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La testimonianza di alcuni volontari in aiuto dell'Emilia Romagna - "Non possiamo lasciarli soli, meritano tutto il nostro aiuto e sostegno".

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Da Borgo San Lorenzo e Firenze, l'aiuto concreto di altri volontari per sostenere la ripartenza dela popolazione martoriata dalla tragica alluvione che si è portata via tutto, ma non la speranza. La loro testimonianza. 

“Come ci organizziamo?”, questa è stata l’unica domanda che ci siamo posti alla vista delle prime immagini provenienti dalla Romagna. Né un “cosa facciamo?” né un “avranno bisogno di aiuto?”, sapevamo già che dovevamo partire, avevamo bisogno soltanto di indicazioni per agire.

Abbiamo così preso contatto con i referenti della nostra organizzazione sul posto, abbiamo formato un gruppo di sette persone, abbiamo raccolto cibo, vestiario, giocattoli oltre a pale, guanti e stivali e domenica mattina alle 5 eravamo già in piedi, destinazione Cesena. Abbiamo lasciato in un magazzino tutto il materiale da destinare agli sfollati e poi ci siamo indirizzati verso Forlì in uno dei quartieri alluvionati. È inutile descrivere le emozioni, sarebbe quasi un esercizio di retorica. Quando trovi dieci centimetri di fango e cataste di mobili ai bordi della strada, vieni colto soltanto da una amarezza che ti accompagna ad ogni palata, ad ogni viaggio con la carriola piena di melma maleodorante, ad ogni mobile trasportato fuori dalle abitazioni. Un’amarezza acuita al pensiero che quelle cataste, fino a qualche giorno prima erano l’intera vita di persone come noi.

Il pomeriggio, dopo un paio di panini portati da casa al sapore del niente, ci siamo spostati in un maneggio travolto dalle acque del fiume che lo costeggiava. Fortunatamente gli animali erano stati tutti portati in salvo ma la piena aveva lasciato un vero muro di tronchi, arbusti e residui di ogni genere. Con motoseghe, accette, roncole e tanta forza di braccia e spalle siamo riusciti pazientemente a demolire quel muro e a riportare un minimo di ordine in un vero caos.

È inutile ribadire che si tratta di un disastro che a parole non si può raccontare e che le immagini televisive possono rappresentare soltanto in minima parte, ma l’unica cosa che mi sento di dire a tutti coloro che ne hanno la possibilità è di alzare le terga dal divano e dare la propria disponibilità ad aiutare la popolazione colpita. C’è lavoro per tutti e non si è mai abbastanza per quanto lavoro c’è ancora da fare. Quindi, per favore, donate pure i soldi con bonifici e SMS ma non pensate di essere a posto con la coscienza con la sola offerta. A due ore da noi c’è chi ha perso tutto, magari qualche ora con una pala in mano rinunciando alle nostre consuetudini ce lo possiamo permettere, non credete?

Un ultimo pensiero, prima di chiudere, per il meraviglioso popolo romagnolo. Sono stati loro che hanno donato a noi sorrisi e allegria, con quella giovialità e ospitalità che ha reso grande la loro terra. Sono sicuro che torneranno più forti di prima, ma non possiamo lasciarli soli, meritano tutto il nostro aiuto e sostegno.

Massimiliano Bartolozzi

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