delle scuole alberghiere per suggellare la fresca investitura della categoria dei concierge come formatori riconosciuti dal Ministero della Pubblica Istruzione.
A loro strizzano più di una volta l’occhiolino gli oratori dal palco investendoli del titolo di portieri di domani e quindi figure determinanti per il ricambio generazionale della professione.

Oltre ai sorrisi e alle virtuali pacche sulle spalle però c’è il rovescio della medaglia, quello che in congresso non si dirà in questi giorni ma che a microfoni spenti mi hanno raccontato in un pranzo di lavoro ieri alcuni congressisti provenienti da varie parti d’Italia.

Il turismo è cambiato e al di là della bolla felice degli americani che pare stiano tornano; il nuovo ricco proveniente dai paesi neo-ricchi dell’Asia non ha la stessa cultura dello yankee nel confrontarsi col professionista dell’accoglienza.
Spesso siamo quasi trattati a pesci in faccia a fronte di uno stipendio che non può certo definirsi adeguato alla professionalità messa in campo.”

Poi c’è il problema non del futuro rappresentato dagli studenti in sala ma del presente dato che la pandemia ha fatto fuggire dagli alberghi le migliori forze lavoro.
Mancano professionisti oggi.
Mancano quei professionisti dell’età di mezzo che con la pandemia hanno cercato di sfamare le famiglie altrove e che oggi, stabilizzatisi nelle loro nuove posizioni non si voltano più indietro verso un hotellerie in grado di prospettare loro solo precarietà.

Buon lavoro ai congressisti nella speranza che si sciolgano molti nodi del futuro ma soprattutto del presente.

 

 

 

 

Lascia un commento
stai rispondendo a