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Città Metropolitana e scuole, intervista a Mongatti. Parliamone... di domenica

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Città Metropolitana, Chino Chini e Giotto Ulivi: Cambiare tutto per non cambiare niente? E’ questa la vera cifra del passaggio dalla Provincia alla Città Metropolitana? E riuscirà il nuovo ente là dove la Provincia sembra aver fallito? Ossia nel completamento del polo scolastico di Borgo San Lorenzo. Con il Chino Chini che vede ancora gli studenti nelle aule prefabbricate (i tristemente noti container) e  il Giotto Ulivi con le colonne antisismiche completate ma (da anni) ancora da collegare alla struttura? All’indomani del Consiglio che si è tenuto a Borgo vogliamo cercare di capire; possibilmente resistendo alla tentazione (molto forte) di liquidare tutto come un cambiamento puramente di facciata. Per farlo abbiamo realizzato questa intervista con Giampiero Mongatti, sindaco di Barberino e rappresentante del Mugello nella città Metropolitana (con la delega proprio alla Scuola). Con lui abbiamo parlato sinceramente e apertamente; la prima domanda è proprio questa: Perché ora la Città Metropolitana dovrebbe riuscire dove la Provincia non sembra essere stata in grado? “Per Chino Chini e Giotto Ulivi le vicissitudini ed i problemi, in questi anni, sono stati veramente tanti (dal legame con il Patto si Stabilità fino ai rapporti con gli esecutori), e mi sento di  spezzare una lancia in favore di chi ha gestito la situazione. In questi ultimi tempi, poi, la Provincia ha praticamente bloccato i nuovi investimenti per lasciare in ordine i propri conti. Ma adesso dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro e cercare, noi, di concludere, finalmente, queste situazioni aperte da tempo”. Cioè? Come affronterete la situazione? “Prima di tutto concludendo quanto già iniziato, come il piazzale del Chino Chini. Poi la priorità sarà togliere i ragazzi dai container. Per questo, come è stato detto, sarà necessario realizzare un nuovo edificio, per il quale abbiamo fatto proprio in questi giorni un sopralluogo". L’immobile del Chino Chini, in via Caiani, è risultato piccolo fin da subito. Un errore di valutazione che ricade ora sulla collettività? “Non mi sento – spiega – di condannare – chi ha preso quelle decisioni e fatto quelle valutazioni. Sappiamo che, purtroppo, l’iter da seguire in questi casi è molto lungo e il processo politico lento. Nel frattempo sono cambiati gli scenari ed è cresciuta la popolazione scolastica. Credo che sia meglio avere questo problema che l’opposto: ossia una scuola grande ma vuota" Le ‘famose’ torri del Giotto Ulivi. Riusciremo a collegarle? “La vicenda è complessa. Ci sono stati problemi prima con il direttore dei lavori poi con il reperimento delle risorse. Manca solo l’ultimo passo ed i ragazzi anche aspettato anche troppo. Ci impegneremo” Permettimi una domanda più generale. Non è un po’ poco che il passaggio tra provincia e Città Metropolitane  abbia significato solo il taglio dei costi della politica (eliminando presidente e consiglio in virtù di deleghe a sindaci e consiglieri) e lasciando sostanzialmente invariate struttura e competenze? Non si crederà mica di risparmiare sui gettoni di presenza che, rispetto al bilancio ed ai costi della ‘burocrazia’, erano solo una goccia nel mare? “Osservazione giusta. Occorre però ricordare che le Città Metropolitane nate in Italia sono solamente dieci (tra cui Firenze) e che tutte le altre province sono state soppresse dividendo le loro competenze tra Comuni e Regioni. Nel caso delle Città Metropolitane si è deciso comunque di dare un segnale. Si è passati ad un ente di secondo livello nel quale gli amministratori (sindaci e consiglieri) sono a ‘gettone zero’. Poi, anche se le Città Metropolitane erano previste dalla Costituzione la loro applicazione concreta è, al momento, una novità istituzionale. Sono una scommessa e la loro ‘partita’ sarà quella di trovare le risorse e metterle in gioco. Sindaci e Consiglieri dovranno sapersi spogliare  del loro ruolo in favore di una visione più generale". Se si guarda ai risparmi ottenuti dai costi della politica certo che, rispetto al Bilancio, sono poca cosa. Ma, come detto, è stato un segnale. Poi ci sono altri passaggi e partite aperte, come quella sul personale. Penso comunque che l’importante sia che la nuova struttura sia equilibrata e che lavori bene. In questo credo che i sindaci, abituati ad essere ‘l’ultimo anello’ a contatto con la gente, potranno fare bene…”  

 

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