OK!Valdisieve

Disforia di genere, gli ispettori del ministero al Careggi per chiarire l'iter

Dopo un'interrogazione di FI. 'Nessun intento punitivo'. La Regione: 'L'ospedale segue la legge vigente'. Ma è polemica.

Abbonati subito
  • 117
Ispettori a Careggi Ispettori a Careggi © Foto di Myléne da Pixabay
Font +:
Stampa Commenta

Ispettori ed esperti del ministero della Salute si sono recati all'ospedale Careggi di Firenze per avviare un Audit, ovvero un confronto, con i clinici del nosocomio in merito ai percorsi relativi al trattamento dei bambini con disforia di genere e all'uso del farmaco triptorelina.

Lo spiega all'Ansa il capo della segreteria tecnica del ministero della Salute, Mara Campitiello, precisando che la missione "non ha alcun intento punitivo, bensì di conoscenza sul campo dei percorsi messi in atto".

Fanno parte del gruppo, rappresentanti dell'Istituto superiore di sanità, del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), della commissione Salute e della direzione del ministero. Al ministero, afferma Campitiello, "è già pervenuta una relazione da parte della Regione Toscana in merito all'organizzazione del centro per la Disforia di genere".

Lo scorso 20 dicembre il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, aveva presentato un'interrogazione per approfondire ciò che avviene all'ospedale Careggi rispetto al trattamento della disforia di genere nei bambini e l'uso del farmaco triptorelina, autorizzato dall'Agenzia europea del farmaco per uso veterinario, e che "verrebbe somministrato a bambini di 11 anni senza alcuna assistenza psicoterapeutica e psichiatrica", con il via libera al ricorso dei farmaci che "sarebbe basato sul presupposto, inaccettabile, che con la pubertà bloccata i bambini hanno tempo di esplorare la loro identità di genere e decidere se proseguire il percorso di transizione".

"Abbiamo dunque ritenuto opportuno far partire un audit con l'ospedale proprio per fare chiarezza sulle dinamiche e l'iter del percorso di transizione. Non c'è alcun intento punitivo - afferma la responsabile ministeriale - bensì di conoscenza dei percorsi messi in atto".

Il ministero, precisa inoltre Campitiello, "prima di questa interrogazione aveva già richiesto al Cnb, che 5 anni fa si era pronunciato sull'uso della triptorelina, una rivalutazione sull'approccio all'uso del farmaco.
E' stata inoltre richiesta all'Aifa una nuova valutazione sempre in relazione a questo farmaco e, contestualmente, il ministero ha richiesto alle Regioni di fornire il numero dei casi in trattamento per avere un quadro più chiaro".
Il parere del Cnb è atteso per febbraio.

"Il Centro dell'Azienda ospedaliera di Careggi è riconosciuto a livello nazionale ed europeo come un'eccellenza. Le attività e i percorsi clinico assistenziali sono svolti in applicazione della normativa vigente, delle raccomandazioni scientifiche nazionali e internazionali nonché, per il trattamento farmacologico, della determina Aifa. Crediamo nel confronto e nella trasparenza e per questo la direzione aziendale e i nostri professionisti stanno collaborando con gli ispettori del Ministero che stanno conducendo l'audit". Così l'assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini.

"Ci auguriamo - ha aggiunto - che questa vicenda non venga strumentalizzata dal punto di vista politico. C'è bisogno di rispetto e attenzione per chi si trova ad affrontare questi percorsi, stiamo parlando di famiglie e giovani ragazze e ragazzi alle quali questo Centro ha dato la possibilità di avere una migliore qualità della vita. La loro tutela e delle loro famiglie è la nostra principale preoccupazione".

Di cosa si tratta?
Inserimento del medicinale triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 648, per l'impiego in casi selezionati in cui la pubertà sia incongruente con l'identità di genere (disforia di genere), con diagnosi confermata da una equipe multidisciplinare e specialistica e in cui l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva.
Questo quanto si legge nella determinazione dell'Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) del 25 febbraio 2019 in merito al farmaco e che all'ospedale fiorentino di Careggi è al centro dell'ispezione ministeriale per quanto riguarda l'iter di somministrazione. Nella determina, l'Aifa sottolinea che "se il minorenne e la sua famiglia non aderiscono al percorso psicologico e/o non rispettano gli appuntamenti con gli endocrinologi è prevista la sospensione della somministrazione farmacologica".
Vengono poi indicati 6 criteri di inclusione tra cui una diagnosi di disforia di genere secondo DSM 5 (APA, 2013) confermata da un'equipe multidisciplinare e specialistica, composta da specialista in neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, endocrinologia pediatrica, psicologia dell'età evolutiva e bioetica; mancata efficacia dell'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica; consenso informato fornito dall'adolescente e dai genitori o da altri tutori secondo le normative attuali inerenti i soggetti minorenni (art. 3 della Legge n.219/2017). Elenca poi tre criteri di esclusione: patologie causa di disfunzione ormonale non trattata e/o non stabilizzata; psicopatologie associate interferenti con l'iter diagnostico o terapeutico; ipersensibilità al GnRH, ai suoi analoghi o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Per il Piano terapeutico, si tratta di una somministrazione intramuscolare di Triptorelina 3,75 mg ogni 28 giorni.
Nel primo mese di terapia è prevista una dose aggiuntiva a circa due settimane dalla prima. Si suggerisce di proseguire il trattamento fino a circa 16 anni di età, in corrispondenza dell'inizio della terapia ormonale cross-gender. Prevista anche una tempistica di esami da effettuare.

Nella relazione inviata dalla Toscana si spiega che l’età media dei pazienti che accedono al Crig, ovvero il Centro regionale per l’incongruenza di genere di Careggi è “di 14,8 anni e quella dei casi per i quali risulta necessario il trattamento farmacologico” con triptorelina “è di 15,2 anni. Nel 2023 gli accessi sono stati 150 e le prescrizioni 26”.

Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti nella segreteria del Partito Democratico, interviene duramente: “Contro l’ospedale Careggi di Firenze e il suo personale sanitario è in atto una vera e propria crociata politica, che, attraverso le pressioni della destra, sta spingendo il ministero della Salute a intralciare l’operatività della struttura sanitaria stessa.
Gli ispettori ministeriali, che da ieri indagano all’interno della struttura, sono solo l’ultimo atto di una serie di azioni che hanno una precisa finalità: fermare quello che è un centro di eccellenza per l’assistenza psicologica e sanitaria a persone e adolescenti transgender.
Mi chiedo come la destra, e in particolare il ministro Schillaci, non ascoltino il grido a difesa del centro delle decine di genitori che ribadiscono come il Careggi abbia salvato la vita dei propri figli.
L’identità di genere è un diritto fondamentale della persona, come la Consulta ha ribadito in più sentenze, sancito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.

Gasparri si è detto soddisfatto dell’arrivo degli ispettori: “Ho sollevato una questione che merita approfondimenti e riflessione da condurre con equilibrio e serietà ma anche con grande attenzione”.

l giorno dopo l'arrivo degli ispettori del ministero dello Salute al Centro regionale per l'incongruenza di genere di Careggi, quattro mamme di adolescenti a cui è stata diagnosticata la disforia di genere manifestano tutta la loro preoccupazione.
"Abbiamo paura che l'ispezione possa incidere sul percorso avviato dai nostri figli - racconta una di loro - ma soprattutto i nostri figli hanno paura di interrompere le cure".

Le mamme ripercorrono l'arrivo a Careggi, il lungo iter di colloqui, esami e visite prima della diagnosi di disforia di genere e della prescrizione del farmaco che blocca la pubertà e che, dicono, ha ridato la serenità ai loro figli. Il centro "è stata la nostra salvezza - racconta un'altra mamma - mia figlia si è sentita subito capita. Nella nostra città la psicologa ci aveva detto di aspettare che avesse 18 anni, ma non so se sarebbe arrivata a 18 anni aspettando, avevo paura che facesse qualcosa di brutto".

Anche un'altra mamma esprime "forte preoccupazione e la paura che ci sia una sospensione delle terapie. Careggi è un porto sicuro per i nostri figli e anche per noi famiglie perché riceviamo un supporto totale. Si sta giocando con la vita, la serenità e la tranquillità delle persone".

Intervenendo oggi, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha precisato che quella in corso è solo "una verifica di quello che è stato fatto, se sono state seguite le normative vigenti. Non è un gesto punitivo assolutamente".
La precisazione arriva nel secondo giorno di audit di ispettori del ministero a Careggi, tra ci figurano anche carabinieri del Nas. E' previsto che gli esperti concludano il confronto con i rappresentanti della struttura ospedaliera entro oggi mentre la loro relazione sarà consegnata a Schillaci entro 15 giorni. A quel punto il ministro valuterà eventuali decisioni o approfondimenti anche rispetto a una revisione dell'iter di trattamento.
Un provvedimento che andrebbe a colpire anche altri strutture italiane che si occupano di disforia di genere.

Secondo il capo della segreteria tecnica del ministero, Mara Campitiello "negli ultimi anni si è registrato un aumento dei centri preposti al trattamento di questa condizione e abilitati alla prescrizione del farmaco triptorelina. Sono passati infatti da 4 centri di 4-5 anni fa agli attuali 23". Riguardo a Careggi, la Regione Toscana ha precisato che nel 2023 sono stati 26 i casi in cui è stato somministrato il farmaco a giovani di età media pari a 15,2 anni mentre il paziente più piccolo aveva 11 anni.

Per Natascia Maesi, presidente nazionale dell'Arcigay "se l'intento del ministero della Salute non è punitivo come ci è stato detto, è quantomeno e senza dubbio persecutorio".
"Vicenda che ha un sapore troppo politico e ideologico" per il segretario del Pd toscano, l'on.Emiliano Fossi. All'opposto per il coordinatore regionale toscano Fdi, il deputato Fabrizio Rossi, "strumentalizza chi legge, nel lavoro degli ispettori inviati dal ministero, un'azione ideologica dettata da chissà quali volontà politiche. Il conseguimento della trasparenza sulla salute dovrebbe essere un valore universale, non certo da osteggiare attraverso ipotesi infondate e fuori tema". 

Lascia un commento
stai rispondendo a