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Inciviltà sui sentieri, una lettera del Cai

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Inciviltà sui sentieri, una lettera del Cai Inciviltà sui sentieri, una lettera del Cai © n.c.
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Riceviamo e pubblichiamo una lettera del Cai (Club alpino italiano) riferita anche ai nostri sentieri:

Siamo fortunati. Abbiamo la possibilità di vivere in un luogo dove la natura è affascinante e la qualità della vita è intensamente legata alla bellezza del territorio, al fascino della sua storia, all’integrità dei suoi boschi. Tutti questi beni che abbiamo ereditato devono essere goduti con piacere, saggezza ed equilibrio e salvaguardati per le generazioni future.Noi, del Club Alpino Italiano, siamo fra coloro che amano queste cose e viviamo intensamente quanto ci viene offerto frequentando assiduamente i bellissimi sentieri che attraversano i boschi e percorrono i crinali dei monti e delle colline che ci circondano.

 

Per consentire ad una maggiore quantità di persone possibile di partecipare al godimento di questi percorsi abbiamo dei volontari che sistematicamente e costantemente lavorano per renderli agibili e sicuri agli escursionisti, anche a quelli meno esperti. Si rimuovono alberi caduti, si tagliano arbusti, siepi e rami invasivi, si consolidano passaggi dove il terreno è franato, si pongono dei segnali bianco-rossi per dare certezza della permanenza nel sentiero e si installano cartelli indicatori delle destinazioni del percorso.

Nei pali di sostegno dei cartelli si stanno collocando indicazioni per richiedere soccorso tramite riferimenti certi circa l’ubicazione del luogo di chiamata, nel caso sciagurato ce ne fosse necessità  (cosa che, bisogna dire, purtroppo capita spesso). A questo nostro impegno, che riteniamo importante per la sicurezza di chi frequenta i boschi e i crinali e che è servito e sarà utile a salvare vite umane o quantomeno a soccorrere persone infortunate o disperse, non solo escursionisti ma anche altri frequentatori (circa il 70% dei soccorsi riguarda cercatori di funghi), si contrappongono dei comportamenti caratterizzati da individualismo, egoismo, violenza verso la natura e gli altri, delinquenza manifestata, in particolare, dal furto dei suddetti pali e cartelli.

Ci riferiamo alla presenza di numerosi motociclisti – che, oltre ad essere pericolosi per gli escursionisti, provocano solchi nei sentieri, creando così ostacoli per eventuali interventi di soccorso –, a coloro che su mountain-byke scendono precipitosamente dai sentieri al di fuori delle stradelle, ad alcuni cacciatori sprovveduti ed incoscienti che sparano a ridosso dei percorsi, infine, non ultimi, a coloro che, demenzialmente, rimuovono i pali con i cartelli o solo i cartelli. Ci sono leggi che regolano il comportamento sui sentieri e nelle loro vicinanze: i mezzi a motore non devono percorrerli, le bici devono mantenersi sui percorsi a loro dedicati (strade bianche, stradelle), non si può sparare a meno di 150 metri dai luoghi frequentati da persone (quindi anche dai sentieri). Per la mancanza di adeguati controlli non si può che affidarsi al rispetto che ognuno di noi ha degli altri e all’educazione dei singoli individui, caratteristiche che, quand’anche si hanno, spesso vengono rimosse per comodità personale.
Facciamo quindi appello a chiunque si riconosca tra coloro che contravvengono alle suddette norme perché modifichi il suo comportamento e a chi ha la possibilità di sensibilizzare chi non vuol capire su quanto il bene comune e il rispetto reciproco siano l’unica strada per mantenere la nostra fortuna e costruire il nostro futuro.

Il Presidente della Sezione C.A.I. di Firenze
Aldo  Terreni

 

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