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Firenze sicura è possibile. La Fondazione Caponnetto propone la sua ricetta, ma serve fare presto

Calleri, Sbenaglia e Scalia propongono come fare subito e senza cambiare leggi; ma anzi applicando un documento che già c'è per ridare sicurezza alla città

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Sbenaglia, Calleri e Scalia durante la conferenza stampa odierna Sbenaglia, Calleri e Scalia durante la conferenza stampa odierna © OkNews24
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"Abbiamo solo tre anni per "salvare" la città e fermare la china discendente e progressiva verso il baratro". Poche parole ma nette, precise e taglienti, com'è suo costume, da parte di Salvatore Calleri presidente della Fondazione Antonino Caponnetto uno dei massimi esperti di lotta alla mafia e analista nel campo della sicurezza e della criminalità organizzata internazionale.
Calleri parla alla stampa in una conferenza indetta nella sala capitolare della basilica di Santo Spirito, un luogo non solo simbolico ricordando che, anche se è stato dato poco spazio alla vicenda, lo stesso Padre Pagano è stato vittima di una brutale aggressione in centro fatta dallo stesso criminale che poi ha picchiato il novantenne di cui molto si è detto.

Al suo fianco due uomini dello stato di primo piano come Roberto Sbenaglia e Renato Scalia che dopo il primo incontro con i comitati dei cittadini rappresentanti i vari rioni della città più sotto attacco dalla criminalità si sono messi al suo fianco per stilare delle proposte concrete per far sì che Firenze non muoia di criminalità.

Una ricetta fatta di cose semplici e concrete da poter far da subito; senza modifiche di leggi e norme e senza fornire poteri speciali ai sindaci.
Una ricetta a disposizione della comunità per poter intervenire in modo moderno in materia di sicurezza urbana e di antidegrado con interventi mirati che si basino sulla quotidianità civile e criminale che il gruppo dedicato alla sicurezza urbana mettendo a disposizione le proprie competenze ha redatto per un sistema integrato locale di contrasto alla criminalità di strada che si suddivide in cinque punti:
- Intelligence da marciapiede
- Patto per Firenze sicura
- Poteri Sindaco in materia di sicurezza
- Atti concreti fattibili
- Riduzione/eliminazione micro cosmi - sistemi criminali


Per la cosiddetta intelligence da marciapiedi Calleri illustra che è necessario creare una rete di contatti e girare la città in luoghi ed orari diversi per "annusarla." coinvolgendo le organizzazioni di categoria, dando il giusto rilievo ai comitati come interfaccia della rete, implementare controlli mirati a tappeto e il ruolo delle associazioni delle forze di polizia in congedo.

Il "Patto per Firenze sicura" sottoscritto dall'attuale sindaco di Firenze e dall'allora Prefetto di Firenze e Ministro dell'Interno e rimasto finora forse rinchiuso in un cassetto va spolverato perché parla chiaro, anche per quello che riguarda i poteri del sindaco in materia di sicurezza.

Quanto agli atti concreti e fattibili alcune cose che si possono fare da subito sono: rafforzare la Polizia Municipale (quella che c'è adesso senza aspettare il nuovo concorso annunciato) contro l'illegalità diffusa aumentandone l'utilizzo, favorendone la motivazione e aumentando le risorse per gli straordinari; inoltre in stretto coordinamento con le forze di polizia possono essere create squadre miste Gdf - polizia municipale per controlli a tappeto negli esercizi commerciali in funzione anti riciclaggio; creare squadre miste di polizia locale insieme a  Carabinieri e Pds con Ispettorato Lavoro ed Asl per il rispetto delle normative sul lavoro e sulla salubrità dei luoghi.
Monitorare e reprimere i fuochi d'artificio e le bombe carta non autorizzate che non sono da sottovalutare perché chiari segnali malavitosi è quindi è necessario dilungarsi perché come specifica Calleri “Firenze è diventata una città in cui si rilevano 100 botti derivanti da fuochi d’artificio l’anno sparati fuori dalle occasioni ufficiali. Si tratta di un’attitudine criminale”. Sul significato dei botti si dilunga Scalia ex Dia che sottolinea che si tratta spesso di segnali fra malavitosi di camorra o ‘ndrangheta, per annunciare varie notizie, dalla morte di un capo clan all’arrivo di una partita di droga attesa.
Proseguendo poi con gli atti concreti è necessario seguire la cosiddetta teoria del vetro rotto nei confronti degli atti di vandalismo; limitare e possibilmente eliminare sostituendole con altri tipi di verde le tante siepi presenti in viali e giardini che notoriamente favoriscono le attività criminali creando anfratti all'interno di un più ampio intervento su arredo urbano; monitorare in modo continuo i fenomeni estorsivi; concentrarsi sulle sanzioni cosiddette educative a contrasto dell'illegalità diffusa da preferire alle multe in serie prive del rapporto umano.

Infine per ridurre e eliminare i micro cosmi criminali (Firenze allo stato attuale è ad alto rischio bandillas) come il caso nazionale Kata dimostra è necessario fermare il modello di sviluppo malato che si è scelta Firenze (come del resto le altre città d'arte italiane) che sono diventate città per ricchi, carissime e terre di riciclaggio. Un modello che ha bisogno di manodopera a basso costo che non può pagare affitti o comprarsi casa.
E' necessario quindi attuare tutte le misure possibili anche sociali per spezzare la creazione di questi sistemi criminali, vere e proprie società alternative.

Tempo a disposizione non ne abbiamo troppo. Lo stima in tre anni Salvatore Calleri.
Firenze si salva se si vuole salvare e la presenza in sala di parlamentari, consiglieri comunali, aspiranti tali ed ex assessori di ogni schieramento politico dalla destra alla sinistra fa capire che almeno la volontà c'è

 

 

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