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Approfondimento sulla Vicenda dei Monaci Ortodossi alla Badia di Buon Sollazzo

L'avvocato dei proprietari della Badia di Buonsollazzo ci scrive e chiarisce la propria posizione

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Badia del Buonsollazzo Badia del Buonsollazzo © nc
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Ecco una versione rivista e corretta del testo, resa più fluida e adatta alla lettura:

Recentemente, abbiamo pubblicato un ampio articolo su Padre Gabriel e Padre Rafael, due monaci ortodossi, che potete consultare qui. In quell'articolo, abbiamo esplorato la loro intenzione di rivitalizzare la Badia di Buon Sollazzo, attraverso la fondazione di un monastero ortodosso. Il nostro cronista, Saverio Zeni, ha raccolto le testimonianze dirette, senza tuttavia entrare nel merito della fattibilità del progetto, nonostante le ambizioni significative dei due monaci.

È noto che la struttura della Badia di Buonsollazzo versi in uno stato di degrado da anni. Sebbene in passato si sia discusso più volte del suo recupero, una serie di complicazioni hanno costantemente ostacolato la realizzazione di tali progetti. Durante l'alluvione dei primi giorni di Novembre che ha colpito il Mugello, i monaci hanno piantato le "tende" con la loro auto davanti all'ingresso della badia, simboleggiando la loro determinazione a raccogliere fondi per il restauro.

Il 30 Novembre, venerdì, abbiamo ricevuto indirettamente il testo di una lettera inviata dall'Avvocato Stefano Gallandt del Foro di Milano. Nella lettera, l'avvocato chiarisce la posizione dei proprietari della badia, che hanno cercato conferme dalla Chiesa Ortodossa Italiana riguardo le attività dei due monaci. Di seguito, riportiamo integralmente il testo ricevuto:

Ecco la lettera dell'Avvocato Stefano Gallandt del Foro di Milano

Ebbene, in nome e per conto della suindicata società, il sottoscritto avv. Stefano Gallandt del Foro di Milano, è a chiedere la pubblicazione della seguente rettifica:

"Si trattava, presumibilmente, del tentativo di porre in essere una TRUFFA SERIALE. I due Monaci cristiano ortodossi, Padre Gabriel e Padre Raffael, a cui avevano dedicato spazio diversi quotidiani locali, si erano messi in testa di organizzare una "RACCOLTA FONDI" della durata di un anno e mesi sei, al dichiarato fine di acquistare la proprietà della ben nota Badia di Buonsollazzo, appartenente alla Coprik Plast S.r.l. - società da me assistita -, il cui amministratore, Mario Frasson, imprenditore di origini venete, rispettabilissimo e di successo, sta effettivamente trattando la sua cessione a terzi soggetti, i cui requisiti patrimoniali possano garantire l'esecuzione delle indispensabili opere di restauro e dare nuova vita a questo vero e proprio gioiello architettonico. 

Sennonché, i due Monaci, introdottisi illegalmente nelle unità immobiliari di proprietà della mia cliente, e benché a corto di denaro proprio, presero a millantare di essere stati inviati in loco dall'ente religioso di appartenenza, con l'ordine di non lasciare la Badia fino a quando non avessero realizzato lo scopo dai medesimi (asseritamente) perseguito: raccogliere elemosine e donazioni che, un giorno, avrebbero permesso loro di versare il prezzo d'acquisto del convento, del cui ammontare, però, non erano stati resi edotti i potenziali benefattori: ben tre milioni di Euro!

Facendo, dunque, leva, cinicamente, sul sentimento religioso della comunità locale, sul desiderio comprensibile e diffuso di tutelare il valore storico-artistico del convento, e spacciando la propria estemporanea iniziativa per un progetto autorizzato e condiviso dalla Chiesa Ortodossa, avviarono l'anzidetta raccolta di somme di danaro, le quali, ovviamente, non sarebbero mai servite a versare il suindicato corrispettivo, giacché il suo ammontare, all'evidenza, non poteva che ritenersi proibitivo, bensì, presumibilmente, sarebbero state destinate a rimanere nelle loro tasche. Prova ne sia il fatto che dopo qualche settimana di "raccolta", i due Padri si sono letteralmente dileguati e, anzi, pare che abbiano fatto ritorno in Francia. 

Al fine di corroborare i propri più che fondati sospetti, il sottoscritto Avv. Stefano Gallandt ha interpellato sul punto la Chiesa Ortodossa Italiana, la quale, come volevasi dimostrare, con missiva del 25.11.2023, si è premurata di precisare: "I due soggetti in questione non hanno ottemperato a nessuna delle regole presenti nel nostro Codex Canonum, non ci hanno richiesto alcuna autorizzazione né ci avevano informato di quanto stavano combinando, ed hanno agito, di loro iniziativa e a nostra insaputa, senza alcuna autorizzazione né da parte della Chiesa che del Gran Priorato dell'Ordine dei Monaci Antoniani".

Per il rispetto dovuto sia alla società che rappresento, a cui attualmente risulta intestata la Badia, che alle comunità locali, chiedo formalmente la pubblicazione della presente rettifica. Avv. Stefano Gallandt del Foro di Milano".

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