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Fine vita e famiglia: la dura presa di posizione del Circolo Alfie Evans del Mugello del Popolo della Famiglia

Popolo della Famiglia Mugello interviene con toni critici sulla gestione regionale del tema del fine vita, denunciando una deriva cultu

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Il Circolo Alfie Evans – Popolo della Famiglia Mugello rompe il silenzio e lo fa con parole forti e nette, intervenendo su una delle tematiche più delicate e controverse degli ultimi anni: la gestione del fine vita e l’approccio della Regione Toscana al tema. Secondo il comunicato diffuso, ci troviamo di fronte a un nuovo traguardo superato “nella direzione della barbarie”, come viene definito nel testo, che segnerebbe un passo pericoloso e senza ritorno dal punto di vista etico e culturale.

“La notizia ci lascia senza parole, ma purtroppo queste abbiamo in questo momento. Ci sarà tempo in autunno di compiere atti conseguenti, quando saremo chiamati a esprimerci sulla gestione scellerata della nostra Regione.”

Il tono del comunicato è di profondo dissenso e preoccupazione, rivolto non solo alla scelta politica, ma a ciò che rappresenta a livello sociale. Per il circolo, la sofferenza non deve mai portare alla disperazione, né al senso di inutilità, perché in quel caso la società intera ha fallito la sua missione primaria: prendersi cura dei suoi membri più fragili.

Una sconfitta collettiva

Nel documento si parla esplicitamente di una sconfitta per tutti. Nessuno escluso.
Secondo il circolo, non esiste giustificazione possibile per lasciare sole le persone sofferenti, né tantomeno per indurle a pensare che la loro vita abbia perso valore. Viene quindi respinta ogni forma di giudizio morale sulla persona che vive situazioni di dolore estremo, ma al tempo stesso si condanna duramente chi, direttamente o indirettamente, ha alimentato un sistema che priva il malato di dignità e vicinanza.

La famiglia come presidio di umanità

Tra i punti centrali del comunicato, emerge una forte denuncia: la devastazione della famiglia, vista come causa e sintomo della deriva attuale.
Il circolo accusa apertamente coloro che – nel tempo – hanno contribuito allo smantellamento della famiglia come luogo primario di cura e assistenza, e critica con fermezza le soluzioni “frettolose e approssimative” proposte oggi da alcune istituzioni per affrontare il problema del fine vita.

Secondo la nota, molte delle proposte attuali sembrano orientate più al risparmio economico o, peggio, al profitto, che non alla reale cura delle persone. Una logica che viene considerata cinica e disumana.

Un richiamo all’impegno

Infine, il messaggio si chiude con un appello forte e amaro: “La colpa più grande è di chi non si è battuto fino in fondo per impedire che la sofferenza umana più profonda venisse abbandonata ai margini”.
Un monito che invita alla responsabilità personale e collettiva, chiedendo un impegno più concreto e radicale per difendere il valore della vita in ogni sua fase, soprattutto quella più fragile.


L'intervento del Circolo Alfie Evans del Mugello non lascia spazio a compromessi e si inserisce in un contesto di crescente polarizzazione sul tema del fine vita. Il documento invita a riflettere sull’identità di una società che, secondo i firmatari, rischia di smarrire il senso della cura, della prossimità e della responsabilità verso l’altro.

In vista delle prossime scadenze politiche e delle occasioni pubbliche di confronto, il circolo annuncia già azioni concrete per l’autunno, lasciando intendere che la battaglia su questo fronte non è che all’inizio.

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Commenti 1
  • Andrea Baldanzi

    Ma cosa volete? Siamo in una dittatura religiosa? Ma voi lo sapete cosa è la sofferenza? Siete ridicoli.

    rispondi a Andrea Baldanzi
    mer 11 giugno 16:39