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Covid. La 'lezione' dei bambini: La paura va sconfitta. Una bella lettera in redazione

Lettera in redazione

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Oggi è il nostro lettore Claudio Ticci che in forma personale e fuori dal suo ruolo di Consigliere Comunale, ci in invia questa bellissima riflessione:

"Babbo, mamma, c'è ancora il virus nell'aria brutta?". Così un figlio di 3 anni interroga i genitori dopo un mese di quarantena, i lockdown e l’assenza dall'asilo. Perché la consapevolezza che nei 2 anni scorsi, quando il virus e i contorti provvedimenti ci hanno confinato nelle nostre case, sia successo qualcosa di straordinario l'hanno avuta tutti.

Anche i più piccoli. Anche molti figli che, dall'alto dei loro 3-4-5 anni, si arrabbiavano perché non potevano andare a scuola, al parco oppure incontrare i nonni e gli amichetti. "Neanche se mettono la mascherina?". "No, purtroppo neanche se la mettono". "Allora prendo la mia spada e colpisco il virus, lo sconfiggio (sic!)".

Ecco, questo atteggiamento di sfida, di reazione davanti a una situazione difficile, è quello che ci aiuta e aiuterà ad uscire da tutto.

Del resto, diversi studiosi hanno affermato che le pandemie finiscono quando si verificano due eventi: quando i contagi si abbassano e quando la gente comincia a REAGIRE, dopo aver capito che dovrà convivere con il virus tornando così a vivere (quasi) normalmente.

L'ha detto anche Brian Kilmeade, conduttore di Fox News il quale ha affermato che le scuole devono riaprire totalmente, senza assurde regole, perché <<la vita è piena di rischi, i bambini dovrebbero imparare presto che la vita è piena di ostacoli e che si deve trovare un modo per superarli>>.

Una verità sacrosanta che, fino a non molti anni fa, i bambini imparavano quando, prima di andare a letto, ascoltavano le fiabe raccontate con abile enfasi dai genitori o dai nonni, creature magiche.

I protagonisti di quei racconti devono affrontare boschi incantati, orchi, lupi, vulcani, guerre, malattie, streghe e maghi prima di arrivare al lieto fine. In poche parole, devono sconfiggere le proprie paure. Nella realtà tutti abbiamo un carattere ambivalente, ma nella fiaba questo non accade perché i personaggi sono divisi in BUONI e CATTIVI, incarnano il bene e il male spesso in senso assoluto, le situazioni sono esemplificate creando un dualismo che permette più facilmente la risoluzione dei conflitti interiori, perché si rende chiaro e distinto ciò che nella realtà è spesso confuso.

Così, il conflitto interiore è facilmente risolto nella fiaba.

È un po' quello che diceva Chesterton ovvero che le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.

E se ci consideriamo troppo grandi per le fiabe, allora pensiamo a quanto ha scritto il grande filosofo J. Ortega y Gasset: <<Il senso della vita consiste nell'accettare ciascuno la propria inesorabile circostanza e, nell'accettarla, convertirla nella propria vocazione>>.

Noi viviamo il nostro tempo, il luogo in cui siamo, le abitudini nostre e quelle di chi ci circonda e soprattutto possiamo decidere se AFFRONTARE o SUBIRE gli eventi che accadono intorno a noi. Come reagiamo di fronte alle difficoltà? E come davanti ad un invisibile virus che l’occhio umano non vede?

La paura è la cosa più umana ed utile che ci sia, oggi maggiormente. Non possiamo farne a meno, anche perché ha una doppia funzione: ci fa rendere conto che esistono dei pericoli e determina così la nostra risposta (fuga o reazione). Istinto.

Se però la paura, da segnale, diventa comportamento, si finisce per vivere una vita nella quale si muore ad ogni istante per paura di morire quell'unica volta.

Il vero coraggio non consiste nel non aver paura, ma nel superarla. Solo gli incoscienti non la provano. 

Per questo aveva ragione il conduttore di Fox News. Non sappiamo ciò che accadrà ma, se la situazione in Italia sarà quella che stiamo vivendo in questi giorni, è giusto che i bambini tornino a scuola senza assurde regole e tornino alla normalità. E i loro genitori al lavoro tranquilli. I nonni a fare il loro mestiere o godersi la loro pensione.

La paura può essere certamente tanta ma alla fine hanno ragione le fiabe e Chesterton: i Draghi sistono per essere sconfitti.

Quindi pratichiamo ancora l’infanzia, è la via d’uscita.

Claudio Ticci

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