OK!Valdisieve

Partito marxista leninista Rufina contrario ai fondi per sorveglianza urbana, ecco perchè

  • 417
Telecamere di videosorveglianza Telecamere di videosorveglianza © i.i.
Font +:
Stampa Commenta

Una settimana fa la notizia della vittoria del bando della Regione Toscana sulla sorveglianza urbana da parte di alcuni comuni della Valdisieve tra i quali Rufina, Pontassieve e Pelago. Per le amministrazioni un coofinanziamento da parte della Regione per l'installazione di telecamere di sicurezza nei territori comunali (Leggi qui l'articolo).

Alcune polemiche, rivolte in particolar modo ai Sindaci dei comuni di Pontassieve e di Rufina, si sono generate a seguito dell'ufficialità della notizia. Giunge oggi (4 febbraio 2020) in redazione un comunicato stampa in tale merito da parte del Partito Marxista Leninista di Rufina, riportiamo qui di seguente l'originale:

"I sindaci di Rufina e Pontassieve si vantano dello sperpero di risorse pubbliche per l'installazione di altre telecamere spia sul territorio. Per la sicurezza serve lavoro e dignità, non la militarizzazione delle strade. L’organizzazione di Rufina del PMLI ne chiede la rimozione, per la tutela dei diritti democratici della popolazione locale. Con il pretesto di combattere la microcriminalità, e dare più “ sicurezza” alla cittadinanza, il sindaco di Pontassieve Marini e quello di Rufina Maida, entrambi PD, hanno aderito ad un progetto che prevede finanziamenti regionali per 25 mila euro a comune, che andranno ad aggiungersi ad altrettante risorse comunali per l'installazione di telecamere spia, gestite direttamente dalla Polizia Municipale, che in Valdisieve coprono ormai circa il 60% del territorio abitato. Le decine di migliaia di euro pubblici per finanziare tale progetto non possono risolvere certo le problematiche sociali ed economiche del territorio, ma sono indicatore di come e con quali politiche le amministrazioni locali e regionali piddine, intendono risolvere i problemi della popolazione, facendo seguito unicamente al metodo repressivo della sorveglianza militare.Con queste misure (come dicono opportunisticamente i nostri sindaci, “richieste dalla popolazione”), di fatto si scimmiotta la destra anche a fini elettorali, finendo per rilanciarne le politiche repressive; ma d'altra parte, i decreti sicurezza di Salvini sono ancora li nonostante il PD al governo, con tutte le loro nefaste conseguenze di stampofascista in ogni campo, da quello dell'immigrazione, a quello delle proteste sociali. Maggiore sicurezza per le masse popolari locali si può conseguirla solo creando migliori condizioni economiche, sociali, di aggregazione e di partecipazione, che avrebbero potuto essere promosse anche grazie ai fondi che comuni e regione hanno deciso di gettare al vento (o meglio, nelle tasche degli appaltanti); servono misure politiche che impediscano la deindustrializzazione della Valdisieve e l’esternalizzazione del lavoro, così come è necessario combattere il precariato in tutte le sue forme, garantendo lavoro stabile a salario pieno e sindacalmente tutelato per tutti, inclusi i giovani, partendo proprio dal divieto delle pubbliche amministrazioni di assumere lavoratori precari per lavori di routine, ed abolendo gli appalti nei servizi. Le giunte locali dovrebbero preoccuparsi di bloccare i progetti speculativi in corso recuperando il patrimonio edilizio e delle aree, private e pubbliche, dismesse o in via di dismissione per la conversione in alloggi popolari, dell’assegnazione di edifici pubblici per soddisfare le esigenze della popolazione alla quale mancano spazi sociali, culturali, ricreativi, soprattutto al servizio dei giovani. Indispensabile è poi fornire una assistenza sanitaria gratuita senza alcun ticket, a partire dagli anziani, dai diversamente abili e dai bambini, famiglie indigenti, ed immigrati. Anche in quest'ottica le decine di migliaia di euro sperperati avrebbero fatto molto comodo. I sindaci e le amministrazioni dovrebbero inoltre prendere atto di quanto riporta il rapporto sulla povertà in Toscana, presentato a dicembre 2019 dall’osservatorio sociale regionale assieme al dossier della Caritas, che rileva come dal dicembre 2008 al 2018 i poveri sono letteralmente raddoppiati e il 4% delle famiglie toscane vive in povertà “assoluta”. Rapporto secondo il quale i più colpiti sono i nuclei più numerosi, i giovani, e gli immigrati e che evidenzia anche quali siano le motivazioni della crescente povertà, individuando come cause principali i salari miserevoli e la perdita di lavoro. In sostanza, la qualità della vita della popolazione, in Valdisieve come altrove, si migliora dirottando risorse pubbliche in politiche sul lavoro, abitative, sociali e sociosanitarie, prevenendo la povertà e le ingiustizie sociali ed economiche, in modo tale che siano garantiti a tutti, italiani e immigrati, un lavoro stabile, la casa, l’accesso alle cure mediche, all’istruzione ed ai servizi. In questo modo verrà meno anche il proliferarsi di fenomeni di microcriminalità, cavallo di battaglia del razzismo e del fascismo Salviniano, al quale però con queste misure anche il PD presta il fianco."

Lascia un commento
stai rispondendo a