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Borgo. Osso di balena anche alla Pieve, la storia

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Borgo. Osso di balena anche alla Pieve, la storia Borgo. Osso di balena anche alla Pieve, la storia © n.c.
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Lunedì 21 marzo, in occasione di un nostro servizio sulle cerimonie e gli eventi della Santa Pasqua, abbiamo voluto inserire a corredo un bell’acquerello dell’amico carissimo pittore Enrico Pazzagli, raffigurante la facciata della Pieve di San Lorenzo, com’era presumibilmente a metà del ‘700, con a sinistra l’antico Oratorio detto del Sacramento e al centro sopra il portale principale d’ingresso è raffigurato un grande osso di balena. Alcuni lettori hanno commentato l'articolo con alcune domande, simpatiche e sarcastiche. Eccone alcune: Lunedi 21 marzo 2016, Roberto scrive: “mi scusi signor Giovannini, ho letto che sopra il portale della Pieve c’era un grande osso di balena? Ma è sicuro”. Lunedi 21 marzo 2016, Marco scrive: “ero per scrivere anch’io questa domanda. Ma è una buttade?” Martedi 22 marzo 2016, Alfredo scrive: “ma che ce l’hanno rubato quegli di Cafaggiolo?” ***************** Cari amici lettori, sopra il portale centrale della Pieve di San Lorenzo c’era davvero un osso. Ecco la storia: “- Un antico faldone di cose mugellane fuori posto, inserito  nel Fondo Capponi n. 194, alla Biblioteca Nazionale di Firenze, per Alfredo Altieri attento e meticoloso storico mugellano, autore di diversi volumi della sua terra segnatamente nel territorio di Ronta dove è nato e vissuto, non è passato inosservato e una volta aperto ecco la sorpresa: una minuziosa relazione storica nel 1742 di Valentino Mannucci Podestà di Borgo San Lorenzo e di Vicchio di Mugello, stilata sei anni prima che lo storico mugellano don Giuseppe Maria Brocchi, proprietario della Villa di Lutiano Vecchio (Villa Brocchi) e parroco di Santa Maria a Olmi, desse alle stampe una delle opere più lette e consultate: la “Descrizione della Provincia del Mugello” edita nel 1748. Per un appassionato e culture di storia locale, questa descrizione settecentesca di Borgo San Lorenzo e del suo territorio (Olmi, San Giovanni Maggiore, Polcanto, Sant’Ansano, Sagginale, Montazzi, Luco, Figliano, Vespignano, Razzuolo, Casaglia, Piazzano, Vezzano, Mucciano, Montefloscoli, etc,etc.) desta tante sorprese, poiché si viene a conoscenza di cose ormai conosciute ma altrettante di cose non conosciute. Uno dei tanti esempi viene dalla descrizione della Pieve di San Lorenzo; ebbene non sono più presenti sei opere d’arte all’interno della stessa millenaria chiesa romanica (anche le campane non sono più quelle attuali), così come altre realtà artistiche, urbanistiche o architettoniche. Un diario estremamente interessante, così come fu il ritrovamento al Museo del Louvre il paesaggio secentesco (1638) del Castello di Borgo San Lorenzo con il ponte mediceo disegnato dall’architetto Baccio del Bianco, quindi un altro tassello di un mosaico storico che non finisce mai di sorprendere. Nel 2008 l’amministrazione comunale borghigiana ha ritenuto opportuno - e ne fummo felici - di dare alle stampe un volume (la prefazione fu di Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Entoantropologico) che raccolga questa minuziosa descrizione (solo poche pagine sono risultate illeggibili) dando la nostra piena disponibilità (Altieri è più che un amico!) per arricchire ed impreziosire il tutto con un impianto iconografico fotografico tratto dal nostro archivio, edito ed inedito, compreso il prezioso disegno di Baccio Del Bianco. Abbiamo voluto anticipare una simpaticissima nota storica e iconografica, per destare anche la curiosità, con il determinante aiuto del pittore Enrico Pazzagli (stimato artista e decano dei pittori mugellani), dopo aver letto un passo del Mannucci che dice:”- Distante sette o otto braccia da questo palazzo (Palazzo Romanelli – ndr) e della stessa parte è la chiesa principale del luogo cioè la Pieve sotto il titolo et invocazione di S. Lorenzo martire, dove è un bel cimitero lungo 28 per 20 passiVi sono due porte e sopra la maggiorevi è d’antico un grand’osso di balena incatenato, del quale non seppi ritrovare per qual motivo si conservi la memoria ! –“. Venire a conoscenza che nel 1743 sopra il portale principale della Pieve vi era un grand’osso di balena “inchiavardato” mi ha fatto sobbalzare; sarà quello di Bilancino! Ce l’hanno fregato i barberinesi, mettendolo su una antica casa d’angolo a Cafaggiolo! Ma non è così, ci mancherebbe, scherziamo, poiché nel grande pannello in tempera di Justus Van Utens (realizzato fra il 1599/1602 ca.) raffigurante il Castello mediceo di Cafaggiolo, il famoso osso di balena di Cafaggiolo lo si intravede a sinistra sulla facciata delle scuderie. Lì rimase fino alla seconda metà dell’ 800, quando la nobile famiglia dei principi Borghese acquistò la villa e spostò l’ Osso su una delle case che costituivano le pertinenze del complesso mediceo, sulla cui facciata si trova tutt’ oggi. Chiarito che l’osso di balena di  Borgo non è quello di Bilancino, solamente gli esperti in questo specifico settore ci potranno dare chiarimenti in merito, come appunto alcune supposizioni del Prof. Luciano Cavasicci che interpellammo, resta la sorpresa nel venire a conoscenza (il Brocchi, il Chini e il Niccolai non ne fanno cenno), di questa particolarità della facciata della antichissima Pieve romanica. Grazie quindi ad Altieri, che ha ritrovato questo manoscritto, ma sopratutto al Podestà Mannucci, che lo ha scritto, veniamo a conoscenza di tanti particolari editi e inediti, luoghi e nomi, curiosità e sorprese. Senza dubbio, la stampigliatura di questo volume, è stata un’altra importante parentesi di una piccola-grande storia mugellana che non smette mai di stupirci e che non finisce di donare agli appassionati tanta storia patria. Nella foto (in alto): Il mitico osso di balena collocato sulla facciata dell’antico edificio attiguo al castello di Cafaggiolo. In questa immagine degli anni ’50, quando ancora c’era il piccolo Ufficio Postale, a destra si legge tre volte la dicitura “ Cafaggiolo” Il disegno ad acquerello di Enrico Pazzagli raffigurante l’osso di balena, che era “inchiavardato” sopra il portale della Pieve di San Lorenzo, come lo descrive il Podestà Valentino Mannucci nel 1742. Il Frontespizio del libro, a cura di Alfredo Altieri, con gli scritti inediti del Podestà Valentino Felice Mannucci nel 1742. L’opera pittorica di Justus Van Utens, realizzato fra la fine del ‘500 e i primi del ‘600. L’osso di balena si intravede sulla facciata a sinistra delle scuderie.

 

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Commenti 3
  • ALFREDO

    Grazie della spiegazione dopo il mio commento.Ero sicuro che fosse cos perch come tratta la storia Giovannini ce ne sono pochi.

    rispondi a ALFREDO
    mer 30 marzo 2016 09:48
  • Marcello

    se c'era ancora sarebbe stata una incredibile testimonianza. Complimenti ad Altieri al pittore Pazzagli ed a Giovannini

    rispondi a Marcello
    mar 29 marzo 2016 06:56
  • Teresa

    interessantissimo, altro che. Grazie

    rispondi a Teresa
    mar 29 marzo 2016 06:48