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Home schooling e istruzione parentale: quattro cose che (forse) non sai

Sempre più genitori, anche in Italia, scelgono l’istruzione parentale come opzione pratica per venire incontro meglio alle esigenze formative. Home Schooling

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Home Schooling Home Schooling © Jessica Lewis
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Sempre più genitori, anche in Italia, scelgono l’istruzione parentale per come in molte circostanze risulta l’opzione più pratica e capace di venire incontro meglio alle esigenze formative specifiche del singolo bambino pur non mancando di assicurargli conoscenze e competenze utili quando vorrà immettersi in percorsi di studio più tradizionali o nel mondo del lavoro. Ecco, infatti, quattro cose sull’home schooling che chi non lo ha ancora provato rischia di ignorare completamente.

Home schooling: cosa serve sapere prima di optare per l’istruzione parentale dei propri figli

Anche quando si opta per fare scuola a casa, innanzitutto, è opportuno seguire linee guida e requisiti minimi stabiliti dal Ministero per ogni ciclo di studi. Insieme alla domanda per procedere con l’istruzione parentale, infatti, i genitori devono presentare ogni anno alla scuola del territorio a cui si sono rivolti un piano di attività didattiche in cui l’alunno sarà impegnato ed è principalmente sulla base di questo che dirigente scolastico e apposita commessione decidono se dare esito positivo o meno alla richiesta dei genitori. Lo stesso dirigente scolastico è responsabile di accertarsi nel corso dell’anno che i genitori provvedano adeguatamente all’educazione del bambino: può sembrare un iter piuttosto macchinoso ma, come in parte già si accennava, serve perché l’alunno che lo voglia possa tornare tra i banchi di scuola in tutta facilità e con un bagaglio di conoscenze pari a quelle dei propri coetanei. È un dato statistico, infatti, che la maggior parte di alunni e famiglie che hanno optato per la formazione domestica a elementari e medie preferiscono comunque percorsi più tradizionali per le scuole superiori e quando ci si avvicina all’appuntamento col diploma.

Per la stessa ragione, tornando agli aspetti dell’istruzione parentale che possono sfuggire a chi non l’abbia mai provata, a fine di ogni anno scolastico svolto in home schooling è necessario sostenere un esame di idoneità con prove basate su quelli che sono i programmi didattici previsti per ogni anno e davanti a un’apposita commissione. Solo se avrà raggiunto la sufficienza in tutte le materie il bambino sarà ammesso all’anno successivo da svolgere a scuola o ancora a casa.

Non ci sono, invece, in Italia per l’homeschooling requisiti o limiti particolari che riguardino l’età del bambino, il reddito della famiglia e così via. Si può, cioè, virtualmente procedere con l’istruzione parentale fino all’ultimo anno delle scuole superiori e poi presentarsi all’esame di Stato da esterni. Allo stesso modo al momento di presentazione della domanda sono semplicemente genitori e tutori che dichiarano sotto propria responsabilità di avere i mezzi economici e/o personali per provvedere all’istruzione dei propri figli.

Quanto appena detto ha almeno un’altra implicazione. Quando si parla di home schooling è per molti versi spontaneo pensare a genitori impegnati a proporre ai propri bambini quotidianamente le più diverse attività mirate all’apprendimento. In realtà non è detto che debbano essere necessariamente i genitori a farsi carico in concreto della formazione dei figli: possono affidarli a tutori e insegnanti privati, ed è questa anzi una delle scelte più frequenti, e più in generale la formula dell’istruzione parentale è quella che lascia spazio oggi a una serie di alternative alla scuola altrimenti difficilmente accessibili in Italia.

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