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Vacanze sempre più lontane per le famiglie italiane: il peso dei costi e delle disuguaglianze

Il problema è strettamente legato al reddito e al costo della vita. I nuclei monoreddito con figli a carico sono tra i più esposti...

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Vacanze Vacanze © etaam - unsplash
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In Italia, andare in vacanza è diventato un lusso che molte famiglie non possono più permettersi. Nel 2024, il 28% delle famiglie con un figlio minore non ha potuto trascorrere nemmeno una settimana fuori casa. La percentuale sale al 30% per chi ha due figli e arriva al 44,4% per i nuclei con tre o più figli.

Dietro questi numeri non c’è solo la rinuncia a qualche giorno di relax: per bambini e ragazzi significa perdere occasioni di socializzazione, esperienze educative informali e momenti di crescita personale. Le vacanze, infatti, non sono solo svago: possono favorire l’apprendimento, stimolare la curiosità e rafforzare i legami familiari.

Il nodo dei prezzi e delle difficoltà economiche

Il problema è strettamente legato al reddito e al costo della vita. I nuclei monoreddito con figli a carico sono tra i più esposti: nel 2020, ad esempio, ad Andria quasi un terzo (31,5%) delle famiglie con un solo stipendio e figli sotto i 6 anni viveva in questa condizione. Situazioni simili sono diffuse soprattutto nel Mezzogiorno, dove 18 su 24 capoluoghi con più nuclei monoreddito e figli a carico si trovano al Sud.

Il peso dei costi – viaggio, alloggio, attività – si somma a bollette, mutui e spese quotidiane già aumentati negli ultimi anni. Così, anche se il desiderio di partire resta, la priorità diventa coprire le necessità di base.

Vacanze negate e povertà educativa

La rinuncia a una vacanza è uno dei volti della povertà educativa, una condizione in cui bambini e adolescenti non hanno accesso a esperienze formative, culturali e ricreative alla pari dei coetanei. Povertà economica e povertà educativa si alimentano a vicenda: meno risorse economiche significano meno opportunità, e meno opportunità possono tradursi in un futuro con minori prospettive.

Questa esclusione non riguarda solo i territori più fragili. Anche in città del Centro e del Nord con alto costo della vita, come Prato o Latina, una quota significativa di famiglie rinuncia alle ferie per mancanza di budget.

La necessità di politiche mirate

Se i prezzi crescono e i redditi restano fermi, il divario non può che allargarsi. Servono interventi strutturali: sostegni diretti alle famiglie, agevolazioni per le vacanze dei minori, e una rete di servizi educativi estivi accessibili in tutto il Paese.

L’obiettivo non è solo garantire qualche giorno di mare o montagna, ma assicurare pari opportunità di crescita a tutti i bambini, indipendentemente dal reddito o dal luogo in cui vivono. Perché il diritto a fare esperienze che arricchiscono la vita non dovrebbe essere un privilegio di pochi.

Dati - Openpolis

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